ABIDO
. Città dell'antico Egitto, rinvenuta intorno l'odierna el-‛Arābah el-Madfūnah sul deserto occidentale presso el-Bályanā, a circa 530 chilometri a sud del Cairo. Il nome italiano deriva dal greco "Αβυδος, che rende la forma egiziana e' bôṣe ('bŞ. w.) in copto sahidico ebōt.
La regione fu abitata sin dal periodo preistorico, e un villaggio di questo tempo venne trovato presso el-‛Alāwnah. La città, sita precisamente ad el-Khirbah, aveva un tempio venerato di Osiri, dio sole ed insieme dio dei morti; sotto la sua protezione, in Umm el-ga‛āb, vollero essere sepolti i re delle due prime dinastie (3193-2701 a. C.), che risiedevano nella vicina This (el-Khirbah). Le tombe del regno antico e del medio regno occuparono due colline a nord della città, dove esiste pure un antico palazzo reale arieggiante a fortezza che chiamano Shūnet ez-zebīb. L'importanza religiosa del sito crebbe ancor più quando, nel primo Medioevo egiziano tra la VIII e la XI dinastia, la tomba del re Ṣer Atōte I, il secondo dei Faraoni, fu creduta quella del dio Osiri. Da allora il pellegrinaggio e la sepoltura, sia pure fittizia, presso il santo sepolcro divenne il voto di ogni persona pia (cfr. Plutarco, De Is. et Os., 20). Già nel 1867 a. C. troviamo istituiti in Abido i misteri sacri, in cui la processione dal tempio alla tomba, chiamata "Ingresso, o regione, dell'albero Pōqer", e il successivo ritorno mimavano il combattimento e il trionfo di Osiri sulla banda ribelle del dio Sēth. Durante il nuovo regno la necropoli si estese verso el-‛Arābah el-Madfūnah e là sorsero i templi funerarî di Ramessēse I, di Sethos I, di Ramessēse II. Quello di Sethos formò già la meraviglia degli antichi, che lo celebrarono quale "reggia di Memnone" ovvero "Memnonio", identificando il Faraone per il suo prenome Nebmarīe con l'eroe Memnon. Di certo la finezza e la grazia dei bassorilievi che adornano questo monumento, non si notano mai altrettanto bene congiunte nei prodotti dell'arte egiziana. Il tempio, che venne scavato dal Mariette nel 1859, fu compiuto solo da Ramessēse II, tra il 1300 e il 1233 a. C. A differenza di tutti gli altri templi dell'Egitto esso è diviso in sette cappelle; le tre a sinistra dedicate alla triade osiriana, ossia Osiri, Isi e Hōr; quella di centro, al dio Ammōn di Tebe, la maggiore divinità dell'impero; le due successive di destra, al dio Ptah menfita, e al dio Rīe eliopolitano; l'ultima è dedicata allo stesso Sethos divinizzato. In memoria degli antichi Faraoni sepolti nella regione, il re si fece rappresentare in una cella laterale in atto di fare offerte funerarie a settantasei suoi predecessori. Questa famosa lista di nomi costituisce la cosiddetta "seconda tavola di Abido", scoperta dal Mariette nel 1864. Una copia del tempo di Ramessēse II, era stata trovata dal Bankes nel 1818 e portata al British Museum di Londra. Gli scavi del 1903, 1911 e 1926, hanno messo alla luce, dietro il tempio, un santuario minore che fu stimato essere l'Osireion, ossia la tomba del dio Osiri. ln realtà è un cenotafio di Sethos I, ch'egli lasciò incompiuto e venne proseguito poi dal suo successore Merneptah.
La città, già una delle più popolose dell'Egitto, ai tempi di Strabone (24-20 a. C.) era ridotta a un villaggio insignificante. Un consultato oracolo del dio Bes vi menziona ancora Ammiano Marcellino (360 d. C.).
Bibl.: E. Amélineau, Les fouilles d'Abydos en 1897-98 et la découverte du tombeau d'Osiris in Comptes-Rendus de l'Acad. Inscr. et Belles-Lettres, ser. 4ª, XXVI (1898); Les nouvelles fouilles d'Abydos, voll. 3, Parigi 1899-1904; E. Amélineau, Le tombeau d'Osiris, Parigi 1899; J. Baikie, The Life of the ancient East, Londra 1924, pp. 19-48; J. Capart, Abydos: le temple de Seti I, Bruxelles 1912; A. Mariette, Abydos, description des fouilles exécutées sur l'emplacement de cette ville, Parigi 1869-1880; id., Catalogue général des monuments d'Abydos, Parigi 1880; M. A. Murray, The Osireion at Abydos, Londra 1904; E. Naville, The excavations at Abydos, Londra 1913-14; E. Peet, The cemeteries of Abydos, Londra 1913; W. M. Flinders Petrie, Abydos, Londra 1902-03; id., Royal tombs of the first dynasty, Londra 1900-1902.