BEC, Abbazia di
Abbazia benedettina della Normandia, già nella diocesi di Rouen, attualmente in quella di Evreux, fondata da Erluino, di stirpe normanna, nato a Brionne in Neustria alla fine del 10° secolo. La fonte primaria per la conoscenza della storia dell'abbazia è rappresentata dal Chronicon Beccensis abbatiae e dalla Vita Sancti Herluini. La costruzione del monastero, in un'area situata alla confluenza dei fiumi Bec e Risle, iniziò nel 1039; la chiesa venne consacrata nel 1041. Il monastero, divenuto in pochi anni insufficiente, fu riedificato in un luogo poco distante e consacrato nel 1077; nei decenni successivi fu ulteriormente ampliato. La chiesa del nuovo complesso, distrutta da un incendio nel 1281, venne ricostruita sotto il patrocinio di Luigi IX e riconsacrata alla metà del Trecento. Durante la Rivoluzione francese l'abbazia venne definitivamente soppressa.S. Maddalo
Presso l'abbazia, sotto il priorato di Lanfranco da Pavia (1045-1063), fu fondata una scuola con annesso scriptorium, attivo fino a tutto il sec. 12°, epoca oltre la quale non si hanno più testimonianze relative alla sua produzione. Lo stesso Lanfranco emendò testi per lo scriptorium: la Bibbia (Vita Beati Lanfranci, XV), il De sacramentis di Ambrogio e le Collationes di Cassiano (Gibson, 1978, p. 40, n. 2). Gli originali di tali codici sono andati perduti; tuttavia il colophon "Lanfrancus hucusque correxi" è trascritto su codici copiati presso altri scriptoria, ma dipendenti da manoscritti di B., come quello proveniente da Saint-Martin di Sées, contenente opere di Cassiano (Alençon, Bibl. Mun., 136), quello proveniente dallo scriptorium di Saint-Vincent a Le Mans con opere di Ambrogio (Le Mans, Bibl. Mun., 15) e quello con opere di Cassiano prodotto nell'abbazia di Sainte-Marie di Lyre (Rouen, Bibl. Mun., 535); inoltre, un manoscritto perduto, anch'esso con opere di Cassiano, è segnalato da Delisle (1868-1881, II, p. 55, nr. 241 bis).La scuola di arti liberali e di esegesi biblica diretta da Lanfranco per studenti esterni e paganti, per quanto possa essere stata all'origine di un'ulteriore produzione da parte dello scriptorium di B., non è ugualmente testimoniata da alcun manoscritto conservato, per nessuna delle sue materie d'insegnamento.Negli anni successivi, Lanfranco, divenuto arcivescovo di Canterbury (1070-1089), per colmare le lacune della biblioteca della Christ Church acquisì vari codici prodotti in Normandia. A B. venne commissionato un compendio dello pseudo-Isidoro (Cambridge, Trinity College, B.16.44; Ker, 1960, p. 26, tav. 5), dove compare il colophon "Hunc librum dato precio emptum ego Lanfrancus archiepiscopus de beccensi cenobio in Anglicam terram deferri feci et ecclesie Christi dedi": si tratta dell'unico manoscritto eseguito a B. nel sec. 11° giunto sino a oggi. In seguito Lanfranco richiese ad Anselmo d'Aosta, in quegli anni priore e poi, a partire dal 1078, abate di B., codici contenenti testi di Ambrogio, Girolamo e Gregorio, che Anselmo tentò invano di fare eseguire nello scriptorium (Anselmo, Epistolarum liber primus, 23, 25-26). In linea di massima la nuova biblioteca della Christ Church di Canterbury si compose di libri copiati in Normandia - non soltanto a B. - e di codici redatti da copisti locali su esemplari normanni.Il quadro della produzione dello scriptorium nel sec. 12° è meglio definito: dei dodici manoscritti provenienti dalla biblioteca di B. otto sono conservati a Parigi (BN, lat. 2342, lat. 12211, lat. 12230, lat. 12605, lat. 13092, lat. 13217, lat. 13593, lat. 14146), tre