ABIA (ebraico 'Ăbhiyyahū, e nei libri dei Re forse per errore grafico 'Abiyyam; Vulgata Abia e Abiam)
Re di Giuda per poco meno di tre anni, dal diciottesimo al ventesimo anno di regno di Jeroboam d'Israele, verso il 900 a. C. Era figlio di Roboam e della moglie favorita di costui, Maacha: questa donna è presentata in III (I) Re XV, 2 come figlia di Abisalom (o di Absalom, in II Cronache, XI, 20), mentre in II Cron., XIII, 2 è chiamata Michaia e presentata come figlia di Uriel di Gabaa. A. fu scelto dal padre per la successione nel trono, a preferenza di moltissimi altri suoi fratelli, perchè il re prediligeva, fra le altre sue mogli, la madre di lui (II Cron., XI, 20-23); pur tuttavia sembra che Abia non avesse speciali doti personali e che trascorresse una giovinezza molle.
In III (I) Re, XV, 3 si dice che A. "camminò in tutti i peccati di suo padre... e il suo cuore non fu perfetto verso Jahvè suo Dio", cioè che praticò l'idolatria; invece nel racconto di II Cron., XIII, Abia appare come uno zelante jahvista, fermo teocratico, e anche valoroso guerriero. In conseguenza il cronista fa risaltare straordinariamente la vittoria che A. riportò sul re Jeroboam: le cifre date in questo racconto sono 400.000 guerrieri scelti dalla parte di A., 800.000 (esattamente il doppio) da parte di Jeroboam; costui tuttavia ebbe 500.000 uccisi in battaglia, e molte terre occupate da A. Alcuni interpreti moderni hanno creduto che queste cifre, così elevate, siano sorte per cattiva trascrizione del testo ebraico; mancando però qualsiasi argomento testuale in favore di tale ipotesi, sembra più giustificato supporre che dette cifre provengano dal cronista stesso. A. fu sepolto nella città di David.