ABU DHABI
Capitale dell’emirato omonimo, è anche capitale degli Emirati Arabi Uniti (una federazione che comprende, oltre alla stessa A. D., Ajman, Dubai, Fujairah, Ras al Khaima, Sharjah e Umm al-Quwain). Di essi, con poco più di
900.000 abitanti nel 2013, rappresenta il maggiore insediamento urbano dopo Dubai. Dal punto di vista geografico, la città sorge su un’isola sabbiosa che si protende con una forma a T nelle acque del Golfo, oltre che su una serie di isole e penisole minori che, nel loro insieme, sviluppano circa 400 km di coste, di cui dieci dedicati a spiagge pubbliche: il tutto è circondato da un ecosistema desertico.
I primi insediamenti risalgono alla fine del 18° sec., quando i beduini Āl Bū Falāḥ, parte del più esteso gruppo chiamato Banū Yās, vi si insediarono grazie alla presenza di una falda acquifera. Fra gli Āl Bū Falāḥ vi era anche la famiglia Al Nahyan, ancora oggi al potere. La pesca e il commercio delle perle, come in altri Paesi del Golfo, costituiva l’attività prevalente dei pochi abitanti. Il 19° sec. vide estendersi sulla regione l’influenza britannica, in una prima fase con l’obiettivo di proteggere le rotte commerciali dalla pirateria (di qui il vecchio nome di Costa dei Pirati), successivamente per tener fuori dalla zona altre potenze europee. Il petrolio venne scoperto negli anni Trenta del Novecento. Da allora, non diversamente da quanto è avvenuto in altri Paesi del Golfo, A. D. è rapidamente entrata nella modernità, forte del 95% delle riserve di petrolio di tutti gli Emirati e del 6% di quelle di gas. Si tratta dunque del più ricco fra gli Emirati in termini sia di PIL sia di entrate pro capite. In assoluto fra le più opulente del mondo, la città muove circa due terzi dell’economia degli Emirati (la cui dimensione economica complessiva è stimata intorno ai 400 miliardi di dollari). I residenti non sono tassati, così come non lo sono le società che vi hanno sede, a eccezione di banche e compagnie petrolifere. A. D., e in particolare il quartiere di Khalifa City, non lontano dall’Abu Dhabi international airport, è la base della Etihad airways, compagnia di trasporto aereo fondata con decreto reale nel 2003: seconda negli Emirati dopo Emirates, Etihad, oltre a detenere quasi il 30% di Berlin air e percentuali diverse in numerose altre compagnie, nel 2014 ha acquisito il 49% di Alitalia.
Analogamente a quanto è accaduto in altre capitali della penisola arabica, A. D., grazie alle favorevoli condizioni economiche e agli enormi investimenti che vi sono stati profusi, può vantare un’eccezionale quantità di nuovi, importanti edifici progettati da alcuni degli architetti più celebri a livello internazionale; sempre più spettacolari e articolati ridisegni della linea fra le coste e il mare, con un gran numero di nuove isole e penisole artificiali che hanno l’obiettivo di valorizzare e moltiplicare gli affacci panoramici verso l’acqua; una città di nuova fondazione a circa 17 km dal centro, non lontano dall’aeroporto internazionale, che si pone come un modello sperimentale di sostenibilità ambientale e qualità della vita: Masdar.
Fra le molte, altissime torri di recente costruzione si ricordano: The Domain di Foster+Partners (382 m, 200814), che emerge sul più esteso complesso denominato Central market, comprendente nel suo insieme tre torri; The Landmark di Cesar Pelli & Associates con BuroHappold (324 m, 2006-13); il complesso Gate Towers, con le adiacenti Sun Tower e Sky Tower di Arquitectonica sulla Reem Island (2006-13), per il quale sono previste ulteriori espansioni. Allo studio MZ Architects si deve la vistosa sede di Al Dar, completata nel 2010 lungo la strada costiera di accesso ad A. D. provenendo da Dubai: l’ardita volumetria, a forma di lente, è vagamente ispirata ai visionari disegni di Étienne-Louis Boullée.
Non mancano i grandi parchi tematici, diventati una delle principali attrazioni turistiche delle città del Golfo: un nora), è costituito dal Ferrari World, realizzato nel 2010 sull’isola Yas dallo studio Benoy Architects. Contiene, fra l’altro, una pista, teatri e cinema, un museo di auto storiche e una ricostruzione miniaturizzata della penisola italiana. Non lontano dalla pista dedicata alla Formula 1 sorge lo spettacolare, soprattutto per i sistemi illumino-tecnici ideati da Arup Lighting, Yas Viceroy Hotel, progettato dallo studio statunitense Asymptote Architecture formato da Hani Rashid e Lise Anne Couture.
