SALAM, Abdus
Fisico pakistano, nato a Jhang il 29 gennaio 1926. Laureatosi al St. John College di Cambridge in fisica matematica (1949), ha ottenuto il Ph.D. in fisica teorica presso il Cavendish Laboratory (1952) con una dissertazione sull'elettrodinamica quantistica. Ritornato in Pakistan, è stato professore di matematica al Government College di Lahore (1951-54). In seguito è stato lecturer presso l'università di Cambridge (1954-56) e professore di Fisica teorica all'Imperial College di Londra (dal 1957). Estremamente sensibile ai problemi dei paesi in via di sviluppo, nel 1964 propose all'Atomic Energy Agency di Vienna la creazione di un centro di studi di fisica delle alte energie a Trieste rivolto soprattutto alla formazione degli studiosi del Terzo Mondo; di tale International Centre for Theoretical Physics è direttore dalla fondazione. Ha ricoperto numerosi altri incarichi in associazioni scientifiche e umanitarie internazionali: è stato, tra l'altro, segretario scientifico delle Conferenze di Ginevra sull'uso pacifico dell'energia atomica (1955 e 1958) e chairman dell'United Nations Advisory Committee on science and technology (1971-72).
Nel 1979 gli è stato conferito, assieme a S. Weinberg e Sh.L. Glashow, il premio Nobel per la fisica per il contributo alla teoria elettrodebole. Tra gli altri riconoscimenti ottenuti si ricordano la Royal Medal della Royal Society di Londra (1978), la medaglia Matteucci dell'Accademia Nazio nale dei Lincei (1978) e la medaglia d'oro Lomosonov dell'Accademia delle Scienze sovietica (1983). È socio di numerosissime accademie, tra cui l'Accademia dei Lincei (dal 1979), la Royal Society, la Pontificia Accademia delle Scienze, e l'American National Academy of Science.
S. ha contribuito in misura determinante a sviluppare la teoria elettrodebole, capace di trattare in modo univoco le forze elettromagnetiche e deboli. Questa teoria prevede l'esistenza di quattro particelle di cui una, il fotone, nota da molti anni, le altre W+, W− e Z0 (mediatori delle forze deboli) di massa pari a circa 100 volte quella del protone. La parte più innovativa di questa teoria, cui hanno collaborato in modo indipendente anche Glashow e Weinberg, riguardava il meccanismo attraverso il quale si evidenziava tale massa, allorché alle alte energie si creava una spontanea rottura della simmetria di campo. Attraverso una particolare applicazione della teoria di rinormalizzazione, S. poté anche attribuire un valore a tale massa, risultato poi molto vicino a quello trovato per via sperimentale. Una prima conferma della teoria si ebbe già nel 1973 con la scoperta delle correnti deboli neutre; dieci anni più tardi, presso i laboratori del CERN di Ginevra, il gruppo UA2 diretto dal fisico italiano C. Rubbia poté osservare le particelle previste da S. e i suoi colleghi mediante un anello di accumulazione protoni-antiprotoni.
Opere principali: Aspects of quantum mechanics (1972), Supergravity in diverse dimensions (1987). Da ricordare anche la raccolta di saggi Ideals and realities (1984; trad. it., 1986).