PELLA, 2° (Πέλλα, Pella)
Città della Decapoli, nell'antica Celesiria, oggi in Giordania, situata sul margine settentrionale della Valle del Giordano, 5 km a E del fiume e 32 km a S del Lago di Tiberiade. L'insediamento, favorito da una situazione naturale particolarmente propizia (inverni miti e abbondanza di acqua, garantita da una ricca sorgente), sorge su una piatta collina di forma ovoidale, lunga 300 m e alta 30. Immediamente a O è una stretta piana (arabo ṭabaqa, termine presente nell'attuale denominazione del sito Ṭabaqat Fahl), che si estende per 800 m in direzione della valle. A E sorge una vasta collina nota col nome di Ğebel Abu el-Khāṣ. A S, attraverso la piccola valle dello wādī Ğirm, è una collina naturale a cupola, chiamata Tell el-Huṣn. Tutte queste località hanno restituito testimonianze di occupazione, pertinenti peraltro a epoche diverse.
Menzioni di P. ricorrono in più di un centinaio di testi antichi. Prima dell'età classica, la città era nota con il suo antico nome semitico, Pihil(um), testimoniato in cronache egiziane già dal XIX sec. a.C.; vi si parlava un dialetto del gruppo semitico nord-occidentale, correlato all'ammonita e al moabita. L'ellenizzazione del nome celebra il luogo di nascita di Alessandro Magno, il quale conquistò la regione nel 332 a.C.
Il sito fu oggetto di importanti indagini archeologiche a partire dal 1967, da parte del College of Wooster (USA); tuttavia le ricerche furono interrotte a causa del conflitto arabo-israeliano del giugno 1967. Gli scavi sono stati ripresi nel 1979, in collaborazione tra il College of Wooster e l'Università di Sidney (Australia); da allora sono stati aperti molteplici cantieri sia nel sito in questione sia nelle sue immediate vicinanze.
Gli scavi e le ricognizioni di superficie hanno testimoniato in tutta l'area un'occupazione di durata molto lunga. Un ampio pendio, 1 km a NE della collina, è cosparso di utensili paleolitici in calcedonio, alcuni dei quali risalgono a 1.000.000-500.000 anni fa. Poco lontano vi sono località risalenti ai periodi natufiano e di Kebaran, siti databili tra il 20000 e l’8000 a.C. Manufatti neolitici, preceramici e ceramici, dall'VIII al V millennio a.C., sono stati rinvenuti sulla collina e nelle vicinanze.
L'insediamento calcolitico, del IV millennio a.C. è attestato sulla collina oltre che in un piccolo sito coevo, scavato su un pendio a SE di Tell el-Huṣn. Frammenti ceramici riportati alla luce sulla collina testimoniano un insediamento risalente all'Età del Bronzo Antico - III millennio a.C. - che probabilmente conobbe la decadenza verso la fine del periodo in questione.
Nel corso del II millennio a.C., quando il nome della città appare nelle liste delle conquiste egiziane, P. faceva parte del milieu culturale cananeo. L'Età del Bronzo Medio II - intorno al 1950-1550 a.C. - rappresenta un periodo di prosperità. Le numerose tombe rinvenute sul Tell el-Huṣn testimoniano le caratteristiche urbane dell'insediamento nell'ultima parte del periodo in questione. Durante gran parte del Bronzo Tardo, sembra si registri una diminuizione della prosperità di cui la città godeva; si nota tuttavia una ripresa intorno al 1200 a.C., contemporaneamente, cioè, al passaggio dall'Età del Bronzo a quella del Ferro.
Probabilmente intorno al 1100-800 a.C. la città conosce un declino demografico. La relativa scarsezza di materiale archeologico relativamente a questi secoli può spiegare in parte il motivo per cui la città non trova menzione nell'Antico Testamento; tale silenzio tuttavia potrebbe essere stato causato anche da altri fattori, dal momento che P. rimase al di fuori della sfera culturale ebraica, legata invece alle vecchie tradizioni cananee. La rinascita intorno al VII sec. a.C. sembra sia da considerare fenomeno locale; P. intratteneva con altre regioni rapporti commerciali relativamente esigui. Per quanto concerne il periodo persiano, dal VI al IV sec. a.C., le indagini archeologiche hanno dato scarsi risultati; la città viene quasi del tutto abbandonata, probabilmente a causa della conquista neobabilonese della regione, agli inizi del VI sec. a.C.
Nel 332 a.C., Alessandro Magno attraversò quest'area nel corso della sua conquista dell'Oriente; alcuni autori antichi gli attribuiscono la rifondazione della città. Tuttavia, allo stato attuale delle nostre conoscenze non si dispone che di ben poche testimonianze circa il periodo ellenistico iniziale. La città visse un momento di grande fioritura nel II sec. a.C., che segnò un notevole incremento demografico e, inoltre, l'espansione del centro urbano dal colle ai vicini pendii. L'uso del greco conobbe un'ampia diffusione come lingua della cultura e del commercio. Coinvolti nei traffici internazionali, i suoi abitanti raggiunsero una notevole opulenza.
Tale periodo fortunato ebbe brusca fine nell'anno 83/82 a.C., quando Alessandro Ianneo, il governatore asmoneo della Giudea, ordinò alle sue truppe di attraversare il Giordano e di distruggere P., dal momento che la popolazione aveva rifiutato di praticare la circoncisione, nonché altre usanze ebraiche. Quando Pompeo, nel 63 a.C., marciò alla volta della Siria e della Palestina e incorporò l'intera regione nello stato romano, P. era ancora un ammasso di rovine. Pompeo liberò un certo numero di città della Transgiordania settentrionale dal dominio asmoneo, ottenendo la loro gratitudine. Fu in tale epoca, se non prima, che P. divenne parte della Decapoli, una federazione costituita da dieci città caratterizzate, nella regione, da una preminente vocazione commerciale.
