VINJE, Aasmund Olafsen
Poeta norvegese, nato a Vinje il 6 aprile 1818, morto a Gran il 30 luglio 1870. Figlio di un merciaio ambulante, si guadagnò con ogni genere di lavori - anche manuali - i mezzi per proseguire gli studî, finché entrò, trentenne, in quella "Studenterfabrik" di Heltberg, da cui uscirono in quegli stessi anni anche Ibsen e Björnson. E precisamente con Ibsen e con P. Botten-Hansen incominciò a pubblicare nel 1851 un suo primo giornale satirico, nella maniera del danese Corsaren di Goldschmidt: il settimanale Andhrimner, nel quale affilò le armi per le sue future battaglie.
Temperamento combattivo, abituato a guardare in volto la realtà qualunque essa sia, abituato a impegnarsi nella lotta con tanto più gusto quanto più la lotta era aspra, divenne rapidamente il maggior polemista dell'epoca, al servizio delle nuove idee - nazionali, liberali - intorno alle quali la Norvegia andava consolidando la sua sempre crescente volontà d'indipendenza. Aderendo fra i primi al movimento suscitato da I. Aaasen a favore di una nuova lingua letteraria a base esclusivamente nazionali (v. norvegia: Lingua), divenne anche, al medesimo tempo, il primo grande poeta norvegese in Landsmål. Tutti e due gli elementi sui quali il Landsmål è fondato - l'antica lingua letteraria norvegese e il dialetto dei contadini - erano di natura tale da esercitare una potente attrazione sul V. appassionato patriota e istintivo spregiudicato realista. Tanto la la prosa robusta, ora lirica ora aggressiva e satirica della rivista Dølen, che egli fondò nel 1858 e diresse fino alla morte, quanto i versi spesso rudi ma estrosi e potenti delle sue poesie (Diktsamling, 1863; Blandkorn, 1867) trovarono così nel Landsmål - con un materiale linguistico congeniale alla loro ispirazione - la spontanea pienezza delle loro forme. E un nuovo periodo s'iniziò precisamente col Vinje nella letteratura norvegese: il movimento nazionale romantico, con cui la nuova poesia norvegese era nata, si venne a poco a poco superando in quella ricerca di una aderenza nuova alla verità della vita, da cui il più grande Ibsen doveva nascere: sotto la polemica contro Björnson, scoppiata nel 1860, è infatti un'esperienza di verità, cui lo stesso Björnson in seguito non potrà fare a meno di avvicinarsi. Le descrizioni di vita contadinesca nelle impressioni di viaggio - Ferdaminni fraa Sumaren 1860 (ed. 1861) e l'immediatezza corposa e calda dell'evocazione lirica nel ciclo di racconti in versi Storegut (1866) - rappresentano infatti in Norvegia il primo segno precursore del naturalismo. Anche il positivismo e la filosofia evoluzionistica e il pensiero sociale di Spencer ebbero in Vinje uno dei primi entusiasti. E se questo camminare sempre innanzi ai proprî tempi diede al V. per conseguenza un'ardua posizione d'isolamento fra le difficoltà della vita quotidiana, d'altra parte proprio per questo suo atteggiamento egli fu, accanto a Ibsen e a Björnson, una delle grandi forze formatrici della coscienza del proprio popolo. Non soltanto nella storia linguistica della Norvegia egli lasciò traccia durevole di sè: molte sue liriche sono diventate patrimonio del popolo e sono, in Norvegia, fra le più vitali del secolo.
Opere: Skrifter i Utval, voll. 6, Cristiania i883-90; Skrifter i Samling, ed. O. Midttun, voll. 5, Oslo 1916-21.
Bibl.: V. Vislie, A. O. V., Bergen 1890; id., A. V. Liv og diktning, Oslo 1929; H. Koht, A. O. V., Cristiania 1909. Cfr. inoltre H. Koht in Nordmaend i det 19, aarhundred, III, Oslo 1914; K. Liestøl, in Vore høvdinger, Cristiania 1914.