ABŪ 'l-QĀSIM az-ZAHRĀWĪ, Khalaf ibn ‛Abbās
Medico e chirurgo arabo di Spagna, nativo od oriundo di az-Zahrā' presso Cordova, fiorito a Cordova sotto il califfo omayyade ‛Abd ar-Raḥmān III (300-350 èg. 912-961 d. C.) e morto dopo il 400 ègira (1009-1010 d. C.); chiamato Abulcasis, Albulcasis, Bulchasin, Alsaharavi dagli scrittori europei. Fu il più celebre degli scrittori arabi di chirurgia, e il suo libro, per quanto in gran parte fatto sugli autori greci e soprattutto sul testo di Paolo d'Egina, fu considerato classico in tutto l'Occidente fino al tardo Rinascimento. La sua opera più importante è un compendio generale di tutta la medicina, che porta il titolo at-Taòrīf e consiste di trenta libri, dei quali il più importante è il trentesimo, che tratta della chirurgia e contiene una serie d'interessanti riproduzioni di strumenti chirurgici. Esso fu tradotto per la prima volta in latino da Gherardo da Cremona (morto nel 1181), più tardi in ebraico da Shem Ṭōb, e fu la fonte principale alla quale attinsero i più antichi chirurgi italiani, come Lanfranco e Guglielmo da Saliceto.
Fabrizio d'Acquapendente, il maggiore chirurgo italiano del Rinascimento, lo considerò come uno dei suoi più insigni maestri. Degni di nota sono i suoi consigli sulla necessità degli studî anatomici; importanti le sue indicazioni per la cauterizzazione, non solo nelle affezioni chirurgiche, ma anche nell'apoplessia e nell'epilessia, e le sue indicazioni per la litotomia e per la erniotomia, che è accuratamente descritta. Fu forse il primo a consigliare nelle malattie della vescica l'uso del catetere d'argento e a descrivere denti artificiali fatti di osso di bue, indicando il modo di applicarli.
La prima edizione di una parte dell'opera di A. è quella stampata a Venezia nel 1471 da Nicolò Jenson, nella traduzione di Simeone da Genova e Abramo Giudeo; la prima edizione della traduzione del compendio di chirurgia è quella di Basilea, presso Enrico Petri, 1541. Esso fu di nuovo tradotto in latino e pubblicato insieme col testo arabo da J. Channing (Albucasis, De chirurgia, Oxford 1778, voll. 2). Un manoscritto con miniature, datato dal 1300, è in possesso della Facoltà medica di Montpellier.
Bibl.: Una buona traduzione La chirurgie d'Abulcais, è quella di L. Leclerc, Algeri-Parigi 1861; fra gli autori moderni notiamo l'esaurientissimo studio critico di Gurlt, in Geschichte der Chirurgie, Berlino 1898, I, che contiene un'ampia bibliografia.