ABŪ SHUGIĀ‛, Aḥmad ibn al-Ḥusain (od al-Ḥasan) ibn Aḥmad al-Iṣfahānī (o al-‛Abbādānī)
Giurista musulmano di scuola shāfi‛ita, nato ad al-Baṣrah (Bassorah) nel 434 èg. (1042-1043 d. C.); visse nella sua città natale insegnando il diritto e tenendo l'ufficio di giudice; morì dopo il 500 èg. (1106-1107 d. C.). La sua celebrità è dovuta ad un piccolo compendio di diritto shāfi‛ita, da lui composto ad uso delle scuole e ancor oggi molto studiato; esso ha dato luogo ad una straordinaria fioritura di commenti piccoli e grandi e di glosse estesissime. Il libretto ha avuto fortuna anche in Europa: lo tradusse in francese S. Keijzer (Leida 1859, col testo arabo); poi L. W. C. van den Berg pubblicò in arabo e in francese il commento (intitolato Fatḥ al-Qarīb) di Ibn Qāsim al-Ghazzī morto nel 918 èg., 1512 d. C. (Fatḥ al-Qarîb, la révélation de l'Omniprésent... par Ibn Qâsim al-Ghazzî, Leida 1894); della versione del van den Berg fece un riassunto R. Bertazzi (Sommario di giurisprudenza musulmana; riassunto delle principali disposizioni del Fatḥ al-Qarib, Roma 1910); infine Ed. Sachau, nel suo Muhammedanisches Recht nach Schafiitischer Lehre, (Stoccarda e Berlino 1897), riassunse ampiamente le glosse estesissime redatte nel 1842 dall'egiziano Ibrāhīm al-Bāgiūrī al predetto commento di Ibn Qāsim al-Ghazzī.