Accademia
Denominazione della scuola filosofica di Platone e dei suoi continuatori, derivante dal nome del luogo nei pressi di Atene (il parco dell’eroe Academo) in cui il filosofo iniziò il suo insegnamento nel 387 a.C. circa. In tale località, distante poco più di un km da Atene, nei secc. 6° e 5° a.C. era stata costruita una palestra e più tardi piantato un grande parco. Qui, o nei pressi, Platone iniziò il suo insegnamento e vi acquistò anche un terreno che, per il luogo dove si trovava, fece sì che il nome di A. designasse la sua scuola filosofica. Questa più tardi si trasferì ad Atene e durò fino al 529 d.C., quando l’imperatore Giustiniano la soppresse. Fu una scuola e nello stesso tempo un’associazione religiosa, sul modello delle comunità pitagoriche. Aveva personalità giuridica, terreni, edifici e altri beni di sua proprietà. Era diretta dallo scolarco, eletto a vita dai membri della scuola; e tanto lo scolarco quanto i migliori tra i membri attendevano sia all’insegnamento, sia alla ricerca scientifica. La storia dell’A. platonica viene solitamente distinta in periodi. Nella prima (ο antica) A. (scolarchi: Speusippo, Senocrate, Polemone, Cratete e Crantore) l’insegnamento platonico fu di stimolo a una vasta serie di ricerche non solo filosofiche – soprattutto nel senso di una ripresa di dottrine pitagoriche – ma anche scientifiche (matematica, astronomia, scienze storiche e naturali). Anche la discussione di problemi etico-politici vi aveva gran parte, finendo anzi con il prevalere, secondo la tendenza comune alla filosofia ellenistica. Tra gli immediati discepoli di Platone, dei quali alcuni entrarono nell’A. quando il maestro era ancora vivo, sono da ricordare Aristotele, Filippo di Opunte, Eraclide Pontico e Eudosso di Cnido, né va dimenticata la numerosa schiera di uomini di Stato (da Dione siracusano a Focione, a Erasto e Corisco, ecc.), la cui educazione era appunto fatta risalire all’insegnamento dell’A.; la seconda (o media) A., che si fa iniziare con lo scolarcato di Arcesilao (3° sec. a.C.) e continua con quelli di Lacide, Telecle, Evandro Egesino, è contrassegnata da un orientamento scettico, che raggiunge il suo culmine nel secolo seguente con Carneade, considerato per ciò l’iniziatore della terza (o nuova) A.; la quarta si fa iniziare nel 1° sec. a.C. con Filone di Larissa, che attenua il precedente scetticismo; la quinta con il successore Antioco di Ascalona, iniziatore dell’eclettismo, maestro e amico di Cicerone: e l’eclettismo divenne, grazie a costoro, l’indirizzo nettamente prevalente tra i platonici dei primi due secoli dell’era cristiana. In quest’ultimo periodo essa decade progressivamente, ma si riprende al principio del 5° sec. d.C., con gli scolarchi Plutarco e Siriano, e specialmente con Proclo, quando si afferma l’indirizzo neoplatonico, durato sino alla chiusura dell’A. nel 529 (è questo il periodo che, nell’evoluzione del neoplatonismo, viene designato come «Scuola di Atene»).