TIMARCHIDES, I° (v. vol. Vii, p. 856)
Per la famiglia di scultori ateniesi cui appartengono T., 1° e T., 2° (v.), si è abbandonata la ricostruzione (Becat- ti, 1940) che era stata accolta in questa sede (v. voli. Ili, p. 118, s.v. Dionysios, 6°; VI, p. 298, s.v. Polykles, 2°; VII, p. 860, s.v. Timokles, 2°), ritornando alla genealogia stabilita inizialmente dalla ricerca epigrafica e prosopo- grafica (Kirchner, 1903), la sola che consente l'organica distribuzione dei numerosi dati di cui disponiamo (Habicht, 1982):
FIGURA ALLEGATA
Il Polykles, 1° di questo stemma, non ha a che vedere con il Polykles, 1° di Argo (v. vol. VI, p. 298): non è certo che fosse scultore, ed è noto solo per essere stato ad Atene prosseno degli Etoli nel 210/209 a.C.
Nel profilo del presunto Polykles, 2° (v. vol. VI, p. 298), si trovano assommate le informazioni che ora si dividono tra Polykles, 2° e Polykles, 3°.
Polykles, 2° viene quindi considerato fratello di T., 1° e allievo di Stadieus, nonché padre di Timokles e di T., 2°. Egli sarebbe l'autore della statua di Aminta, vincitore nel pancrazio dei fanciulli a Olimpia dopo il 200 a.C. (v. vol. VII, p. 484, n. 90, s.v. Statua), dell'Eracle di cui si riconosce a Roma la testa originale al Museo Nuovo dei Conservatori, e del celebre Ermafrodito recumbente.
T., 1°, l'altro figlio di Polykles, 1°, si trasferì a Roma legando la propria fama all'Apollo citaredo per il Tempio di Apollo in Campo (più tardi detto Sosiano), del quale si conservano frammenti della mano destra (La Rocca, 1977). Nonostante le riserve avanzate (Simon, Bauchhenss,1984), è opportuno conservare l'identificazione con il tipo della statua da Cirene al British Museum (Coarelli, 1990). L'opera sarebbe stata eseguita intorno al 179, per commissione di Marco Emilio Lepido, se già nel 177 il frontone di Luni (v.) ne offriva l'imitazione in terracotta. Nello stesso periodo l'artista eseguì la statua di culto per il Tempio di Giunone Regina, della quale si è voluta riconoscere la testa originale al Museo Capitolino (già Albani): a giudicare dalle monete con iscrizione IUNONI REGINAE e da un bronzetto di Vienna, la figura era panneggiata alla maniera dell’Eirene di Kephisodotos (v. vol. IV, p. 342, fig. 404). Di ritorno ad Atene, T., 1° appare nel 150 a.C. quale magistrato addetto ai culti (hieropoiòs) per le Panatenee. In quell'occasione avrebbe consacrato una sua opera che aveva per soggetto Atena stessa in un ginnasio della città.
