ABRĀHĀM ben ḤIYYĀ (Abraham Judaeus)
Matematico ebreo, visse nella prima metà del sec. XII a Barcellona; per qualche tempo sembra aver dimorato in Provenza. Rivestì cariche pubbliche, per cui ebbe il titolo ebraico di Nāṡī (principe) e quello arabo di Ṣāḥib ash-sḥurṭah (comandante della guardia; presso Platone da Tivoli Savasorda). Scrisse in ebraico: 1° Yesōdē ha-Tebūnāh u-Migdal ha-Emūnāh (I fondamenti della saggezza e la torre della fede), enciclopedia matematica; 2° Ṣūrat hā-Āreṣ (La forma della Terra), trattato di geografia astronomica e di astronomia, tradotto in latino due volte; 3° Ḥeshbōn Mahlekōt ha-Kōkābīm (Calcolo dei corsi delle stelle), trattato di astronomia; 4° Lūḥōt (Tabelle astronomiche); 5° Sēfer ha-‛Ibbūr (Libro del calendario), sul calendario giudaico; 6° Ḥibbūr ha-Meshiḥāh we-ha-Tishbōret (Trattato della misurazione e del calcolo geometrico) che fu tradotto in latino da Platone da Tivoli col titolo Liber Embadorum, e fu seguito da vicino dal Fibonacci nella sua Practica Geometriae; 7° Higgayōn ha-Nefēsh (Meditazione dell'anima), operetta popolare di filosofia religiosa; 8° Megillat ha-Megalleh (L'opuscolo del rivelatore), calcolo dell'epoca dell' avvento del Messia, che doveva secondo lui essere il 1358; 9° altre operette minori. Insieme con Platone da Tivoli tradusse varie opere di matematica dall'arabo in latino. La sua produzione scientifica ha grande importanza, ché fu tramite, dei primi e più notevoli, al passaggio della scienza matematica araba nel mondo europeo.
Per i mss., le edd. e le tradd. v. Steinschneider, Gesamm. Schriften, I, Berlino 1925, pp. 333-406, e Guttmann, Introd. al n. 6, Berlino 1912-13, pp. x-x111; Megillat ha-Megalleh, ed. Poznański-Guttmann, Berlino 1924.
Bibl.: Steinschneider, op. cit.; Guttmann, op. cit.; Husik, History of Mediaeval Jewish Philosophy, New York 1916, pp. 114-124.