‛ABD ul-ḤAMĪD II
Sultano ottomano (1876-1909), 34° della serie. Figlio del sultano ‛Abd ul-Megīd I (1839-1861), succedette il 31 agosto 1876 al fratello Murād V, che regnò solo tre mesi e fu deposto dal Comitato liberale guidato da Midḥat Pascià. Egli iniziò il suo regno con la elargizione di una Costituzione. Il 23 dicembre 1876 si radunò a Costantinopoli il primo Parlamento ottomano, nel giorno stesso in cui le Potenze (Austria, Inghilterra, Russia) inauguravano in quella città una conferenza per proporre le riforme ritenute necessarie alla protezione delle popolazioni cristiane nell'impero. Le proposte di concedere autonomie alla Bulgaria occidentale (capitale Sofia) ed alla Bulgaria orientale (capitale Trnowo) non furono accettate dalla Turchia. Il 23 aprile 1877 la Russia richiamò il suo ambasciatore a Costantinopoli, Ignatiev, e dichiarò la guerra, che fu breve e disastrosa per i Turchi nonostante alcuni episodî di valore e di resistenza sul Danubio. I Russi occuparono nell'Anatolia di NO. le città di Qārṣ e di Bāyazīd e avanzarono nella Turchia europea, con l'aiuto dei Romeni, dei Serbi e dei Montenegrini sollevatisi. Alla fine di gennaio del 1878 furono iniziati ad Adrianopoli i preliminari di pace ed il 3 marzo a Santo Stefano, alle porte di Costantinopoli, fu conclusa la pace. La Russia ottenne la costituzione di un vasto principato bulgaro, l'ingrandimento del Montenegro, il riconoscimento dell'indipendenza della Serbia e della Romenia (alla quale tolse la Bessarabia), e si assicurò il possesso di Qārṣ, Bāyazīd, Bāţūm e Ārdahān. Austria ed Inghilterra dichiararono di non riconoscere il trattato di Santo Stefano; fu necessario convocare a Berlino il famoso congresso (13 giugno-13 luglio 1878), che ridusse i confini del principato di Bulgaria, costituì una provincia autonoma della Romenia orientale con capitale a Filippopoli, approvò la cessione di Antivari e Dulcigno al Montenegro, la restituzione della fortezza di Bāyazīd alla Turchia, la cessione di Cipro all'Inghilterra, e fissò riforme per la Bosnia e l'Erzegovina.
Dopo il congresso di Berlino ‛Abd ul-Hamīd prese a esercitare tirannicamente e dispoticamente la sua sovranità, svolgendo quella politica tipica di reazione ammantata di giustizia e di zelo panislamico, che caratterizza il suo lungo regno. Midḥat Pascià, caduto in disgrazia per l'esito infelice della guerra turco-russa, fu esiliato nel 1880 e fu ucciso nel 1884 in Arabia. Il Parlamento non fu più convocato dal 1878 in poi. Il sultano si circondò di consiglieri e di persone influenti per prestigio religioso, inviò nelle provincie emissarî e propagandisti, sorvegliò la stampa. Il palazzo imperiale di Yildiz presso Costantinopoli, da lui edificato, diventò un centro di intrighi e di congiure.
Nuovi insuccessi politici e nuove perdite di territorio infiacchivano il decrepito impero; nel 1881 la Francia, occupando Tunisi, riduceva considerevolmente il dominio ottomano nell'Africa. Continuavano le agitazioni tra gli Alhanesi, i Greci, i Bulgari soggetti all'impero e si acuiva la questione degli Armeni, un milione circa, specialnente numerosi nei vilōyet orientali e meridionali dell'Anatolia, che volevano essere protetti dagli assalti dei Curdi, dei Lazi e dei Circassi, e coltivavano speranze di autonomia e di libertà. I massacri degli armeni del 1895-97 a Trebisonda, Erẓerūm, Cesarea, Bitlīs, Sīwās, Wān, Malāţia, Mārdīn, Costantinopoli, irritarono l'opinione pubblica europea e indebolirono maggiormente la consistenza dell'impero, al quale non giovò molto il successo militare ottenuto nella guerra contro i Greci (1897).
Dal 1878 in poi s'accrebbe assai in Turchia l'influenza tedesca, a scapito di quella francese ed inglese, sia negli affari economici che in quelli culturali e politici. La visita di Guglielmo II ad ‛Abd ul-Hamīd II nel 1898, e il successivo viaggio a Gerusalemme e a Damasco, diedero all'imperatore tedesco fama di paladino della Turchia e del mondo musulmano, nel quale da alcuni anni ‛Abd ul-Hamīd II svolgeva un'attiva e penetrante propaganda panislamica.
L'ultimo decennio del regno di ‛Abd ul-Hamīd II è distinto da un più maturo e cosciente sviluppo del movimento liberale e rinnovatore, tanto maggiormente tenace e convinto quanto più fieramente combattuto dal regime sultanico. La letteratura turca, dopo tentativi che duravano da un cinquantennio, andava nazionalizzandosi e modernizzandosi sul tipo occidentale. Le idee di libertà si affermavano nonostante la censura nei libri e nei giornali; la persecuzione favoriva il formarsi di organizzazioni segrete sparse in tutto l'impero con diramazioni in Europa; specialmente nelle guarnigioni della Turchia europea (Salonicco) s'infiliravano le idee rivoluzionarie del partito noto in Europa col nome di Giovani Turchi. Il 22 luglio 1908 in nome del comitato "Unione e Progresso" (Ittiḥād we-Taraqqī) si sollevarono le truppe del 3° Corpo d'Armata (Macedonia) e marciarono su Costantinopoli. Il 24 luglio fu formato il governo unionista; la Costituzione (neshrūṭiyyet) del 1876, diventata lettera morta, fu richiamata in vigore e fu riconvocato il Parlamento.
‛Abd ul-Hamīd tentò di soverchiare il movimento rivoluzionario appoggiando nascostamente una controrivoluzione degli elementi reazionarî, che scoppiò il 13 aprile 1909; le truppe unioniste rioccuparono però Costantinopoli il 24 aprile: ‛Abd ul-Hamīd (noto in Europa e negli scritti dei Turchi rivoluzionarî come il "Sultano Rosso") venne deposto e fu chiamato a succedergli il fratello Meḥmed V (Reshād).
Bibl.: Per questo periodo sono da consultare l'opera dell'Engelhardt, La Turquie et le Tanzimat, Parigi 1882-83; i libri di R. Pinon, V. Bérard, I. Gaulis, ecc.; inoltre E. De Amicis, Costantinopoli, Milano 1877-78; E. Driault, La question d'Orient, 6ª ed., Parigi 1914, tradotta pure in turco; V. Mantegazza, La Turchia liberale e le questioni balcaniche, Milano 1908. Copiosa bibliografia è data da N. Jorga, Geschichte des osmanischen Reiches, Gotha 1913, V, pp. 567-623. Tra gli storici ottomani: Aḥmed Midḥat Efendī, Uss-i Inqilāb (storia dell'anno 1876); Zubdet ul-Haqā'iq (storia della guerra russo-turca del 1877-78), ecc. Inoltre: The Life of Midhat Pasha scritta da ‛Alī Ḥaidar figlio di Midḥat Pascià, Londra 1903; Murād Bey, Le Palais di Yildiz, Parigi 1895; ecc.