accattare
. Compare due sole volte nel lessico dantesco, pur essendo voce largamente documentata nella lingua del Due e Trecento in vari significati (" mendicare ", ovvero " prendere a prestito ", o anche " pagare a caro prezzo " [‛ a. caro '; cfr. per esempio i glossari di Castellani, Nuovi testi; di Panvini, Rime; di Chiaro Davanzati, ediz. Menichetti], o infine "acquistare ", " procacciare ", " ottenere "). In If XI 84 Non ti rimembra... / come incontenenza / men Dio offende e men biasimo accatta?, ha più propriamente il valore di " attirarsi ", " far meritare ", " procurare " a chi è colpevole di questo vizio una punizione minore rispetto a chi pecca di malizia e di matta bestialitade, le altre due disposizioni elencate nell'Etica aristotelica e anche lì gravemente riprovate.
Il secondo esempio si trova nell'apologo della cornacchia, componimento peraltro di più che dubbia attribuzione, nel significato di "togliere ", "appropriarsi": la cornacchia maliziosa e fella / pensò mutar gonnella, / e da molti altri uccei accattò penne (Rime dubbie XXX 6).