20th Century-Fox Film Corporation
Casa di produzione cinematografica statunitense, fondata nel 1935 e nata dalla fusione tra la Fox Film Corporation, creata da William Fox nel 1915 ‒ che attraversava un difficile momento finanziario conseguente all'eccessiva espansione strutturale voluta dallo stesso Fox alla fine degli anni Venti ‒ e l'emergente Twentieth Century Pictures di Darryl F. Zanuck e Joseph M. Schenck; Zanuck, uno sceneggiatore e produttore, che proveniva dalla Warner Bros., particolarmente attento all'attualità e alle tematiche sociali, fu designato alla vicepresidenza della nuova casa, con l'incarico di seguire la produzione, e guidò il settore produttivo della compagnia fino al 1956, mentre alla presidenza del consiglio d'amministrazione fu designato Schenck.
La nuova compagnia ebbe sotto contratto importanti attori, tra i quali Henry Fonda, Don Ameche, Dana Andrews, Spencer Tracy, George O'Brien e soprattutto Tyrone Power, e si caratterizzò per la presenza dei volti femminili più diversi, come l'attrice-bambina Shirley Temple, la pattinatrice Sonja Henie, la pin-up Betty Grable, ma anche Alice Faye, Carmen Miranda, Loretta Young, Gene Tierney, scegliendo di realizzare generi diversi che spaziavano dalla saga americana al musical, in una visione quotidiana e vagamente antiquata del personaggio femminile, con opere tagliate per un pubblico di provincia sensibile a un 'americanismo' sentimentale. Non a caso il più importante regista della casa, John Ford, grande cantore dell'epica americana, realizzò con la 20th C.-F. F. C. film come The prisoner of Shark Island (1936; Il prigioniero dell'isola degli squali), Young Mr. Lincoln (1939; Alba di gloria), Grapes of wrath (1940; Furore) e How green was my valley (1941; Com'era verde la mia valle). Proseguendo in questo tipo di scelte si produssero anche In old Chicago (1938; L'incendio di Chicago) e Jesse James (1939; Jess il bandito), entrambi diretti da Henry King e interpretati da Tyrone Power, nuova star della casa, ma guadagnarono spazio anche firme straniere come Jean Renoir (Swamp water, 1941, La palude della morte) e Julien Duvivier (Tales of Manhattan, 1942, Destino), il crepuscolare Ernst Lubitsch di Heaven can wait (1943; Il cielo può attendere) e l'emergente Otto Preminger di Laura (1944; Vertigine); a partire da The ox-bow incident (1943; Alba fatale) di William A. Wellman si affermò, inoltre, un cinema sociale, d'altro canto prediletto da Zanuck, che divenne un genere tipico della casa nel secondo dopoguerra.Nel 1942 Spyros Skouras, proprietario della importante catena di sale Fox West Coast, assunse il controllo manageriale della casa. Alcuni interessanti film sociali furono realizzati nel dopoguerra, spesso a firma di Elia Kazan come Boomerang (1947; Boomerang ‒ L'arma che uccide), Gentlemen's agreement (1947; Barriera invisibile) che trattava di antisemitismo, Pinky (1949; Pinky ‒ La negra bianca) sul pregiudizio razziale, ma anche il nostalgico My darling Clementine (1946; Sfida infernale) di Ford, il fiammeggiante Leave her to heaven (1945; Femmina folle) di John Stahl, e gli inquietanti noir Forever Amber (1947; Ambra) di Preminger, Nightmare alley (1947; La fiera delle illusioni) di Edmund Goulding, o il cinema innovativo di Joseph L. Mankiewicz con A letter to three wives (1948; Lettera a tre mogli) e All about Eve (1950; Eva contro Eva), o il serrato Pickup on South street (1953; Mano pericolosa) di Samuel Fuller; contemporaneamente si fece spazio alle nuove star Gregory Peck e Susan Hayward, e soprattutto si avviò