HEILIGENKREUZ, Abbazia di
Abbazia cistercense situata nella valle del Danubio, presso Baden, in Austria Inferiore, appartenente un tempo alla diocesi di Passavia, oggi a quella di Vienna.La fondazione di H. risale all'11 settembre 1133 e si deve al margravio Leopoldo III di Babenberg il Santo (1095-1136), su iniziativa del figlio Ottone - vescovo di Frisinga (m. nel 1158) che, nel 1132, aveva vestito l'abito cistercense a Morimond, casa madre di H. -, e sorse sostanzialmente su un allodio appartenente ai Babenberg (v.), lungo il corso del Sattelbach nel Wienerwald.Sin dall'epoca del primo abate Gottschalk, un nobile austriaco (1133-1147), il monastero era abitato da ca. trecento monaci e conversi e la sua attività di colonizzazione in Austria, Ungheria e soprattutto Boemia è attestata da numerose fondazioni (per es. in Austria Zwettl nel 1138 e Lilienfeld nel 1206, Cikádor in Ungheria nel 1142, Goldenkron in Boemia meridionale nel 1263). Il continuo miglioramento della situazione economica dell'abbazia e il progressivo incremento delle sue proprietà - comprendente anche la donazione di villaggi, per lo più trasformati in grange - sono attestati peraltro dai privilegi emessi dai pontefici (Hörger, 1989).Con l'inizio della seconda metà del sec. 12° cominciò per H. una fase più problematica, in seguito ad aggressioni e rapine alle grange parallelamente alla progressiva riduzione del numero dei conversi, ovvero della forza lavoro specializzata gratuita, che dovettero iniziare a essere sostituiti da salariati, con conseguente aumento dei costi di produzione e riduzione del potere dell'abbazia sui mercati. La crisi indusse infine a progettare perfino (1206-1209) un trasferimento del monastero, con l'appoggio della casata regia degli Arpadi (Hörger, 1989), nell'Ungheria occidentale (od. Burgenland), regione dove comunque era situato il centro dell'attività di colonizzazione di H. grazie alle grange di Königshof (1203), presso Bruck an der Leitha, e di Mönchshof (1217), nell'area nordorientale del Neusiedler See.Nei dintorni di H. si trovavano piccole grange mentre quelle più importanti erano situate nella regione climaticamente più favorevole nell'area orientale del Wienerwald; la grangia di Trumau produceva principalmente cereali e prodotti ortofrutticoli, mentre quella di Thallern costituiva un'azienda vinicola a tutt'oggi attiva. A H. è stato rinvenuto un forno tardomedievale per la lavorazione del ferro (Pittioni, 1970), ma l'abbazia era impegnata anche in forniture di legname e nella produzione di botae, ovvero di stivaletti in feltro.La chiesa abbaziale di H., il monumento più importante del Romanico maturo austriaco, svolse un ruolo assai significativo nello sviluppo dell'architettura della Germania meridionale. Lo spazio interno della chiesa è caratterizzato dall'evidente contrasto fra corpo longitudinale romanico e coro 'a sala' gotico. Il corpo longitudinale venne edificato tra il 1135 e il 1160 come basilica a pilastri, i quali si presentano in sezione alternatamente quadrati e rettangolari; solo quelli più stretti mostrano una profilatura sulla faccia rivolta verso la navata centrale; questa definisce uno spazio austero e slanciato, per il quale è stata impiegata la definizione di geheime Gotik (Wagner-Rieger, 1988), uno spazio consapevolmente arcaico, elementare e semplice. Il cleristorio si eleva privo di articolazione, tranne che per i semipilastri con colonnine, interrotti da mensole poco al di sopra del livello delle arcature, che accolgono la ricaduta delle volte nei massicci costoloni a sezione quadrangolare, di forte risalto plastico. Il contrasto tra la parte inferiore della navata centrale e la copertura, plasticamente pesante, crea una tensione che rende questo ambiente uno degli esempi più notevoli dell'architettura cistercense (Wagner-Rieger, 1978; 1988).Nonostante sia stata ipotizzata per il progetto iniziale (Hahn, 1957) l'eventualità di un tipo di copertura diverso, forse a tetto, si ritiene piuttosto (Kubes, 1976; Wagner-Rieger, 1988) che la volta esistente sia stata progettata sin dall'inizio del cantiere - gli esempi dell'abbaziale di Klosterneuburg e della Marienkirche a Thernberg, in Austria