ABSALON
. Uomo di stato danese, nato nel 1128 da Asser Rig, potente capo di Sjælland.
A. fu educato nella casa paterna, a Fjenneslevlille, insieme col fratello maggiore Esbern Snare e con un fratello di latte Valdemaro, principe di una casa reale, il cui padre, il duca Knud Lavard, fu assassinato da un suo cugino. Destinato alla carriera ecclesiastica e, per molti anni, scolaro all'università di Parigi, egli indubbiamente tornò in patria prima del 1157, poiché in quest'anno Valdemaro, aiutato da lui, riuscì a mettere fine ad una sanguinosa guerra civile, provocata dalla rivalità dei principi pretendenti al trono, e ad impadronirsi del trono stesso di Danimarca. Nel 1157, A. fu nominato vescovo di Roskilde; vent'anni dopo, divenne arcivescovo di Lund e con ciò primate non solo della chiesa danese, ma anche della svedese. Durante il regno di Valdemaro I il Grande e più ancora sotto i Knud, figli di Valdemaro, A. governò la Danimarca. Per la sua feconda attività, egli è considerato come una delle più grandi figure dei popoli nordici. Dopo la disgregazione causata dalle guerre civili e dalle discordie provinciali, egli creò una nuova unità nel popolo e nello stato svedese, e lottò con grande zelo e successo per i diritti e gl'interessi della chiesa cattolica locale. Soprattutto egli fu un audace condottiero dei Danesi nella guerra contro i Vendi, abitatori slavi della costa meridionale del Mar Baltico, che da lungo tempo, come pirati, fortemente danneggiavano le terre dei Danesi. Già nel 1158, A. vinse un'orda di predoni Vendi presso Boslunde, sulla costa occidentale dell'Islanda. Nel 1159, condusse per la prima volta una flotta danese contro di essi, attraversando il Baltico e assalendoli nel loro stesso paese. E rinnovò, ogni anno, queste spedizioni. Intrepido guerriero, questo vescovo era sempre il primo ad attaccare e l'ultimo a ritirarsi, presente sempre dove il pericolo era maggiore, capace di trovare la via giusta dove altri non riusciva. Durante le tregue, le sue navi vigilavano sul Baltico; e per la difesa delle coste danesi egli fece erigere parecchie fortezze, una delle quali nel luogo ove ora sorge Copenaghen. Perciò egli è considerato generalmente come il fondatore della capitale danese.
Nell'undicesima campagna contro i Vendi (1169), A. s'impadronì dell'isola di Rügen con la potente cittadella di Arkona: donde le invidie del duca sassone Enrico il Leone. In seguito, i Danesi riuscirono a fissarsi nella parte continentale della Pomerania, e con questo posero fine alle depredazioni dei Vendi nella Danimarca. La concorrenza dei Tedeschi era troppo grande da permettere la dominazione duratura dei Danesi sul paese abitato dai Vendi. Egli seppe tuttavia piegare l'orgoglio ambizioso dei Tedeschi. Valdemaro I aveva riconosciuto per sovrano l'imperatore, ma A. impedì al successore di Valdemaro, Knud, di rinnovare il riconoscimento. Quando, poi, l'imperatore germanico incitò Bogislao duca di Pomerania contro la Danimarca, A. lo sconfisse per mare in una grande battaglia presso Rügen. In seguito a questa vittoria dei Danesi, una delle maggiori che essi abbiano riportato, il duca di Pomerania dovette riconoscere come sovrano il re della Danimarca (1184). A. curò soprattutto la vita spirituale del suo paese. E si giovò specialmente dei conventi, che ebbero in lui un forte protettore e un continuo incoraggiatore. Per suo incitamento, il suo segretario Saxo s'indusse a scrivere una grande storia: Gesta Danorum, che esalta anche le opere e la personalità stessa di A. Morì (1201) nel convento di Sor, nella stessa contrada ove nacque.
Bibl.: H. Olrik, Absalon, 2 voll., 1908-09; L. Steenstrup, Danmarks Riges Historie, I; E. Arup, Danmarks Historie, I.