Le misure di Pompeo non ebbero un impatto immediato; tuttavia la città conobbe una ripresa a partire dal I sec. a.C. o agli inizi del secolo successivo. Sotto l'egida di Roma, vennero stabiliti nuovi modelli di commercio. Quando P. ritrovò la sua prosperità, vi furono realizzate nuove strade, costruite nuove abitazioni, edifici commerciali, nonché una nuova area civica alla base della collina, sul suo lato sud-orientale. È probabile che molte delle nuove costruzioni si raggruppassero intorno a un foro edificato nello wādī Ğirm. Gran parte di queste attività ebbe luogo nell'ultima parte del I sec. o nel II sec. d.C. Tra le nuove strutture erano un grande tempio (raffigurato su una moneta coniata in città, ma non ancora rinvenuto), un odèion e le terme. Tali edifici sono sopravvissuti solo in minima parte fino ai giorni nostri: i terremoti, cui la Valle del Giordano è soggetta, potrebbero aver causato la loro distruzione, inoltre la pietra da costruzione fu ampiamente spogliata per essere impiegata in strutture più tarde. L'orgoglio civico dei Pellani si riflette nelle prime emissioni della città, risalenti all'82 d.C., comprendenti quattro diversi tipi bronzei.
La città è anche legata alla storia dell'antica chiesa cristiana. Quando intorno al 67 d.C. l'esercito romano, in occasione della prima rivolta giudaica, cominciò a minacciare gli ebrei insorti a Gerusalemme, i cristiani della città, spinti da una profezia, si rifugiarono a P.; la durata del loro soggiorno non è nota, tuttavia un sarcofago della fine del I o degli inizi del II sec., rinvenuto al di sotto della pavimentazione dell'abside settentrionale della Chiesa Occidentale, potrebbe esserne una testimonianza (Smith, 1973, pp. 143-149). A partire dalla metà del II sec., il cristianesimo era ormai stabilito a P.; significativo è il fatto che la città fu sede di un apologista cristiano ai suoi tempi piuttosto noto, Aristone, citato da Eusebio di Cesarea.
Per quanto riguarda l'epoca tardo-romana, tra la metà del II sec. e gli inizi del IV sec. non si dispone di una sufficiente documentazione: quest'epoca segnò forse un declino demografico. Alcune delle tombe situate nelle colline circostanti e risalenti agli inizi dell'epoca romana continuarono a essere impiegate, il che lascia supporre che non intervennero mutamenti di rilievo nella composizione etnica della popolazione. Non sembra inoltre vi siano state edificate nuove costruzioni.
In epoca bizantina (330-635 d.C. circa) si assiste alla rapida scomparsa del paganesimo, in quanto culto apertamente professato, così come in altre regioni dell'impero; tuttavia esso continuò a sopravvivere in maniera indiretta, come dimostra la presenza di elementi pagani nel cristianesimo locale. Oggetti artistici riportati alla luce dagli scavi suggeriscono che una originaria dea pagana fu assimilata alla Vergine Maria e che motivi pagani ricorrono negli amuleti a difendere il loro portatore dal male. L'architettura monumentale consiste, in questo periodo, in strutture ecclesiastiche, quali la Chiesa Occidentale (Smith, 1973), la Chiesa Orientale (McNicoll, Smith, Hennessy, 1982), e la Chiesa del complesso civico, che è da identificare probabilmente con la cattedrale (Smith, Day, 1989); tutti questi edifici sono stati interamente o parzialmente scavati.
Il popolamento e la prosperità di P. raggiunsero l'acme intorno al VI sec. d.C. I mercanti della città intrattenevano intensi rapporti commerciali con la Siria, l'Egitto, la costa palestinese e con altre regioni del mondo bizantino. La sicurezza delle strade e l'ampiezza dell'area coinvolta nei traffici cominciarono a diminuire: il VII sec. dovette essere tanto sinistro, quanto prospero fu il VI. Probabilmente il clima divenne più arido e si ebbero carestie in molte zone della Transgiordania. Le cisterne costruite nel corso di questo secolo tradiscono l'insufficienza dell'approvvigionamento idrico fornito dalle sorgenti naturali. Tali circostanze, insieme ad altri eventi sfavorevoli, segnano l'inizio del rapido declino della città.
La conquista islamica del 635 d.C. apportò ulteriori cambiamenti. Le istituzioni sociali ed economiche bizantine si indebolirono o addirittura scomparvero, mentre acquisì importanza preponderante il commercio carovaniero. Duramente colpita da un terremoto nel 717, P. cessò in gran parte di esistere nel 747, quando un altro terremoto distrusse molti degli edifici superstiti: gli scavi archeologici hanno consentito di ricostruire una vivida immagine della prosperità della città nel secolo che precedette la sua fine. Dopo il terremoto, nel periodo abbaside, continuò a esistere solo un modesto insediamento a NE delle rovine.
Bibl.: Relazioni preliminari di scavo in AAJ e BASOR dal 1980. - R. H. Smith, Pella of the Decapolis, I. The 1967 Season of the College of Wooster Expedition to Pella, Wooster 1973; A. McNicoll, R. H. Smith, J. B. Hennessy, Pella in Jordan, 1. An Interim Report on the Joint University of Sydney and the College of Wooster Excavations at Pella, 1979-1981, Canberra 1982; R. H. Smith, L. P. Day, Pella of the Decapolis, ii. Final Report on The College of Wooster Excavations in Area IX. The Civic Complex, 1979-1985, Wooster 1989.