HIRSAU, Abbazia di
Monastero benedettino situato in Germania, nella Foresta Nera (Baden-Württemberg), centro nell'ultimo quarto del sec. 11° di una riforma monastica sulla linea di Cluny.Nell'830, nei pressi di una cappella dedicata a s. Nazario già esistente dal sec. 8°, fu fondato, come cella sancti Aurelii, un monastero privato dal nobile Erlafried e dal vescovo Notting di Vercelli, che aveva qui traslato da Milano le reliquie di s. Aurelio. Dotato di chiesa ad aula con il quadrato del coro ricavato nello spessore del muro (Dehio, Gall, 1993), fu abbandonato nel sec. 10° e rifiorì poi per volontà di papa Leone IX, il quale nel 1049 ne affidò la ricostruzione al nipote Adalberto II conte di Calw, che dal 1059 edificò la chiesa e gli edifici abbaziali, affidandoli poi ai monaci di Einsiedeln. Fu però l'abate Guglielmo (1069-1091) che trasformò H. in una grande comunità secondo la riforma di Gorze - già imposta a St. Emmeram di Ratisbona, monastero di provenienza di Guglielmo - e che consacrò nel 1071 St. Aurelius (Codex Hirsaugiensis; MGH. SS, XIV, 1883, pp. 254-265: 256).La chiesa è nota nel suo complesso sia per gli scavi archeologici del 1932-1936, che ne hanno rivelato diverse fasi costruttive, non sempre facilmente individuabili, sia per un dipinto di Sebald Bopp del 1480 ca., conservato nel Klostermus., che ne documenta i volumi esterni.L'edificio del 1059-1071 era, secondo una parte della critica, una basilica cruciforme a tre absidi (due delle quali sul transetto), navate laterali coperte da crociere costolonate e due torri posizionate a fiancheggiare la facciata occidentale, mentre una terza era collocata sull'incrocio. A questa fase altri studiosi riferiscono anche la scansione interna a colonne con capitelli a dado sgusciato, connessa a una terminazione rettilinea delle due navate laterali del coro tripartito, in sostituzione delle absidi sul transetto (Schmidt, 1952). Queste particolarità icnografiche secondo gli assertori della prima tesi sono al contrario riferibili a un intervento successivo, collocabile tra il 1080 e il 1120 ca. e quindi consistito non solamente in un ampliamento, ma in una vera e propria riedificazione da porre forse in relazione con l'adeguamento della chiesa alle nuove consuetudini cluniacensi, entrate in vigore a H. alla fine degli anni settanta (Mettler, 1909-1911; Hoffmann, 1950). Infatti Guglielmo dopo il 1076 vi introdusse la riforma cluniacense, sulla quale vennero improntate le Constitutiones Hirsaugienses del 1083-1088 (PL, CL, coll. 927-1146), che però ne costituivano una rielaborazione autonoma, per es. con l'inserimento della figura dei fratres conversi già istituiti nell'accezione moderna da s. Romualdo nel 1010-1015 e che con Guglielmo "penetrarono gradualmente in altre abbazie della Germania" (Sauvage, 1977, col. 766).Il monastero, sottoposto alla Santa Sede, divenne così un importante centro di riforma che durante la lotta per le investiture sostenne il papato contro l'impero e assunse sempre più una posizione preminente, anche perché Guglielmo era riuscito a infondere un entusiasmo tale nella sua comunità ecclesiastica che in pochi anni il movimento di H. arrivò a influenzare profondamente tutta la vita monastica tedesca dal Reno fino alla Carinzia, raggiungendo più di centoventi monasteri, legati da ideali comuni e dalla liturgia dei morti, senza però creare una vera e propria congregazione, ostacolata dall'ostracismo dei vescovi (Eschapasse, 1963, p. 46; Nothhelfer, 1990).Rapidamente, a causa delle molte richieste di ammissione, il St. Aurelius dopo il 1080 divenne troppo piccolo e l'abate Guglielmo fu costretto a iniziare sull'altra riva del fiume Nagold la costruzione di un monastero notevolmente più grande: St. Peter und Paul (1082 ca.