ABRUZZO (I, p. 126; App. II, 1, p. 3)
Caratteristiche fisiche. - La conoscenza della geologia e della morfologia regionale è progredita nel corso dell'ultimo ventennio in seguito alla pubblicazione di nuovi contributi di ricerca, e di nuove carte geologiche alla scala di 1 : 100.000, e topografiche al 25.000. Vanno particolarmente segnalati la più esatta determinazione dei terreni, e il reperimento di modesti depositi petroliferi nella fascia neogenica del Subappennino (Alanno). Quasi tutta la vecchia cartografia, che era ancora sostanzialmente affidata alle antiche levate dell'ex-regno di Napoli, è stata rinnovata. I movimenti franosi nell'ambito delle argille plioceniche hanno dato luogo a manifestazioni talora imponenti: danni gravi ha subìto l'abitato del Vasto.
Il paesaggio della regione di montagna appare ravvivato dalla recente creazione di bacini idroelettrici, che s'aggiungono a quelli già sistemati nel periodo della seconda guerra mondiale e nei primi anni del dopoguerra: la valle del Sangro e la valle del Vomano.
Il corso del Sangro è stato sbarrato da una diga in corrispondenza della "foce" o gola di Barrea; l'invaso formatosi a tergo ha una capacità di 23 milioni di m3 e una forma stretta e allungata sull'asse vallivo. Sul Vomano un nuovo sbarramento ha chiuso la valle in corrispondenza d'una gola a monte di Montorio al Vomano: il laghetto-serbatoio che ne risulta si prolunga a ritroso fino alla località Ponte Arno, e ha costretto a uno spostamento della strada statale del Gran Sasso d'Italia. Le centrali idroelettriche alimentate dai due serbatoi sono state ricavate in roccia, rispettivamente presso villa Santa Maria e presso Montorio al Vomano.
Clima, vegetazione, fauna. - In relazione allo sfruttamento idroelettrico dei corsi d'acqua abruzzesi, e alla creazione di alcuni laghetti appenninici ad uso dell'irrigazione, nell'Abruzzo marittimo, si è avuto un notevole apporto di dati tecnici e geografici sull'entità e sul regime delle precipitazioni atmosferiche. In base alle precipitazioni medie del trentennio 1921-1950, sembra di poter riconoscere un epicentro pluviometrico in corrispondenza dell'area sommitale del massiccio della Meta (oltre 1700 mm di acqua all'anno) nell'A. meridionale. Altra area di notevole piovosità (oltre 1400 mm) è la fiancata nord-occidentale della Maiella. I minimi si registrano, viceversa, nelle aree depresse intramontane; nella parte sud-orientale della conca aquilana si scende al di sotto dei 600 mm. Piovosità media annua nelle principali città abruzzesi durante il trentennio 1921-1950: Teramo, mm 839; L'Aquila, 695; Chieti, 836; Pescara, 692; Avezzano, 801.
Popolazione. - Gli abitanti sono aumentati di poco essendo passati in un quindicennio da 1.201.536 (1936) a 1.227.791 (1951). Al forte aumento della popolazione nell'A. marittimo, fa riscontro lo spopolamento montano dell'alto Abruzzo. Questo fenomeno è proseguito pure dopo il 1951, e comporta l'abbassamento del limite altimetrico superiore delle sedi umane e delle colture, e la conversione definitiva al pascolo di alcune aree già sottoposte a saltuaria coltivazione. Nella primavera del 1958 è stata abbandonata dalle ultime famiglie la Rocca di Calascio, che era considerata il più alto centro abitato d'Abruzzo (1464 m. s. m.); attualmente questo singolare primato geografico è detenuto dalla Rocca di Cambio (1434 m. s. m.), pure in provincia dell'Aquila. Dal regresso della economia rurale di montagna è stata in parte travolta anche la pratica secolare della pastorizia transumante.