la carriera di Marilyn Monroe, costruendo il suo personaggio sexy e svampito, ma anche fragile, attraverso film quali All about Eve e Gentlemen prefer blondes (1953; Gli uomini preferiscono le bionde) di Howard Hawks, How to marry a millionaire (1953; Come sposare un milionario) di Jean Negulesco, River of no return (1954; La magnifica preda) di Preminger, The seven year itch (1955; Quando la moglie è in vacanza) di Billy Wilder, Bus stop (1956; Fermata d'autobus) di Joshua Logan.Nel 1953 la casa lanciò il Cinemascope, il grande schermo inaugurato dal grandioso The robe (1953; La tunica) di Henry Koster. La scelta della via del cinema spettacolare, voluta da Skouras, portò Zanuck, sostenitore di un cinema più vicino alla contemporaneità e di buona confezione narrativa e tecnica, ad abbandonare nel 1956 la vicepresidenza. Buddy Adler, suo erede spirituale, lo sostituì e lavorò per la produzione di film come The young lions (1958; I giovani leoni) di Edward Dmytryk, The diary of Anne Frank (1959; Il diario di Anna Frank) di George Stevens, The hustler (1961; Lo spaccone) di Robert Rossen, ma anche film di notevole successo commmerciale quali Love is a many splendored thing (1955; L'amore è una cosa meravigliosa) di King, Daddy long legs (1955; Papà Gambalunga) di Negulesco, The long hot summer (1958; La lunga estate calda) di Martin Ritt. Adler, tuttavia, morì nel 1960.Nel 1962, in pieno declino dello studio system, la casa di produzione entrò in crisi per via dei costi folli (oltre 40 milioni di dollari) sostenuti nel corso della realizzazione di Cleopatra (1963) di Mankiewicz; Zanuck nello stesso anno accettò di riprendere il suo posto come presidente, affiancato nell'impresa dal figlio Richard, realizzando film di grande successo come The sound of music (1965; Tutti insieme appassionatamente) di Robert Wise, e Patton (1970; Patton, generale d'acciaio) di Franklin J. Schaffner, ma anche film innovativi e dai costi contenuti come il sarcastico M*A*S*H (1970; M.A.S.H.) di Robert Altman. I tempi del resto stavano decisamente cambiando. Nel 1969 Zanuck rassegnò le dimissioni e, dopo un interregno gestito da suo figlio, la presidenza fu assunta nel 1971 da Gordon T. Stulberg e quella del consiglio d'amministrazione da Dennis C. Stanfill, che inaugurò una politica di apertura agli indipendenti, limitando i budget produttivi. Quattro anni dopo lo stesso Stanfill assunse anche la carica di presidente, mentre Alan Ladd Jr divenne capo della produzione. Fu quest'ultimo a lanciare nuovi autori come Mel Brooks e Paul Mazursky e ad avviare la produzione della trilogia di Star wars ideata da George Lucas, che si rivelò un enorme successo di pubblico, mentre le serie televisive prodotte dalla casa, inclusa quella di M*A*S*H, godevano di grande popolarità.
All'inizio degli anni Ottanti si sono riproposti rilevanti cambiamenti di proprietà: nel 1981 la 20th Century Fox è stata acquistata dal petroliere Marvin Davis, che nel 1985 ne ha venduto una metà al magnate della stampa Rupert Murdoch, il quale in breve tempo ha rilevato l'intera struttura dando vita alla Fox Film Corporation, organizzata in diversi settori produttivi (20th Century Fox, Fox 2000 Pictures, Fox Family Films e Fox Searchlight), scegliendo comunque di lasciare immutata l'identità della casa riconoscibile attraverso il logo.
T. Thomas, A. Solomon, The films of 20th Century-Fox, Secaucus (NJ) 1979; A. Solomon, Twentieth Century-Fox: A corporate and financial history, Metuchen (NJ) 1988; R. Behlmer, Memo from Darryl F. Zanuck, New York 1993.