Inferiore, potrebbero confermare la precocità della presenza di costoloni piatti e attribuire quelli di H. ancora entro la prima metà del sec. 12° (Wagner-Rieger, 1988) - e che la data di consacrazione 1187 possa coincidere con il completamento effettivo dell'edificio (Wagner-Rieger, 1988); secondo l'ipotesi di Hahn (1957), invece, la volta non risalirebbe a prima del 1160 o, più verosimilmente, a dopo il 1170-1180. Non è chiara l'origine del tipo di costolone impiegato, che si è voluto ricondurre all'Alsazia (Hahn, 1957), ma che è accostabile a esempi tanto dell'Italia settentrionale quanto dell'alto Reno, come per es. il transetto del duomo di Spira (Wagner-Rieger, 1988). Nelle navatelle ciascun pilastro presenta un semipilastro addossato che, oltre ad accogliere la ricaduta degli archi trasversali delle navatelle, funge da rinforzo anche per la copertura della navata centrale, conferendo un ritmo che definisce lo spazio in senso pienamente romanico. La navatella meridionale della Schottenkirche di Vienna (1161-1200), chiesa commissionata da Enrico II Jasomirgott (1141-1177) - il quale, figlio del margravio Leopoldo III, sosteneva economicamente intorno alla metà del secolo la fondazione cistercense del padre -, mostra stringenti analogie con le navatelle dell'abbaziale di H., a dimostrare il profondo legame di questa architettura con le tradizioni locali (Wagner-Rieger, 1978; 1988).Una recente ipotesi di Offenberger (1993a) ritiene evidente sul piano archeologico una sorta di 'mancanza di progetto' unico per l'abbaziale di H., almeno sino al principio del Duecento: un edificio a impianto basilicale del tipo lombardo alla metà del sec. 12° sarebbe stato riformulato mediante l'inserimento di uno stretto transetto, successivamente ampliato, del quale è stata rimessa in luce la parete meridionale, con nella parte alta tracce d'incendio relative forse al 1158; la seconda trasformazione potrebbe essere seguita a un rifacimento di tutta l'ala orientale del monastero.Nella valutazione dell'architettura di H. vanno comunque tenuti in considerazione (Wagner-Rieger, 1988) fattori quali la tradizione locale, che prediligeva edifici coperti a volte e articolazioni relativamente importanti, nonché l'esigenza, da parte della dinastia committente dei Babenberg, di realizzare edifici che risultassero rappresentativi; la stessa dinastia appare del resto committente in tutta la regione di architetture caratterizzate dalla copertura a volte, mentre proprio l'età di Leopoldo III si configura come il momento di passaggio dalla prima fase del Romanico a quella matura.Il coro gotico del tipo 'a sala', con terminazione rettilinea, consacrato nel 1295, appare in rapporto con altri edifici commissionati dagli Asburgo, come la scomparsa chiesa delle Domenicane a Tulln (1280-1290), e presenta ancora, nell'impianto unitario, la memoria della funzione di deambulatorio delle campate perimetrali, che mostrano volte pentapartite. Esso costituì un punto di partenza per la fioritura dell'architettura cistercense austriaca e anche boema nel corso del Trecento.Recenti scavi (Kaltenegger, 1991) hanno riportato alla luce il calefactorium medievale e resti delle cucine.Nell'abbaziale di H., nonostante la realizzazione di un programma di arredi nel corso del sec. 17°, si rinunciò a intervenire con stucchi e affreschi sull'edificio medievale (Klemm, 1992) in virtù di una certa sensibilità, attestata nei secc. 16°-17° in aree germanofone nei confronti dell'arte gotica (Hipp, 1979); ugualmente appare significativa l'intenzione di preservare in tal modo la dimensione storica della fondazione: si volle conservare cioè non soltanto uno stile, bensì un organismo architettonico che era manifesto dell'autorità spirituale dell'Ordine storicamente fondata e che, se poteva venire variato in alcuni dettagli (l'inserimento degli altari barocchi), rimaneva di fatto solidamente immutata.Le vetrate dell'abbazia di H. costituiscono un complesso che, nella molteplicità di variazioni di motivi ornamentali, non ha confronti. I fabbricati che conservano le vetrate originarie risalgono a fasi diverse. Con l'eccezione dei quattro medaglioni inseriti nell'ala settentrionale, le parti originali