-1091). In questo momento quindi si sarebbe rinunciato al rifacimento della chiesa di St. Aurelius, che potrebbe essere invece avvenuto parecchio più tardi, forse intorno al 1120 (Hoffmann, 1950). È tuttavia possibile che proprio allora, quando era in costruzione il nuovo monastero - la cui chiesa venne consacrata nel 1091 -, si fosse ritenuta necessaria una ricostruzione del St. Aurelius in base alle idee cluniacensi (Mettler, 1909-1911). Se invece l'edificio del 1059-1071 avesse già avuto il coro tripartito e le colonne nella navata, esso anche dopo l'introduzione delle Consuetudines cluniacensi sarebbe stato adatto alle nuove esigenze e soltanto successivamente sarebbe divenuto troppo piccolo (Schmidt, 1952).La nuova costruzione di St. Peter und Paul (Codex Hirsaugiensis; MGH. SS, XIV, 1883, p. 257), distrutta nel 1692 durante la guerra di successione del Palatinato, è conosciuta sia per gli scavi sia per i disegni e le incisioni che ritraggono le rovine nei secc. 18°-19° (Irtenkauf, 1959). Era una basilica a copertura piana e a tre navate, scandite da otto arcate sorrette da colonne e da una coppia di pilastri cruciformi che verso il presbiterio delimitava una campata più ampia, a costituire nella navata maggiore il chorus minor come luogo riservato ai fratres conversi (Kubach, 1972, p. 380), fiancheggiato da due ambienti a botte e sormontato dal campanile in legno. Nell'incrocio trovava posto il chorus maior per i patres (monaci-preti) sul quale si apriva il grande presbiterio, anch'esso a tre navate con terminazione rettilinea, che conteneva entro piccoli vani - rilevati negli scavi - gli altari mattutini all'uso cluniacense (Conant, 19662, p. 255), mentre sui lati orientali del transetto erano collocate due piccole absidi semicircolari a fiancheggiare, su piani arretrati, le navate laterali del coro. La costruzione era preceduta da una galilea a tre navate su pilastri che potrebbe aver fatto parte del progetto originario, databile appunto alla fine del sec. 11°, oppure derivare da un atrio coperto successivamente, in concomitanza cioè con l'edificazione delle due torri di facciata (1120 ca.), collegate tra loro da un ambiente.La chiesa sarebbe sorta, secondo una parte della critica, sul modello di Cluny II, soprattutto nell'ordinamento degli spazi - atrio, galilea, navata dei laici, chorus minor e chorus maior, presbiterio scandito in navate da archi (Eschapasse, 1963; Binding, 1990) - e concepita come antitesi al duomo di Spira, nella cui diocesi si trova H. (Badstübner, 1980; Hirsauer Bauschule, 1991); ma secondo altri la chiesa di St. Peter und Paul si sarebbe inserita più semplicemente nella vecchia tradizione e va quindi considerata come punto di arrivo dello sviluppo architettonico altorenano, che mantenne, accanto alle costruzioni a volta, la copertura piana su colonne, pilastri o alternanza dei sostegni per tutto il sec. 12° (per es. le chiese di Gengenbach, Alpirsbach, Sciaffusa, Lautenbach). Sarebbe quindi poco verosimile, secondo gli assertori di questa tesi, mettere in relazione H. con una corrente anti-imperiale di riforma monastica, in quanto il suo modello diretto sarebbe da rintracciare nella chiesa abbaziale di Limburg an der Haardt, che l'imperatore salico Corrado II aveva fatto erigere dopo il 1025, dove per es. è riscontrabile il motivo delle tre nicchie d'altare nel presbiterio rettilineo su una navata a colonne (Schürenberg, 1939; Kubach, 1972, p. 178). Quindi se è vero che "la regola monastica della riforma di H., collegandosi alla riforma di Cluny, si proponeva forse una struttura tripartita del coro (come a Cluny II)", la chiesa di St. Peter und Paul "non ha però, all'infuori di questa forma strutturale puramente funzionale, niente in comune con Cluny, come spesso invece si sostiene [...] La connessione tra Cluny e Hirsau, il collegamento tra la riforma di Hirsau e le regole di Cluny, è storicamente provata. Una connessione architettonica, com'è stata tante volte proposta, è, secondo le [...] conoscenze attuali e considerando obiettivamente i fatti, assolutamente inverosimile" (Kubach, 1972, p. 178).La critica dell'Ottocento e soprattutto quella novecentesca degli anni 1937-1950 ha parlato di scuola