ACACIO di Costantinopoli
Patriarca di questa città, dal 471 al 489, è noto soprattutto per aver proposto, fors'anche redatto, d'intesa con Pietro Mongo, patriarca d'Alessandria, l'Editto di unione o Enotico (‛Ενωτικόν), che l'imperatore Zenone promulgò nel 482, per appianare i contrasti tra i monofisiti e i cattolici, sorvolando sulla questione delle due nature in Cristo. Papa Felice III, successo a Simplicio, non ancora o appena informato dell'editto, dapprima protestò contro il rigetto del concilio di Calcedonia in esso contenuto; poi, in un sinodo di 67 vescovi, scomunicò e depose Acacio. Questi, favorito dall'imperatore, resistette, anche dopo una seconda condanna romana del 485 contro di lui e i suoi complici. Morì nel 489, fuori della comunione della chiesa romana.
Lo scisma acaciano, che in certo modo consacrò e organizzò l'autonomia bizantina, quale si attuerà in tempi ulteriori, durò sino al 28 marzo 519 sotto Giustino I, allorché il patriarca Giovanni II riconobbe solennemente il simbolo calcedonese e tolse dai dittici i nomi di Acacio, dell'imperatore Zenone e di altri.
Dell'estesa corrispondenza di Acacio ci sono pervenute tre lettere: una sinodale a Pietro Fullone, patriarca d'Antiochia, contro l'aggiunta da lui fatta all'inno trisagio: "il quale è stato per noi crocefisso" (in Mansi, Conciliorum collectio magna, VII, pp. 1121-1124); una lettera a papa Simplicio, riguardante gli affari della chiesa alessandrina (lettere del papa, in Migne, Patrologia latina, VIII, col. 463); ed una a Pietro Mongo, in lode dell'Enotico (in Zaccaria Retore, Storia ecclesiastica, pp. 82-84 della versione tedesca di Ahrens-Krüger). Altre lettere di lui compaiono fra le lettere di Pietro Mongo e di Acacio, conservate in copto e in armeno: ma sono ritenute opera di un falsario, che però attinse a documenti storici.
Bibl.: Hefele-Leclercq, Histoire des Conciles, II, Parigi 1908, pp. 912-926; Bardenhewer, Geschichte der altkirchlichen Literatur, IV, Friburgo in Br., 1925, p. 218 segg.; S. Salaville, Les conséquences de l'Hénotique: le schisme Acacien, in Échos d'Orient, XIX (1920), pp. 49-68.