MAILLEZAIS, Abbazia di
Abbazia dedicata a s. Pietro, situata nel Poitou (dip. Vendée), fondata da Guglielmo IV detto Fierobraccio (963-994), duca di Aquitania e conte del Poitou, e dalla moglie Emma.M. si inscrive in quella grande ondata di ripopolamento e ricostruzione del basso Poitou che fece seguito alle incursioni normanne. Intorno al 973 fu edificata una prima chiesa, ancora esistente nel sec. 19°, nella quale si stabilirono monaci provenienti da Saint-Julien a Tours. Verso l'anno Mille la comunità monastica si installò a km 3 ca. di distanza, nell'area del castello che Guiglielmo V detto il Grande, figlio del fondatore, donò affinché nell'erigendo monastero fossero collocate le tombe della famiglia. L'abate Théodelin si premurò all'epoca di arricchire il patrimonio della nuova chiesa raccogliendovi alcune reliquie: un dente di s. Giovanni Battista e, principalmente, il corpo di s. Rigomero.Situata su un promontorio roccioso che sovrasta il Marais Poitevin, la grande abbaziale oggi diroccata è stata frequentemente attribuita a Théodelin, tesi che sembra smentita dalle caratteristiche architettoniche e ornamentali delle sue parti più antiche, che inducono a datarla piuttosto alla seconda metà del sec. 11°, ossia una generazione più tardi. Si tratterebbe quindi di una nuova ricostruzione della chiesa, probabilmente voluta dal cappellano di Ugo di Semur-en-Brionnais (abate di Cluny dal 1049 al 1109), Goderan, eletto abate nel 1060, divenuto vescovo di Saintes nel 1068, morto e sepolto a M. nel 1074. L'edificio fu poi più volte rimaneggiato.Nel 1317 M. fu scelta come sede di una diocesi distaccata da quella di Poitiers e la chiesa abbaziale divenne cattedrale; la sede vescovile fu trasferita a la Rochelle nel 17° secolo. Il monastero fu gravemente danneggiato durante le guerre di religione, e durante la Rivoluzione francese l'intera abbazia di M. fu devastata. Di epoca romanica rimangono le parti occidentali della chiesa e di epoca gotica alcuni tratti del braccio nord del transetto; il coro, che era stato riedificato in epoca rinascimentale, è completamente scomparso, mentre degli edifici monastici si conservano alcuni ambienti.Non essendo stati condotti scavi archeologici sistematici, è impossibile definire la pianta dell'abbaziale romanica nella sua totalità: è ancora visibile la navata centrale, fiancheggiata da navate laterali; essa era probabilmente conclusa da un transetto e da un coro, che doveva essere a deambulatorio con cappelle radiali, a meno che non fosse stato mantenuto quello della chiesa di Théodelin. Tale impianto coincide con la disposizione consueta nelle chiese delle grandi comunità monastiche maschili costruite nel Poitou nel sec. 11°, per es. Saint-Savin-sur-Gartempe, l'abbazia di Saint-Sauveur a Charroux, la maggior parte delle chiese di Poitiers, tutte nel dip. Vienne. Il Westwerk, provvisto di una parte centrale fiancheggiata da due torri più piccole, non sembra fosse previsto all'inizio della costruzione.La peculiarità del corpo longitudinale è costituita dall'alzato a due piani delle navate laterali - vanno comunque indicati esempi similari in Normandia, in particolare in Notre-Dame a Jumièges, e nella Champagne, soprattutto a Saint-Remi a Reims, dove Goderan era stato monaco - che, coperte a crociere, erano sormontate da tribune con volte a botte trasversali; di tale tipo di copertura si ha un esempio nelle navate laterali di Sainte-Marie-de-la-Charité, detta di Ronceray, e ad Angers (dip. Maine-et-Loire). Non è noto se la navata centrale avesse o meno un cleristorio, né se fosse coperta a volte o a capriate a vista.L'edificio presenta bei capitelli a decorazione fogliacea, uno dei quali abitato da tre uomini azzannati da leoni, ascrivibili alla grande famiglia dei capitelli di tipo corinzio della Francia orientale e centro-orientale - diffusi nella