Molti sono poi i colossali interventi (alcuni dei quali connotati da forte attenzione per la dimensione ecologica) attualmente in corso di realizzazione. All’interno del Saadiyat cultural district, per es., grandi istituzioni museali occidentali come Louvre e Guggenheim stanno realizzando le loro nuove sedi (ideate rispettivamente da Jean Nouvel e Frank Gehry); Tadao Ando e Norman Foster hanno disegnato altri due nuovi musei; Zaha Hadid il Performing arts centre. Notevole per i richiami architettonici alla tradizione araba, è anche lo Emirates Palace, grande albergo di lusso di proprietà statale gestito dal gruppo Kempinsky, progettato dall’inglese John Elliot dello studio WATG, Wimberly, Allison, Tong and Goo, e inaugurato nel 2005.
Il più esteso e importante edificio religioso è infine la Sheikh Zayed grand mosque, voluta dallo sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan, politicamente considerato il padre degli Emirati, con l’obiettivo di riunire simbolicamente, all’interno di un’unica grande fabbrica, le molte diverse culture del mondo islamico. Costruita fra il 1996 e il 2007, con i suoi 12 ha di superficie, è la moschea più vasta degli Emirati, l’ottava più grande del mondo e, certamente, una delle più abbaglianti e costose dell’islam.
Attualmente ancora in costruzione, Masdar, che significa sorgente, è stata commissionata dalla Abu Dhabi Future energy company allo studio inglese Foster + Partners con l’ambizioso obiettivo di ottenere la più alta qualità della vita con il più basso impatto ambientale possibile. La progettazione è iniziata nel 2006; la realizzazione, portata avanti con capitali statali (con una prima stima dei costi pari a 22 miliardi di dollari), è partita nel 2008 e una prima parte è stata ultimata nel 2010. Il completamento della prima fase, rallentato dalla crisi, è previsto nel 2015. Una volta finito, il progetto sarà in grado di alloggiare circa
50.000 abitanti e 1500 imprese, soprattutto commerciali e manifatturiere e specificamente nel settore dei prodotti e delle tecnologie ecosostenibili. Il nuovo insediamento è pressoché integralmente dipendente dall’energia solare (una centrale fotovoltaica estesa per 21 ha è posta appena fuori dalla città) e da altre fonti rinnovabili, proponendosi come esempio eccellente di ambiente urbano sostenibile. Dal 2010 la città ospita, fra l’altro, la sede del Masdar institute of science and technology e ospiterà la sede della International renewable energy agency.
L’impianto urbano, pur caratterizzato da un’immagine gradevolmente contemporanea, appare in qualche misura radicato nella storia della città araba: quadrato; murato, per impedire l’accesso alle tempeste di sabbia e ai venti del deserto; servito da percorsi pedonali stretti, in ombra e quindi naturalmente ventilati; munito di una conica torre dei venti al centro della piazza principale, in grado di sfruttare le correnti d’aria e raffreddare l’edificato. Un riuscito esempio di mediazione fra tradizione e innovazione. Le auto sono bandite dall’intero perimetro urbano, se non limitatamente ad alcuni percorsi sotterranei; i trasporti affidati a sistemi pubblici su rotaia e al PRT (Personal Rapid Transit), piccoli veicoli automatici o podcars, che fanno parte della classe denominata AGT (Automated Guideway Transit), paragonabili ad ascensori orizzontali in grado di ospitare piccoli gruppi di persone, operativi gratuitamente dal novembre 2010.
L’Abu Dhabi urban planning council ha, negli ultimi anni, prodotto la Abu Dhabi economic vision 2030, con l’obiettivo di raggiungere condizioni economiche di elevata sostenibilità, il più possibile indipendenti dalle energie fossili. È previsto che le entrate non derivanti dal petrolio crescano dal 40 al 60%. All’interno di essa, l’Abu Dhabi plan 2030, recente e ambizioso programma strategico di sviluppo urbano, porterà nel prossimo decennio alla realizzazione di un gran numero di nuove torri, all’espansione del CBD (Central Business District) e a nuovi insediamenti sulle isole di Al Sowwah e Al Reem. Quest’ultima, in particolare, posta a circa 600 m al largo della costa, in prossimità del centro, costituirà una free zone, dove sarà concesso agli stranieri di acquistare proprietà immobiliari. A. D. ha anche avviato, attraverso il Cooperation council for the Arab States of the Gulf, un esteso programma di condivisione dei nuovi progetti strategici con altri Paesi vicini, i cosiddetti GCC (Gulf Coast Countries), cioè tutti i Paesi arabi del Golfo a eccezione dell’῾Irāq, oltre agli stessi Emirati, Baḥrein, Kuwait, ῾Omān, Qaṭar e Arabia Saudita.