delle vetrate del chiostro, del coro dell'abbaziale e del lavabo risalgono a età medievale; le vetrate del chiostro vennero eseguite all'incirca fra il 1220 e il 1250; per quelle del coro una notizia d'archivio (Frodl-Kraft, 1972) le indica fatte eseguire al tempo dell'abate Sieghard (1284-1289); ma gli ultimi anni del suo abbaziato devono essere considerati un termine ante quem, perché l'importante impresa dovette certamente richiedere tempi lunghi e venne verosimilmente compiuta entro la data di consacrazione del coro; per le vetrate del lavabo, infine, la datazione è da collocarsi all'ultimo decennio del Duecento e anche stilisticamente esse sembrerebbero comunque precedenti a quelle del coro.Dal punto di vista compositivo, le vetrate del chiostro presentano motivi decorativi l'uno diverso dall'altro (correttamente ripristinati nel corso dei restauri) e solo occasionalmente vi compaiono per es. la croce, il pastorale, l'aquila o persino il volto umano. L'ornamentazione non è astratta nel senso stretto del termine, in quanto il repertorio decorativo risulta di fatto composto da racemi fogliati e palmette, ovvero da motivi fitomorfi, talora combinati con motivi geometrici. Alcune di queste vetrate sono correlate a esempi francesi, in particolare a quelle delle abbazie di Obazine e di Pontigny. Le vetrate del lavabo - restaurate nel 1884 specie nelle parti puramente ornamentali, seguendo tuttavia rigorosamente i motivi originali (Frodl-Kraft, 1972) - presentano un programma iconografico complesso, comprendente un 'albero genealogico' della dinastia dei Babenberg - esemplato probabilmente sul modello delle sculture dei fondatori nel coro occidentale di Naumburg (Sachsen-Anhalt) - e l'allegoria dei quattro imperi del mondo (in frammenti); dal punto di vista stilistico esse sono inserite nella tradizione locale, in quella fase di transizione che è caratteristica del passaggio fra sec. 13° e 14° ed è confrontabile, per es., con gli apostoli di Pichl bei Tragöss, in Stiria. Le vetrate medievali del coro che si sono conservate sono collocate sui lati orientale e settentrionale e comprendono figure di profeti e di santi; esse risultano in generale stilisticamente vicine a quelle del lavabo ed evidenziano nelle pieghe delle vesti una riduzione di valenza ornamentale.Di grande importanza fu l'attività dello scriptorium dell'abbazia di H., che produsse una notevole quantità di codici nel corso dei primi due secoli di vita del cenobio. Opera di grande rilievo è considerata il Legendarium magnum, del 1180-1190 ca., in quattro volumi, nel quale risulta evidente l'influsso inglese (Stiftsbibl., 11-14; Wienand, 19863, p. 415). Il catalogo più antico dell'abbazia (Stiftsbibl., 205) risale al tempo dell'abate Gottschalk e riporta una settantina di codici; nel 1374 l'abbazia arrivò a possederne più di trecento.La produzione dello scriptorium è stata suddivisa (Walliser, 1969) in cinque periodi principali. La prima fase di attività, negli anni 1133-1140, presenta codici con iniziali prevalentemente eseguite a penna, dalla cromia delicata, che lasciano intravedere con chiarezza modelli franco-inglesi; in particolare, sei manoscritti sono stati attribuiti a un disegnatore di notevole talento, lo stile del quale è stato definito 'stile della colonia dei fondatori' (Stiftsbibl., 244, 19, 91, 37, 201, 78). Il secondo gruppo di codici appartiene alla fase che arriva alla metà del sec. 12°; il terzo gruppo di codici, nei quali l'associazione di racemi e figure diviene progressivamente più frequente, risale al terzo quarto del sec. 12°; nell'ultimo quarto dello stesso secolo si riconosce un ulteriore avanzamento verso un naturalismo più deciso, oltre allo sviluppo di una vera e propria scuola locale. Nel primo quarto del Duecento infine, al tempo dell'abate Werner (1203-1227), si definì uno stile specificamente caratteristico dello scriptorium di H., con un tipo di ornamentazione in cui l'elemento riempitivo dominante delle iniziali rimase sempre il girale e il motivo decorativo principale dell'ornamentazione fitomorfa era dato da fogliame tardoromanico, a volte abitato da protomi animali.
Bibl.:
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