ABACO
Prende questo nome l'elemento a forma di dado o di tavoletta, interposto fra il capitello e la trabeazione, che ha la duplice funzione di ampliare o rafforzare il piano di posa di questa e di proteggerne la parte decorata.
Presso gli Egiziani assume eccezionalmente l'aspetto di una tavoletta nelle colonne protodoriche del tempio di Djoser a Saqqārah e di dado sporgente in quelle del tempio di Ḥashepsowe a Deir el-Baḥrī, mentre di regola è più stretto del capitello (templi di Amenophis III a Luxor, di Ramesses II a Karnak, di Edfu, di Kōm-Ombo). Anche nell'architettura persiana si limita ad un dado interposto fra le due protomi di animali del capitello del tipo di quello di Susa al Louvre. Nell'architettura micenea, sembra che un a. sormonti la colonna nella porta dei leoni a Micene, dove però sembra essere piuttosto assimilato ad un tratto di epistilio.
Nell'architettura greca si fissarono per ogni ordine, insieme al capitello, anche le forme dell'a.; quello dorico a forma di tavoletta, secondo Vitruvio (IV, 3), deve essere, cum cymatio, alto quanto l'echino e cioè un terzo del modulo (ἐμβάτης) calcolato in 1/24 dell'intera fronte nel tempio tetrastilo e in 1/42 in quello esastilo; il capitello ionico ha un a. molto sottile a scivolo o a gola ornato d'intagli; l'a. corinzio, molto sviluppato, ha le diagonali uguali al doppio dell'altezza dell'intero capitello mentre lo spessore è di 1/7; si presenta con andamento concavo accentuato ed è formato da un listello e da una gola. Il capitello composito adottò l'a. corinzio.
In pratica è da osservare che l'a. nei templi dorici arcaici è molto ampio e talvolta sporgente, che in esemplari ionici arcaici non ha ancora assunto la forma sottile e decorata come nell'Eretteo, ma ha ancora la forma di tavoletta poco più stretta delle volute e reca ornati dipinti, e pure forma di dado hanno gli a. nei primi capitelli corinzi. A Roma, poi, pur conservandosi il modulo già fissato, spesso si perde in un molle andamento della modanatura la nitida eleganza dei modelli greci, specie quando nel capitello si inseriscono elementi figurati. Quando infine l'arco si impostò direttamente sul capitello, si rese necessario un irrobustimento dell'a., il che condusse alla sua trasformazione in un dado o in un sopracapitello detto pulvino, i cui primi esempî appaiono già nel sec. V a. C.
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