ABŪ 'l-FARAǴ ‛ALĪ al-IṢFAHĀNĪ
Letterato arabo, discendente dalla dinastia dei califfi omayyadi e quindi dalla tribù meccana dei Quraish, nato ad Iṣfahān in Persia nel 284 èg. (897 d. C.), morto a Baghdād nel 356 èg. (967 d. C.). Studiò in quest'ultima città, nella quale per lo più visse, godendovi favore alla corte dei Būyidi o Buwaihidi. Ebbe pure liete accoglienze da Saif ad-Dawlah, principe ḥamdānide di Aleppo. Poeta mediocre, compose parecchi libri di carattere fra storico e letterario, manifestando anche tendenze favorevoli agli ‛Alidi nonostante la sua discendenza dagli Omayyadi. L'opera sua più famosa è il Kitāb al-Aghānī (Il libro dei canti; stampato due volte in Egitto in 20 volumi; una nuova migliore edizione fu cominciata nel 1927), in cui egli raccolse le poesie che era di moda cantare ai suoi tempi, per la maggior parte musicate dal celebre Ibrāhīm al-Mawṣilī, sotto Hārūn ar-Rashīd. Al testo dei canti l'autore aggiunge notizie preziose sui poeti autori di essi, sulle loro tribù, sull'antichità araba in generale, come anche sui cantori o compositori delle melodie; ciò che rende il Kitāb al-Aghānī una delle più importanti fonti per lo studio della letteratura, della cultura e della storia araba. Le melodie sono indicate con la terminologia usata dallo stesso Ibrāhīm al-Mawṣilī.
Bibl.: Si veda, oltre alle storie della letteratura araba: I, Guidi, Tables alphabétiques du Kitāb al-Aġānī, Leida 1895-1900.