a Rouen (Bibl. Mun., 422, 666, 1393) e uno a Leida (Bibl. der Rijksuniv., B.P.L. 20; Nortier, 1967; Munk Olsen, 1987, p. 46).La biblioteca fu ampliata intorno al 1160 con i libri di Philip de Harcourt, vescovo di Bayeux; questi codici (come per es. i manoscritti Parigi, BN, lat. 12211; Leida, Bibl. der Rijksuniv., B.P.L. 20), di cui esiste un elenco redatto subito dopo l'acquisizione della raccolta del vescovo (Catalogi, 1885, p. 127), non sembrano però essere stati eseguiti nello scriptorium di Bec. Infine due codici autografi, benché scritti da monaci di B., non sembrano in senso stretto opera dello scriptorium. Il primo è un libro di uso comune (Parigi, BN, lat. 2342), scritto nella prioria di Conflans-Sainte-Honorine, lungo la Senna poco più a valle di Parigi, nel cui testo la serie di iniziali miniate non può ritenersi opera di un artista di B., a meno che non si sostenga che copista e miniatore siano da identificare nello stesso artefice. Il secondo manoscritto (Parigi, BN, lat. 14146) riflette invece i non trascurabili interessi letterari ed eruditi di Stefano di Rouen.Dagli inizi del sec. 13° la biblioteca di B. fu costituita da un limitato numero di libri che non è possibile ritenere scritti con certezza nello scriptorium dell'abbazia; ne era testimonianza un catalogo del 1240, andato però perduto (Delisle, 1868-1881, I, pp. 527-528).Lo smembramento della biblioteca di B., già avviatosi nel primo Seicento (Delisle, 1868-1881, II, p. 44) e conclusosi durante la Rivoluzione francese, ha consentito lo studio della produzione dello scriptorium quasi esclusivamente attraverso confronti di tipo stilistico.Lo scriptorium di B., pur non appartenendo al periodo glorioso di quelli di Fécamp, Jumièges e Mont-Saint-Michel, ma partecipando piuttosto a quello successivo, rappresentato da centri come Préaux, Lyre e la rifondata Saint-Evroult, ha fornito comunque un importante contributo - sebbene non quantificabile - ai rinnovati centri di produzione libraria dell'Inghilterra normanna.
Bibl.:
Fonti. - Anselmo d'Aosta, Epistolarum liber primus, in Anselmi Cantuariensis Archiepiscopi opera omnia, a cura di F.S. Schmitt, III, Edinburgh 1946, pp. 97-294: 130-133; Vita Beati Lanfranci, in PL, CL, coll. 29-58; Chronicon Beccensis abbatiae, ivi, coll. 639-696; Gilberto Crispino, Vita Sancti Herluini, ivi, coll. 697-714; Catalogus librorum abbatiae Beccensis circa saeculum duodecimum, ivi, coll. 769-782.
Letteratura critica. - L. Delisle, Le cabinet des manuscrits de la Bibliothèque Impériale (Nationale), 4 voll., Paris 1868-1881; id., Mélanges de paléographie et de bibliographie, Paris 1880, p. 172; Catalogi bibliothecarum antiqui, a cura di G. Becker, 2 voll., Bonn 1885; Catalogue général des manuscrits des Bibliothèques publiques de France, II, Paris 1888, pp. 385-398; P. Lauer, Catalogue général des manuscrits latins, I, Paris 1939, p. 403; II, 1940, p. 158; C. R. Dodwell, The Canterbury School of Illumination 1066-1200, Cambridge 1954; N.R. Ker, English Manuscripts in the Century after the Norman Conquest, Oxford 1960; G. Nortier, Les bibliothèques médiévales des abbayes bénédictines de Normandie: Fécamp, Le Bec, Le Mont-Saint-Michel, Saint-Evroult, Lyre, Jumièges, Saint-Wandrille, Saint-Ouen, Paris 1967; M.T. Gibson, Lanfranc of Bec, Oxford 1978; B. Munk Olsen, L'étude des auteurs classiques latins aux XIe et XIIe siècles (Documents, Etudes et Repertoires publiés par l'Institut de Recherche et d'Histoire des Texts), III, 1, Les classiques dans les bibliothèques médiévales, Paris 1987.M. T. Gibson