ABGAR (dal siriaco Abhgâr o Awgâr; greco "Αβγαρος o Αὔγαρος)
Fu il nome di parecchi re della città di Edessa nella Siria settentrionale, i quali regnarono qualche secolo avanti e dopo Gesù Cristo. Tra questi Abgar IX (179-216 d. C.) passò dal paganesimo al cristianesimo.
Al nome di Abgar V, il Nero (Ukkâmâ), che regnò dal 4 a. C. fino al 7 d. C. e dal 13 al 50, si riconnette una pia leggenda, molto diffusa specialmente nelle chiese cristiane dell'Oriente, conservata in diverse versioni, in siriaco, in armeno, in greco, in romeno, in bulgaro. Secondo essa il re Abgar d'Edessa avrebbe scritto una lettera a Gesù Cristo, portata a Gerusalemme dal corriere del re, Anania, colla quale egli avrebbe pregato il Signore di venire ad Edessa per guarirlo. Gesù Cristo gli avrebbe risposto che la sua missione si limitava alla Giudea e che, adempiuta la sua missione, ascenderebbe al cielo. Comunque il Signore gli avrebbe promesso di mandargli un discepolo. Infatti Adday o Taddeo, uno dei settanta discepoli di Gesù Cristo, sarebbe andato ad Edessa ed avrebbe guarito il re e predicato il Vangelo nella città, nel 29 d. C.
Nella versione siriaca l'autore dello scritto dichiara di chiamarsi Labubnâ e di aver attinto per il suo racconto agli archivî dei re ad Edessa. Secondo questa versione Anania avrebbe recato seco per il re un'immagine del Cristo. Lo spunto alla leggenda è stato dato con verosimiglianza dalla conversione di re Abgar IX al cristianesimo. La lettera stessa divenne un amuleto assai diffuso.
Bibl.: R. A. Lipsius, Die edessenische Abgar-Sage, Brunswick 1880; L.-J. Tixeront, Les origines de l'Église et la légende d'Abgar, Parigi 1888; R. Duval, Histoire politique et littéraire d'Édesse, ecc. Parigi 1892; N. Cartojan, Legenda lui Avgar, Bucarest 1925; S. Saleville in Echos d'Orient, XV, pp. 442 segg. e 481 segg.