Abad Faciolince, Hector Joaquin
Abad Faciolince, Héctor Joaquín. – Scrittore, saggista, giornalista ed editore colombiano (n. Medellìn 1958). Ha studiato medicina, filosofia e giornalismo nella sua città natale per poi laurearsi in Italia in Lingua e letterature moderne presso l’università di Torino con una tesi sul libro dello scrittore cubano Guillermo Cabrera Infante Tres tristes tigres (1964; trad. it. 1976). Ha ricevuto il suo primo premio nel 1980 per il racconto breve Piedras de silencio e ha tradotto dall’italiano in spagnolo opere di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Gesualdo Bufalino, Umberto Eco, Italo Calvino, Leonardo Sciascia, Natalia Ginzburg e Primo Levi. Del primo decennio del 21° secolo sono il romanzo Basura (2000; trad. it. Scarti), la raccolta di saggi culturali e politici Sueltas palabras (2002) e il diario di viaggio Oriente empieza en El Cairo (2002). Ma ad affermarlo a livello internazionale è il pluripremiato romanzo Angosta (2003; trad. it. 2004), parabola fantastica della società colombiana raccontata attraverso la descrizione di una città fittizia in cui la popolazione è suddivisa in caste e la cui eccentrica classe dirigente non fa che perpetuare questo violento sistema. In El olvido que seremos (2006; trad. it. 2009) affronta dopo 20 anni la vicenda dell’uccisione del padre, medico, professore universitario e attivista assassinato nel 1987 da paramilitari colombiani. Descrive invece l’inevitabile noia che assedia la coppia dopo anni di convivenza El amanecer de un marido (2008). In Traiciones de la memoria (2009) riunisce tre testi inediti, tra il racconto, il saggio e l’autobiografia, legati alla memoria e alla morte del padre.