ACANTOCEFALI (dal gr. ἄκανϑα "spina" e κεϕαλή "capo"; lat. scient. Acanthocephala; ted. Kratzer)
Sono animali che anticamente venivano classificati nel grande tipo dei Vermi, oggi smembrato in varî tipi, equivalenti a gruppi più o meno naturali. Attualmente questi animali, che formano un gruppo sistematico ben delimitato, si sogliono considerare come una classe del tipo dei Nematelminti. Sono tutti endoparassiti: allo stato larvale nei visceri e nei muscoli di Artropodi, allo stato adulto nell'intestino di Vertebrati (pesci, uccelli, mammiferi), nel quale raggiungono la maturità sessuale e si accoppiano. Hanno corpo per lo più cilindrico e bianchiccio con aspetto di Nematodi, ma presentano all'estremità cefalica una proboscide retrattile spinosa, che è organo adesivo. La loro lunghezza è, in media, all'ingrosso, di 4-5 cm., ma varia molto secondo le specie (da pochi mm. a 50 cm.) e secondo il sesso; le femmine sono sempre più lunghe e più grosse dei maschi. Mancano totalmente di bocca, intestino ed ano; e si nutrono quindi per osmosi dei liquidi del loro ospite, se sono larve, o del suo contenuto intestinale, se sono adulti.
La parete del corpo è spessa e consta precipuamente di un tessuto granulo-fibrillare, ricoperto da una distinta cuticola porosa, e pervaso da un sistema irregolare di lacune intercomunicanti, confluenti in canali longitudinali maggiori. Esso tessuto è ripieno di un siero con corpuscoli, forse elaborazione dei liquidi assorbiti per osmosi. Internamente, sotto il tessuto granulofibrillare, vi è una robusta tonaca muscolare, con uno strato periferico uniforme di fibre circolari e uno, sottostante, di fibre longitudinali a fasci. Infine vi è una specie di peritoneo, non sempre bene distinguibile. Nella cavità del corpo si trova anteriormente la borsa della proboscide (receptaculum proboscidis), in fondo alla quale si annida il ganglio nervoso, che manda alla parete del corpo due cordoni percorrenti due fasci connettivo-muscolari (retinacula proboscidis); ai lati della borsa si trovano due distinte linguette (lemnisci) granulo-fibrillari e vacuolari come la parete e in continuità con la proboscide. In tutto il resto della cavità del corpo è l'apparato riproduttore: il quale, tanto nei maschi quanto nelle femmine, è in certo modo contenuto in due ampî sacchi tubolari, dorsale e ventrale, di parete esilissima, che vanno dalla borsa della proboscide all'estremità posteriore del corpo, sono giustapposti e aderenti, e formano, con la porzione aderente, il cosiddetto legamento (ligamentum), dal quale prendono origine le gonadi. Queste nei maschi formano due spermiarî ovoidali con due spermodotti confluenti in un canale ejaculatore, ed hanno concomitanti sei-otto ghiandole accessorie cementizie e relativi dotti. Alla estremità posteriore del corpo, nei maschi, esiste un cappuccio protrattile e retrattile (bursa copulatrix), in fondo al quale sbocca, con lungo cirro copulatore, il canale eiaculatore, e intorno a questo i dotti delle ghiandole cementizie. Nelle femmine invece, il legamento ingenera aree germinali, dalle quali a tempo debito si staccano gruppetti di cellule, che diventano liberi e formano i cosiddetti ovarî natanti. Da questi, a poco a poco, si separano cellule singole, che poi sono uova mature e che più tardi vengono fecondate. La parte posteriore del legamento e del sacco tubolare dorsale si evolve in un apparecchio assai complicato (con utero, vagina, tube, borse, fiocchi), che serve in un primo tempo per ricevere il cirro copulatore e lo sperma, e in seguito per emettere le uova: ma queste, per uno speciale meccanismo, soltanto se sono complete, cioè fecondate e capsulate.
Il gruppo tassico degli Acantocefali comprende numerose specie, che vengono raccolte in quattro famiglie:
Echinorhynchidae: con receptaculum proboscidis a parete doppia, cavo.
Gygantorhynchidae: con receptaculum proboscidis a parete doppia, pieno.
Neorhynchidae: con receptaculum proboscidis a parete semplice, cavo.
Arhynchidae: senza proboscide; specie dubbia.
Le specie più note sono, p. es., l'Echinorhynchus polimorphus Br., di mm. 25, parassita di uccelli acquatici; l'Echinorhyncus proteus West., di mm. 20, di pesci d'acqua dolce; l'Echinorhynchus acus Rud., di mm. 75, di pesci marini; il Gigantorhincus gigas Goeze, lungo da cm. 9 nel maschio a cm. 50 nella femmina, proprio dei suini e talora assai nocivo (v. echinorinchi).
Bibl.: Sugli Acantocefali vi è ricca bibliografia. Degli autori antichi, lasciando da parte i primi, ricordiamo, del sec. XIX, i classici fondamentali contributi del Westrumb (1821), del Diesing (1858), del Greeff (1864), del Leuckart, ecc. Per i contributi ulteriori, assai numerosi, si rimanda agl'indici bibliografici dei trattati generali di parassitologia. Largo contributo fornì, nel decennio 1904-1914, Antonio Porta.