Bibl.: J. Kirchner, Prosopographia Attica, II, Berlino 1903, p. 215, n. 11992 e p. 309, n. 13619; J. Marcadé, Recueil de signatures des sculpteurs grecs, II, Parigi 1957, pp. 131, 134; Pline l'Ancien, Histoire naturelle, Livre XXXVI (a cura di J. André, R. Bloch, A. Rouveret), Parigi 1981, pp. 160-161; Ch. Habicht, Eine Liste von Hieropoioi aus dem Jahre des Archons Andreas, in AM, XCVII, 1982, pp. 171-184; Gaio Plinio Secondo, Storia naturale, V, libri xxxm- xxxvii (a cura di A. Corso, R. Mugellesi, G. Rosati), Torino 1988, pp. 580- 583, 925-926 (unisce T., 1° e T., 2° in una sola personalità); A. Stewart, Greek Sculpture, New Haven-Londra 1990, p. 305; P. Moreno, Scultura ellenìstica, Roma 1994,1, pp. 522-524, figg. 642-646 e II, pp. 541-542. - Testa di Eracle, Museo Nuovo dei Conservatori: H. von Steuben, in Helbig4, II, pp. 493-494, n. 1710; J. Boardman, in LIMC, IV, 1988, p. 789, n. 1307, s.v. Herakles; F. Coarelli, Cultura artistica e società, in Storia di Roma, II, i, Torino 1990, pp. 159-185, fig. 15; E. La Rocca, Linguaggio artistico e ideologia politica nella Roma repubblicana, in Roma e l'Italia. Radices Imperii, Milano 1990, pp. 427- 428, fig. 204; A. Stewart, op. cit., pp. 230, 305, 318, fig. 858. - Ermafrodito: A. Ajootian, in LIMC, V, 1990, pp. 276-277, n. 56, s.v. Hermaphroditos; A. Stewart, op. cit., p. 225, figg. 819-820; P. Moreno, op. cit., I, pp. 526-530, figg. 647, 650-655. - Apollo citaredo, tipo «Cirene»: G. Becatti, Timarchides e l'Apollo «qui tenet citharam», in BullCom, LXIII, 1935, pp. 111-131; id., Attiká, in RIA, VII, 1940, pp. 7-116, in part. pp. 33-36, 38-39, figg. 9-12; E. La Rocca, L'Apollo «qui citharam tenet» di Timarchides in un frammento dal Tempio di Apollo in Circo, in BollMC, XXIV, 1977, pp. 16-33, figg· 2-3; V. Lambrinoudakis, in LIMC, II, 1984, p. 257, n. 586, s.v. Apollon-, E. Simon, G. Bauchhenss, ibid., pp. 366-367, nn. 5 e 7, s.v. Apollon / Apollo (si nega a T., 1° il tipo «Cirene», e si propone il citaredo che appare nel rilievo di Archelao al British Museum); H. G. Martin, Römische Kultbilder, Roma 19932, pp. 64-86, 207, n. 1, figg. 10-19, tavv· l-IV. - Giunone Regina, monete: H. Mattingly, Coins of the Roman Empire in the British Museum, IV, Londra 1940, p. 9, n. 43, tav. ii, 3; J. P. C. Kent, B. Overbeck, A. von Stylow, Die römische Münze, Monaco 1973, p. 114, n. 286, tav. lxxiii, p. 124, n. 375, tav. xcn; E. La Rocca, in LIMC, V, 1990, pp. 828-829, nn. 88-104, s.v. Iuno. - Testa originale, Roma, Museo Capitolino: H. von Steuben, in Heibig4, II, p. 90, n. 1235; A. Delivorrias, in LIMC, II, 1984, pp. 107-108, n. 1068, tav. CVII, s.v. Aphrodite (identificazione come Afrodite); E. Simon, Eirene und Pax. Friedensgöttinnen in der Antike, Stoccarda 1988, tav. LIV, 3; F. Coarelli, art. cit., fig. 16; E. La Rocca, voce cit., p. 823, n. 40; R. Trammel, Zwei Kolossalköpfe aus Aigeira, in AntPl, XXII, 1993, pp. 141-155, in part. pp. 150-151; H. G. Martin, op. cit., pp. 88-90, 209-210, n. 3, tavv. VI-VII (la ritiene pertinente a una figura seduta). - Bronzetto, Vienna, Kunsthistorisches Museum: K. Gschwantler, Guss und Form. Bronzen aus der Antikensammlung (cat.), Vienna 1986, pp. 90-91, n. 110, fig. 176; G. Schwarz, Die Rezeption des klassizistischen Götterbildes bei den Römern, in Ρρακτικα τονXII Διεθνους Συνεϑριου κλασικης σρκαιολογιας, Αθηνα 1983, III, Atene 1988, pp. 241-245.
( G. Moreno)