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abituato

Enciclopedia Dantesca (1970)
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abituato


Nel senso di " che ha contratto l'abito o la consuetudine ", in Cv I VI 8 uno abituato di latino non distingue, s'elli è d'Italia, lo volgare [inghilese] da lo tedesco, per designare chi ha ‛ l'abito ' della lingua latina, acquisito con l'esercizio di essa (v. anche ABITO). In Pg XXIX 146 E questi sette col primaio stuolo / erano abitüati, a. sta per " vestito ", " indossante l'abito "; nota il Buti: " cioè erano vestiti di bianco ad uno modo " (v. anche VE II II 2). Cfr. il latino medievale habituare, " vestire ", " indossare ", e habituati, " vestiti ", detto anche di coloro che indossavano l'abito sacerdotale; per il Nencioni l'abituare romanzo forse potrebbe apparire " una neoformazione latinistica di età romanza ". V. anche LATINISMI.

Bibl. - G. Nencioni, Note dantesche, in " Studi d. " XL (1963) 7-17.

Vocabolario
abituazióne
abituazione abituazióne s. f. [der. di abituare]. – 1. non com. L’abituare, l’abituarsi o l’essere abituato a qualche cosa: l’a. fa che si sente l’odore degli altri, e non si fa caso del nostro (Goldoni). 2. Con sign. specifico, in etologia,...
abitüare
abituare abitüare v. tr. [dal lat. tardo habituare, der. di habĭtus -us «abitudine»] (io abìtuo, ecc.). – Far prendere un’abitudine fisica o morale: a. i figli allo studio, al dialogo, al lavoro; a. a sopportare il dolore. Rifl., contrarre...
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