‛ABD al-MALIK (\arabo\)
Il 2° califfo della dinastia degli Omayyadi (v.) (56-86 ègira = aprile 685-ottobre 705). Succeduto a 39 anni al padre Marwān, il restauratore della dinastia, ‛Abd al-Malik ne continuò l'opera di sottomissione dei ribelli, raggiungendo la completa pacificazione dell'impero, specialmente coll'aiuto del grande ministro al-Haggiāǵ (v.). Proseguì le conquiste, estendendole specialmente nell'Africa del nord, prodromo dell'occupazione musulmana della Spagna. ‛Abd al-Malik fu il vero organizzatore dell'impero arabo: sotto di lui fu unificata l'amministrazione, che prima era pressoché autonoma nelle varie provincie e continuava, nei sistemi e perfino nella lingua, la tradizione bizantina e sasanide: l'arabo fu introdotto come sola lingua dell'amministrazione in luogo del greco e del pehlevico; le monete degli imperatori di Bisanzio e dei re persiani vennero sostituite con altre, recanti iscrizioni arabe. La tradizione storiografica araba ha serbato memoria della personalità energiea, ma agile ed amabile del grande califfo, che si segnalò anche come buon poeta e oratore: qualità, queste, non infrequenti tra i sovrani musulmani.
Bibl.: Enciclopedia dell'Islam, Leida 1908 e segg., in edkizione francese, inglese, tedesca, I, pp. 51-52; L. Caetani, Chronographia Islamica, Parigi [1912 e segg.], I, pp. 751-1036, 1040-1041; v. anche omayyadi. Moltissimi aneddoti su ‛Abd al-Malik sono raccolti nella sezione a lui dedicata dell'opera storica Ansāb al-ashrāf di al-Balādhuri (v.), testo arabo edito da W. Ahlwardt (Greifswald 1883) e non tradotto finora in alcuna lingua europea.