ORVAL, Abbazia di
Abbazia cistercense del Belgio sudorientale, nella regione delle Ardenne, situata presso la località omonima.La sede di O. si trova al confine con la Francia, fra la Champagne e la Lorena, molto vicina a quella francese di Trois-Fontaines, dalla quale dipendeva. Nel 1132 i monaci di Trois-Fontaines - una delle prime filiae di Clairvaux, fondata nel 1118 dallo stesso Bernardo - si insediarono nell'antico sito benedettino di O., il cui complesso abbaziale era stato fondato nel sec. 11° da un gruppo di monaci provenienti dalla Calabria (Fossier, 1975). L'abate di Trois-Fontaines inviò a O. sei religiosi coordinati da Costantino, monaco di Clairvaux, perché si occupassero dell'abbazia, che passò così nella filiazione di Clairvaux.L'abbazia di O. fu incendiata due volte, nel 1251 e nel 1637, e devastata nel 1793 dalle truppe rivoluzionarie; dunque ciò che sussiste è in gran parte il risultato delle svariate ricostruzioni che si sono succedute dal 1926 in poi.La chiesa di O. ha una tipica pianta bernardina a tre navate, transetto e coro a terminazione rettilinea tra cappelle allineate. Oggi in rovina, la chiesa (lunga m 60, larga m 20) venne iniziata nel primo quarto del sec. 12° e terminata ai primi del secolo successivo. Anche l'alzato rispetta in linea di massima il c.d. piano bernardino; tanto le sei campate che scandiscono la navata centrale come le corrispondenti campate delle navate laterali sono coperte da volte a botte a sesto acuto, longitudinali al centro, trasversali ai lati. Il transetto, lungo m 30, e la campata di incrocio, coperta da volta esapartita, sono le parti meglio conservate (Noël, 1975). Anche la decorazione - esclusivamente scultorea - si allinea ai dettami bernardini di estrema semplicità nei capitelli decorati da foglie a crochets come nelle mensoline d'imposta. Nella facciata, che presenta un tetto a spioventi, un rosone esapartito sovrasta tre finestre e il sottostante portale (Grégoire, 1987).Il modulo ad quadratum, che rende il sito cistercense di O. un esempio di razionalità e funzionalità architettonica, si ritrova anche nella disposizione degli ambienti attorno alla chiesa, destinati alla vita dei monaci e al loro lavoro. Molti ambienti sono riservati in particolare alle strutture agricole, secondo una tipologia abbastanza unitaria, leggibile nelle grandi grange cerealicole del Nord della Francia: edifici piuttosto grandi e divisi all'interno in tre navate (Condrotte, 1966-1967; Noël, 1975; Zakar, 1978; Grégoire, 1987).Come è noto, la produzione libraria cistercense è stata copiosa e diversi codici miniati - per lo più nello stile monocromo tipico dell'Ordine - sono conservati anche nella bibl. di O. (Załuska, 1989).
Bibl.:
Fonti. - Bernardo di Chiaravalle, Apologia ad Guillelmum Abbatem, a cura di R. Amerio, in Opere di San Bernardo, a cura di F. Gastaldelli, I, Trattati, Milano 1984, pp. 121-217: 207-215.
Letteratura critica. - M. Aubert, L'architecture cistercienne en France, Paris 1947, I, pp. 236-240; A. Dimier, Eglises cisterciennes sur plan bernardin et sur plan bénédictin, in Mélanges offerts à René Crozet, II, Poitiers 1966, pp. 697-704; M. Condrotte, Les granges de l'abbaye d'Orval, Le pays gaumais 27-28, 1966-1967, pp. 179-210; A.M. Romanini, ''Povertà'' e razionalità dell'architettura cistercense del XII secolo, in Povertà e ricchezza nella spiritualità dei secoli XI e XII, "Atti dell'VIII Convegno del Centro di studi sulla spiritualità medievale, Todi 1967", Todi 1969, pp. 189-225; R. Fossier, La place des cisterciens dans l'économie picarde des XIIe et XIIIe siècles, in Aureavallis. Mélanges historiques réunis à l'occasion du neuvième centenaire de l'abbaye d'Orval, Liège 1975, pp. 273-281; R. Noël, Orval et l'économie cistercienne aux XIIe et XIIIe siècles. Elevage et pâturage entre la Semois et la Chiers, ivi, pp. 283-296; A.M. Romanini, Il "Maestro dei Moralia" e le origini di Cîteaux, StArte, 1978, 34, pp. 221-245; id., Aggiornamenti sull'arte cistercense, in I Cistercensi e il Lazio, "Atti delle Giornate di studio dell'Istituto di storia dell'arte dell'Università di Roma, Roma 1977", Roma 1978, pp. 31-35, 125-126; W. Krönig, Zur historischen Wertung der Zisterzienser Architektur, ivi, pp. 43-50; P. Zakar, La legislazione cistercense e le sue fonti dalle origini fino al 1265, ivi, pp. 127-134; A. Cadei, Immagini e segni nella scultura architettonica cistercense, in Presenza benedettina nel Piacentino 480-1980, "Atti delle Giornate di studio, Bobbio-Chiaravalle della Colomba 1981", Bobbio 1982, pp. 145-158; A.M. Romanini, La storia dell'arte e la polemica Clairvaux-Cluny, in Alla memoria di Renata Cipriani, Paragone 34, 1983, 401-403, pp. 6-29; M. Righetti Tosti-Croce, Architettura e economia: ''strutture di produzione'' cistercensi, AM 1, 1983, pp. 109-128; id., Architettura monastica: gli edifici. Linee per una storia architettonica, in Dall'eremo al cenobio. La civiltà monastica in Italia dalle origini all'età di Dante (Antica Madre, 10), Milano 1987, pp. 486-575; P. Grégoire, L'abbaye d'Orval à l'aube de la sydérurgie industrielle, Le pays lorrain 68, 1987, 2, pp. 51-87; A. Cadei, Architettura monastica, "Atti dell'11° Congresso internazionale di studi sull'Alto Medioevo, Milano 1987", Spoleto 1989, II, pp. 795-813; Y. Załuska, L'enluminure et le Scriptorium de Cîteaux au XIIe siècle (Cîteaux. Commentarii Cistercienses, studia et documenta, 4), Cîteaux 1989, pp. 149-167.V. Santoleri