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ORTELIO, Abramo

di Roberto Almagià - Enciclopedia Italiana (1935)
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ORTELIO (Ortels), Abramo

Roberto Almagià

Uno dei maggiori geografi e cartografi del sec. XVI, nato ad Anversa il 4 aprile 1527 da famiglia originaria di Augusta, morto ad Anversa il 28 gennaio 1598. Rimasto a dieci anni orfano di padre, dopo alcuni anni di studî umanistici e particolarmente storici, fu, appena ventenne, impiegato in un laboratorio cartografico, dove s'iniziò all'arte nella quale più tardi doveva eccellere. Dal 1550 circa fece frequenti viaggi, specie a Parigi e più ancora a Francoforte, la cui fiera aveva importanza sia per la ricerca sia per lo smercio delle carte, e dove nel 1554 conobbe il celebre Mercatore. Con questo fece nel 1560 un viaggio in Francia; negli anni precedenti aveva visitato più volte l'Italia, dove allacciò amicizie e corrispondenze. Sin dal 1558 era entrato in relazione con Cristoforo Plantin, il celebre stampatore di Anversa, del quale divenne poi amico intimo. Sembra che per l'incitamento e l'esempio di Mercatore si volgesse direttamente alla elaborazione di carte geografiche.

Nel 1564 terminò il suo mappamondo, Typus Orbis Terrarum, per il quale egli, non nutrito di studî matematici, imitò la proiezione ovale di Benedetto Bordone; nel 1565 pubblicò una carta dell'Egitto, nel 1567 una grande carta dell'Asia, attinta in parte a quella di G. Gastaldi. Ma a quest'epoca l'O. lavorava già alla sua massima opera, cui si era accinto per consiglio del suo amico J. Rademaker: un atlante moderno, che apparve nel 1570 col titolo di Theatrum Orbis Terrarum in 70 carte (su 53 fogli) incise da Francesco Hogenberg. In esso, come in precedenti raccolte italiane (venete e romane), sono eliminate le carte tolemaiche e incluse soltanto carte di autori contemporanei, dei quali è quasi sempre indicato il nome su ciascuna carta; le carte fatte dall'Ortelio stesso, all'infuori del mappamondo, sono pochissime. A differenza delle raccolte italiane, le carte sono ridotte tutte a formato uniforme e organicamente coordinate. Ciò bastò ad assicurare il successo dell'opera, la cui richiesta fu tale che l'anno stesso essa si dovette ristampare. Non meno di 25 edizioni si susseguirono nei varî paesi d'Europa, vivente l'autore, e molte di esse sono integrate da Additamenta (17 carte nuove nell'ediz. 1573; 26 nell'edizione 1580; 24 in quella del 1590), mentre non di rado carte vecchie furono sostituite da nuove migliori. Anche dopo la morte dell'autore si ebbero fino al 1612 altre edizioni ampliate; un'edizione italiana fu curata da F. Pigafetta. Un Catalogus auctorum di carte geografiche note all'Ortelio è premesso a ogni edizione. La grande opera assorbì tutte le cure dell'autore fino alla morte, cosicché le carte pubblicate a sé dopo il 1570 sono pochissime. Ma poiché il Theatrum, composto di carte interamente moderne, non poteva più servire agli studiosi di antichità classiche, l'Ortelio in servigio di questi pubblicò prima, nel 1578, una Synonimia geographica (elenco di concordanze fra i nomi geografici classici e i moderni), poi nel 1583 un supplemento al Theatrum col titolo di Parergon sive veteris geographiae aliquot tabulae, contenente carte storiche (10 nella 1ª edizione, altre 10 in quella del 1595), infine, nel 1587, un Thesaurus geographicus, ampliamento della Synonimia, in forma di vero e proprio dizionario di geografia storica. L'Ortelio si può pertanto considerare come uno dei fondatori della geografia storica, alla quale ha contribuito anche con un suo Itinerarium per nonnullas Galliae Belgicae partes pubblicato nel 1584, mentre, come autore di carte moderne, la sua fama è dovuta soprattutto al fatto che egli fu il primo a comporre un atlante vero e proprio, che sostituì le meno organiche raccolte italiane di carte moderne.

Bibl.: C. Wauwermans, Histoire de l'école cartographique belge et anversoise du XVIe siècle, Bruxelles 1895, II; J. Denucé, Oud-nederlandsche kaartmakers in betrekking met Plantijn, II, Anversa 1913; E. Brandmair, Bibliographische Untersuchungen über Entstehung und Entwicklung des Ortelianischen Kartenwerkes, Monaco 1914; Abrahami Ortelii et virorum eruditorum ad eundem epistulae, a cura di J. H. Hessels, Cambridge 1887; L. Bagrów, A. Ortelii Catalogus cartographorum, I, Gotha 1928 (con elenco delle carte dell'O.).

Vedi anche
Giovanni Antonio Magini Matematico, astronomo e geografo (Padova 1555 - Bologna 1617). Insegnò matematica dal 1588 nello studio di Bologna, succedendo a E. Danti. Come astronomo ebbe larga fama, anche per le relazioni, talora polemiche, da lui intrattenute con i maggiori scienziati del tempo, da Keplero a Copernico a Galileo, ... Giacomo Gastaldi Cartografo italiano (Villafranca Piemonte 1500 circa - Venezia 1566); la sua fama è dovuta soprattutto ad alcune grandi carte, come il planisfero ovale (1546), una carta dei paesi danubiani (1546), una dell'Italia (1561), una dell'Asia in tre fogli (1559-61), una dell'Africa (1564), ecc., largamente ... Egnazio Danti Matematico, cosmografo e architetto (Perugia 1536 - Alatri 1586), figlio di Giulio. Domenicano dal 1555, fu traduttore di Proclo e di Euclide, insegnò matematica negli studî di Firenze e Bologna e s'interessò alla costruzione di strumenti scientifici. Per incarico di Cosimo de' Medici dipinse carte geografiche ... Christophe Plantin Plantin ‹plãtẽ´›, Christophe. - Tipografo (St.-Avertin, Tours, 1520 circa - Anversa 1589); già attivo come legatore e specialista del marocchino ad Anversa (dal 1550), iniziò la sua attività di stampatore nel 1555, distinguendosi presto con una serie di edizioni, specialmente di opere scientifiche ed ...
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    Enciclopedia on line
    Forma umanistica del nome del cartografo e geografo A. Oertel (Anversa 1527 - ivi 1598), autore del celebre Theatrum orbis terrarum (1570), sistematica raccolta di carte di tutto il mondo, di varî autori (molti dei quali italiani), disegnate e incise con criterî uniformi. L'opera ebbe moltissime edizioni ...
Vocabolario
abramita
abramita s. m. (pl. -i). – 1. Seguace di una setta siriaca del sec. 9°, che negava la divinità di Cristo; così detta dal nome del fondatore (Abramo di Antiochia). 2. Seguace di una setta boema di deisti (sec. 18°) che asseriva di conformarsi...
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