CIMENTO, Accademia del
La cosiddetta filosofia naturale o fisico-matematica s'era per la prima volta affermata collegialmente al mondo moderno, in forma durevole e seria, con la romana Accademia dei Lincei (1603). Galileo la trapiantò e radicò a Firenze fra i suoi discepoli immediati che dopo la sua morte (1642) ne continuarono l'apostolato scientifico con l'intento di allargarne e completarne l'opera fondamentale, nell'ampia libertà di pensiero di cui la Toscana allora godeva. In questo ambiente, e quasi dalle ceneri della Lincea, due decennî dopo la fine di essa, nacque in Firenze la famosa Accademia del Cimento, forse preceduta da una privata e meno nota accolta di curiosi sperimentatori che si riuniva nelle stanze del duca (la Ferdinandea).
La istituì, il 19 giugno 1657, il colto principe Leopoldo, raccogliendo in quasi quotidiane tornate, in una sala del palazzo Pitti contigua alla biblioteca palatina, i principali studiosi e seguaci delle dottrine galileane che frequentassero la corte granducale. Queste adunanze, durate con varie e talvolta lunghe interruzioni (1658-1659) circa dieci anni, ebbero carattere raccolto e privato. Il nuovo sodalizio, specie di commissione scientifica di corte, non ebbe solennità e apparato accademici, ma un'impresa significativa di lavoro e di metodo (un fornello acceso, con entro tre crogioli) e il noto motto "Provando e riprovando"; e prese il nome del "Cimento". Nome e motto, che, se pur trovati tardi (verso il 1666; sembra che prima si chiamasse semplicemente "Accademia delle esperienze"), esprimono tuttavia un chiaro programma, in mancanza di leggi e costituzioni che quest'accademia non ebbe mai.
Ascritti al Cimento furono, quali accademici proprî o "operatori": i fiorentini Vincenzo Viviani (1622-1703), Paolo (1620-62) e Candido (1618-76) Del Buono, Carlo Dati (1619-75), Alessandro Segni (1633-97) Lorenzo Magalotti (1637-1712), l'aretino Francesco Redi (1626-94), il senese Alessandro Marsili (1601-70), il napoletano Giovanni Alfonso Borelli (1608-79), Antonio Oliva da Reggio Calabria, l'anconitano Carlo Rinaldini (1615-98); e, quali soci corrispondenti, fra gl'Italiani il romano M. A. Ricci (1629-92), il ligure G. D. Cassini (1625-1712), il modenese Geminiano Montanari (1633-87), Donato Rossetti, Ottavio Falconieri; e fra gli stranieri, il medico danese Nicola Stenone (Steen, 1631-86), il francese Thévenot, il gesuita olandese Onorato Fabri (1607-88).
I primi esperimenti ebbero per oggetto la pressione dell'aria, gli effetti del vuoto, il congelamento dei liquidi, le proprietà del calore, la propagazione del suono e della luce, i fenomeni magnetici e le attrazioni elettriche. Nel 1660, gli accademici del Cimento si occuparono di astrofisica, in particolare del sistema di Saturno, essendo stati chiamati arbitri nella disputa sorta intorno a quel pianeta fra Cristiano Huygens e Onorato Fabri: diedero ragione al primo.
Altri loro studî ed esperienze si rivolsero alla compressione dell'acqua, all'ambra e alla calamita, all'aria e al suo peso alla digestione di alcuni animali ecc., come si può vedere nei Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Cimento, redatti e pubblicati (Firenze 1666) dal segretario dell'accademia, il conte Magalotti, presto tradotti in inglese da R. Walter (Londra 1684), più tardi in latino dal van Musschenbroek (Leida 1731). Da essi, e più dall'insieme assai maggiore di tutte le varie esperienze compiute nell'Accademia e registrate in appositi diarî manoscritti (conservati ancor oggi nella Biblioteca Nazionale di Firenze, undici voll. di fisica sperimentale, quattro di scritture astronomiche, trentatré di carteggio), si può ritrarre qual ricco contributo il Cimento portò al rinnovamento della scienza, in particolare delle scienze matematiche, astronomiche, fisiche e naturali, nel campo dell'acustica, della termodinamica, della geometria applicata, dell'idrostatica, della meccanica celeste, terrestre ed animale, dell'ottica, della fisiologia umana e vegetale.
Nel 1667 l'Accademia del Cimento venne a mancare, si sciolse ed estinse per varie cause: acri discordie personali interne, specialmente tra il Viviani e il Borelli, la partenza da Firenze di alcuni soci fra i più attivi e più autorevoli, la mancanza del suo capo e guida, il principe Leopoldo eletto cardinale. Inefficaci furono i tentativi fatti più tardi per restaurarla, sotto il Granduca Pietro Leopoldo e poi sotto il governo francese della Toscana nel 1801, quando la Nuova Accademia del Cimento, ossia Sperimentale Scientifica ebbe le sue costituzioni e la sua prima e unica adunanza il 16 marzo di quell'anno. Tra i nuovi effimeri accademici menzioniamo: Felice Fontana (1730-1805) presidente, Paolo Mascagni (1755-1822), Giovanni Fabroni (1752-1822), Ottavio Targioni-Tozzetti (1755-1829).
L'importanza che ha l'Accademia del Cimento nella storia delle scienze e delle società scientifiche moderne, non è solo in ciò che essa fece, ma anche nell'esempio o indirizzo che diede, e nei rapporti diretti che mantenne con il nascente movimento scientifico-accademico europeo del suo tempo, in particolare con le due famose società straniere, che raccolsero e continuarono ininterrottamente l'eredità metodica e scientifica dei Lincei e del Cimento: l'Académie des sciences di Parigi e la Royal Society di Londra, alle quali, per mezzo del Cassini, del Thévenot, di G. Fink (Finchio), del Magalotti stesso, l'accademia fiorentina comunicava i metodi e i risultati delle sue esperienze.
Bibl.: Le prime notizie storico-critiche sull'Accademia del Cimento sono raccolte, in forma di lettere, nel Saggio di storia letteraria fiorentina del sec. XVII di G. B. Nelli (Lucca 1759, pp. 103-120), riassunte poi dal Tiraboschi nella sua Storia della lett. it., VIII, parte 2ª, l. II, capo 2°. Ma il vero storico dell'Acc. fu G. Targioni-Tozzetti, nel vol. I dell'opera qui sotto citata, pp. 372-469 e passim. Dopo la prima pubblicazione dei Saggi di naturali esperienze, Firenze 1667, ivi 1692, il Targioni-Tozzetti, in Notizie degli aggrandimenti delle scienze fisiche... in Toscana ecc., Firenze 1780, II, ii, ristampò e accrebbe più del doppio l'opera del Magalotti. La 3ª ed., dei Saggi, Firenze 1841, contiene altre esperienze, aggiuntevi da G. Gazzeri, e una prefazione di V. Antinori: Notizie istoriche relative all'Accademia del Cimento. - Per la parte che l'accademia prese nella polemica fra Huygens e Fabri, vedi il vol. XV delle Œuvres complętes de Christian Huyghens publiées par la Société Hollandaise des sciences, L'Aia 1925. - Per la Nuova Accademia del Cimento: U. Schiff, Il Museo di storia naturale e la Facoltà di scienze fisiche e naturali di Firenze, in Archeion, XI (1928), pp. 301-313; F. M. Di Segni, L'Accademia del Cimento e la R. Society di Londra, in Atti dell'VIII Congresso intern. di storia della medicina in Roma, settembre 1930.