Copland, Aaron
Compositore statunitense, nato a New York il 14 novembre 1900, da famiglia di ebrei russi immigrati (il cui cognome originario era Kaplan), e morto a Tarrytown (New York) il 2 dicembre 1990. Considerato uno dei padri del sinfonismo statunitense del Novecento, C. compose anche per il cinema e la televisione, mettendo a frutto nelle colonne sonore la capacità evocativa maturata nei lavori sinfonici, per il teatro e per il balletto, e contribuendo con il complesso della sua opera a creare un vocabolario di immagini sonore della vita americana ampiamente utilizzato anche da altri autori. Nel 1950 ottenne l'Oscar per le musiche di The heiress (1949; L'ereditiera) di William Wyler.
C. rivelò un talento musicale precoce; studiò pianoforte con Clarence Adler e composizione con Rubin Goldmark. Dal 1921 al 1924 si perfezionò in Francia all'American Conservatory di Fontainebleau, primo dei molti compositori statunitensi formatisi alla scuola di Nadia Boulanger. Rientrato negli Stati Uniti, diede vita con il compositore Roger Sessions ai Copland-Sessions Concerts (1928-1932), dedicati alla musica contemporanea. Docente di musica moderna alla New School for Social Research di New York (1927-1937) e al Berkshire Music Center di Tanglewood (1957-1965), a più ripre-se professore ospite alla Harvard University, C. era stato inoltre tra i fondatori nel 1937 dell'American Composers Alliance, che presiedette dal 1939 al 1945; dal 1948 al 1951 diresse invece la League of Composers. Dopo il primo interesse per le avanguardie europee, in particolare per i compositori francesi e le tendenze neoclassiche, C. sviluppò un linguaggio del tutto originale, dai tratti specificamente americani, assumendo le tradizioni della musica folk e i ritmi del jazz. L'influenza del jazz, rilevabile per es. in Music for the theatre (1925) e nel Jazz concerto (1926), si manifesta soprattutto sul piano ritmico, e costituisce un sottofondo di molti suoi lavori (da ricordare il Concerto per clarinetto, 1948, dedicato a B. Goodman). Le tradizioni folkloriche americane, soprattutto di ascendenza inglese o irlandese, sono presenti nelle grandi musiche per balletto Billy the kid (1938), Rodeo (1942) e Appalachian spring (1943-44). Il linguaggio musicale di C., le cui peculiarità hanno sul cinema del Novecento un'influenza assai più ampia rispetto alle colonne sonore da lui composte, è caratterizzato da una marcata elaborazione ritmica e da una sensibilità melodica ampia ed evocativa, sebbene le citazioni dirette di melodie tradizionali o di altri repertori costituiscano un'eccezione. La capacità di caratterizzare musicalmente le atmosfere americane, i paesaggi e le situazioni tipiche della vita quotidiana, trasformarono presto le invenzioni melodiche, timbriche e ritmiche di C. in topoi riconosciuti da platee di tutto il mondo, e dunque efficacemente utilizzati per il cinema sia nelle colonne sonore da lui composte sia in quelle di altri musicisti. Le prime commissioni riguardarono il documentario The city (1939) di Ralph Steiner e Willard Van Dyke, e, nello stesso anno, il film Of mice and men (Uomini e topi) di Lewis Milestone. Seguirono Our town (1940; La nostra città) di Sam Wood, The north star (1943; Fuoco a Oriente) e The red pony (1949; Minuzzolo ‒ Il cavallino rosso) ambedue di Milestone, The heiress e Something wild (1961; Momento selvaggio) di Jack Garfein. Tutte le colonne sonore di C. sono state successivamente riviste e spesso eseguite come suites orchestrali, come è accaduto anche per la musica per il balletto, a conferma della sua capacità di muoversi liberamente tra i generi, e soprattutto della sua convinzione che la musica per il cinema dovesse anche essere 'ascoltabile', possedere dunque una propria autonomia estetica e drammaturgica. Critico e saggista, pubblicò i volumi What to listen for in music (1939), Our new music (1941), Music and imagination (1952) e, in collaborazione con V. Perlis, Copland: 1900 through 1942 (1984) e Copland: since 1943 (1989).
A. Berger, Aaron Copland, New York 1953.
J.F. Smith, Aaron Copland: his work and contribution to American music, New York 1955.
H. Pollack, Aaron Copland: the life and work of an uncommon man, New York 1999.
G. Levin, J. Tick, Aaron Copland's America: a cultural perspective, New York 2000.