ABŪ 'l-FAẒL ‛ALLĀMĪ
Fu primo ministro di Akbar, il terzo imperatore tīmūride dell'India, e storico dell'opera di lui. Nato ad Āgra nel 1551 (958 dell'ègira), dopo varî studî ed esperienze spirituali, dominate dal dissidio profondo fra bisogni di ordine religioso e la vita attiva, conobbe nel 1574 Akbar, che era nel diciannovesimo anno del suo regno. Entrato nelle grazie di lui, ebbe varî comandi militari, e nel Dekkan conseguì notevoli successi, fra cui è da ricordare particolarmente la conquista del forte ‛Aẓīmgaṛh. Per istigazione del principe Salīm, figlio di Akbar, geloso del suo successo, venne assassinato nelle vicinanze di Narwār il 1602 (1011 dell'ègira). Il Libro di Akbar (Akoar-nāmah), l'opera maggiore di Abū 'l-Faẓl, scritta in persiano, è un documento importante per la storia del regno di Akbar, particolarmente per quanto riguarda le istituzioni (Āyīn), alle quali è dedicato il terzo volume. Mentre lo stile di questa grossa opera è ancora molto manierato, gli altri scritti, come La pietra di paragone della saggezza (‛Iyār-i-dānish), che è un rifacimento del Kalīlah wa Dimnah (v.), e le lettere pubblicate dopo la sua morte dai congiunti, mostrano doti di chiarezza e di finezza che pongono Abū 'l-Faẓl fra i migliori scrittori dell'India nell'età mongolica.
Il suo nome è inoltre legato alla traduzione del Mahābhārata in persiano (Razm-nāmah "libro delle battaglie"), che venne eseguita da varî dotti in pochi anni per commissione di Akbar.
Bibl.: H. Ethé, Neuperische Litteratur in Grundriss der indoiranischen Philologie, II, passim; A. S. Beveridge in Enciclopedia dell'Islam, I, s. v.; E. G. Browne, Persian Literature in modern times, Cambridge 1924, pp. 242, 249, 252. L'Āyīn-i Akbarī fu tradotto in inglese da H. Blochmann (continuato da H. S. Jarrett), Calcutta 1873-1894, voll. 3.