accasciarsi
Adoperato una sola volta da D. (If XXIV 54) con riferimento a l'animo che vince ogne battaglia quando non s'accascia a cagione della soma corporea: inaugurandone la funzione riflessiva e lo spostamento semantico da " scuotere ", " spossare " (secondo l'etimo *ad-quassiare) a " cadere ", " abbattersi ", quindi figuratamente a " prostrarsi ", " scoraggiarsi ". Il Lana (donde il Landino): " Diciamo una cosa accasciarsi quando, non potendosi sostenere per la sua gravezza, si lascia andare a terra ".