di H., raggruppando sotto questa definizione critica un particolare gruppo di edifici derivati da St. Peter und Paul, che a sua volta avrebbe ripreso da Cluny l'ordinamento degli spazi, corrispondente a determinate esigenze liturgiche; la chiesa di H., posta sulla linea architettonica di Cluny, era individuata come modello per gli altri conventi riformati nei quali venivano evidenziati ricorrenti 'segni' comuni: le colonne sormontate da capitelli a dado sgusciato o i pilastri privi di articolazione, collegati a una copertura piana sulle navate (per es. Alpirsbach, nella Foresta Nera, connessa geograficamente ed ecclesiasticamente a H., fondata nel 1095, prima dedicazione nel 1099, e completata dopo il 1127; Paulinzella, fondata tra il 1102 e il 1105; Sciaffusa, in Svizzera, terminata nel 1103-1104); le torri occidentali presenti unicamente dove era stato realizzato in modo completo il complesso galilea e atrio con torri (per es. Paulinzella); le torri orientali dovute a esigenze locali (per es. la Peterskirche di Erfurt, fondata nel 1103, con coro a tre navate concluso da absidi e torri orientali nel 1105 ca., terminazione orientale rettangolare a sostituzione dell'originaria conclusione absidata nel 1127-1147), in quanto generalmente ne veniva inserita una come campanile sulla parte orientale dell'edificio, ma non in un luogo prestabilito (Alpirsbach, Sciaffusa).Oltre a questi elementi presenti sugli edifici della riforma di H. ma non in modo sistematico e vincolante, la critica rilevava soprattutto, come caratteristica comune di quella che definiva scuola di H., la molteplicità degli spazi dell'area orientale, determinata appunto dall'aspetto liturgico, cioè la successione del chorus minor e del presbiterio a tre navate. Contrariamente però a ciò che avveniva a H., queste chiese presentavano generalmente una conclusione di tipo absidale, come per es. Alpirsbach dove alla terminazione a navate e absidi era legato anche il motivo delle tre nicchie interne per gli altari, o Sciaffusa, o ancora la Peterskirche di Erfurt, che costituisce il più grande edificio hirsaucense della Turingia, regione dove forse veniva preferito il coro a navate concluso da absidi perché già presente in edifici anteriori a H., come la chiesa del monastero di Ilsenburg e il St. Ulrich di Sangerhausen, fondato quest'ultimo tra il 1083 e il 1110-1116 dal langravio di Turingia (Badstübner, 1980).Gli edifici della c.d. scuola di H. sono dunque legati da particolari soluzioni e non da un vero e proprio progetto in toto; questi monumenti non presentano infatti un carattere unitario che faccia ipotizzare una vera e propria scuola, fondata su prescrizioni in qualche modo imposte dal centro (Wagner-Rieger, 1988), ma sono legati dall'interagire di 'segni', comuni anche alla chiesa di H., ma già peculiari all'architettura altorenana, e di disposizioni spaziali derivate dal pensiero della riforma cluniacense (Hirsauer Bauschule, 1991, p. 268).Già dalla metà del sec. 12° il monastero di H. cominciò a decadere, nonostante fosse dal sec. 11° anche sede di un importante scriptorium al quale è ascrivibile per es. il passionale in tre volumi del 1120-1130 (Stoccarda, Württembergische Landesbibl., 57), che è stato interpretato (Avril, in Avril, Barral i Altet, Gaborit-Chopin, 1982, trad.it. p. 194) come esempio di influenza nella valle dell'Alto Reno dello stile della miniatura romana, mediata dalla Bibbia che l'imperatore Enrico IV nel 1075 ca. aveva donato a H. (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 13001). Per la semplicità dei suoi disegni a penna, eseguiti con inchiostri di diversi colori, che contrasta "con la sontuosità ricercata dagli artisti ottoniani", il passionale è stato inquadrato negli "sforzi riformatori del papato [...] fermamente appoggiati ai limiti dell'impero dalla potente abbazia di Cluny" (Avril, in Avril, Barral i Altet, Gaborit-Chopin, 1982, trad.it. p. 194).
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