valle della Loira, in Normandia, nel Poitou, nel Limosino - del pieno sec. 11°; benché prevalgano le foglie di acanto, alcuni presentano anche una decorazione a fogliame ricoprente, come nel coro di Notre-Dame-la-Grande a Poitiers o nella torre dell'abbaziale di Saint-Paul a Cormery (dip. Indre-et-Loire). Il disegno e il rilievo denunciano una tendenza alla schematizzazione, come in Saint-Savin-sur-Gartempe e in Sainte-Radegonde a Poitiers; le composizioni sono chiare ed equilibrate.La parte centrale del Westwerk, fortemente aggettante rispetto alle torri, è composta attualmente da un ambiente sormontato da una tribuna, che costituiva in origine un ampio vestibolo aperto a O, i cui muri laterali si trovano addossati alla primitiva facciata della chiesa, decorata da archivolti modanati. In questo antico ingresso, dove sono state ritrovate alcune tombe, si scorgono ancora ridottissimi lacerti di pittura e due capitelli, ornati da volatili, che presentano molte somiglianze con quello della chiesa di Sainte-Radegonde a Poitiers. Delle stesse dimensioni del vestibolo era la tribuna, che una grande apertura metteva in comunicazione con la navata e che perciò aveva certamente funzione liturgica. Essa riceveva abbondante luce da quattro grandi finestre ed era decorata da arcate cieche, nello stile di quelle del transetto di Saint-Jean-de-Montierneuf a Poitiers, del 1070 ca.; la copertura era a botte disposta in asse con la navata, ma non è possibile stabilire se sopra la tribuna vi fossero altri livelli. Le torri laterali, che attualmente appaiono tanto imponenti, non erano altro che torri scalari costruite contemporaneamente al corpo di fabbrica centrale, funzione che ne spiega l'aspetto compatto, quasi da mastio; dalle navate laterali le scale davano accesso in sequenza alla tribuna occidentale, poi alle tribune sulle navatelle e presumibilmente alle celle campanarie. L'aspetto originale del Westwerk doveva corrispondere nella sua imponenza al tipo di quello dell'abbaziale di Marmoutier in Alsazia, oppure a un profilo in qualche modo simile a quello di Notre-Dame a Jumièges; era peraltro forse questo lo schema previsto, ma non realizzato, a Saint-Jean-de-Montierneuf a Poitiers.Alcuni interventi visibili nella muratura romanica di M. dimostrano che la chiesa è stata oggetto di numerose campagne edilizie. La sua costruzione può essere datata verosimilmente al 1060-1090, con una interruzione o una ripresa intorno al 1082, anno in cui si ha notizia di un terribile incendio; gli interventi gotici risultano databili verso il 1300.Alcune pregevoli sculture del sec. 12° - provenienti forse dal chiostro o dalla sala capitolare e attualmente conservate in una sala di M. e reimpiegate in alcune case - attestano l'alta qualità della decorazione plastica del monastero. Alcune sculture sulla facciata della parrocchiale di Saint-Nicolas, del sec. 12°, appaiono stilisticamente accostabili a quelle residue dell'abbazia.
Bibl.:
Fonti. - Petri Malleacensis monachi ad Goderannum abbatem libri duo de antiquitate et commutatione in melius Malleacensis insulae, a cura di P. Labbe, in PL, CXLVI, coll. 1247-1272.
Letteratura critica. - R. Crozet, Maillezais, CAF 114, 1956, pp. 80-96; M. Dillange, Maillezais, in Vendée romane (La nuit des temps, 44), La Pierre-qui-Vire 1976, pp. 37-47; id., Eglises et abbayes romanes en Vendée, Marseille 1983, pp. 113-124; id., L'abbatiale Saint-Pierre de Maillezais au XIe siècle, in Antiquités nationales, Bulletin archéologique du Comité des travaux historiques et scientifiques, n.s., 22, 1986, pp. 5-14; J. Mallet, Pays de Loire. La Vendée, Maillezais et Vouvant, in Le paysage monumental de la France autour de l'an mil, a cura di X. Barral i Altet, Paris 1987, pp. 600-602; Y. Blomme, M.T. Camus, R. Lévesque, Saint-Pierre de Maillezais, CAF 151 (in corso di stampa).M.T. Camus