ACCENDIFUOCO
. Nome di ogni strumento atto a produrre fuoco. Presso i popoli primitivi, varî sistemi furono usati a tale scopo. I primi furono: il sistema per confricazione, e cioè sfregamento di due pezzi di legno, uno di dimensioni considerevoli e duro, l'altro sottile e dolce; e il sistema per percussione, e cioè urto di due pietre di durezza diversa, di cui una di minerale di ferro, sostituita più tardi da un ferro (percussore d'accensione). Sistemi più perfezionati e rapidi furono quelli a rotazione, che richiesero strumenti complessi, come i traforatori di accensione, i frulli accensorî, le seghe da fuoco. Tali sistemi sono in uso oggigiorno presso tribù africane, americane, australiane; allusione ad analoghi apparecchi troviamo presso scrittori dell'antichità classica, nei nomi di πυρεῖα o igniaria. Tali sistemi meccanici erano, però, dagli antichi considerati come indegni: nel tempio di Vesta a Roma, se il fuoco si fosse spento, si ricorreva alla confricazione tradizionale e sacra. Come accendifuoco gli antichi usarono anche specchi metallici concavi, o globi e lenti di vetro. Nell'età romana e postromana si abbandonarono gli apparecchi, e si perfezionò il sistema a percussione; per molti secoli si usò in tutta Europa l'acciarino (v.), fino ai nuovi accendifuoco chimici trovati nel sec. XIX.
Bibl.: W. Hough, Firemaking apparatus, in Annual Report of the Smithsonian Institution, Washington 1888; id., The methods of fire-making, in Annual Report of the Smithsonian Institution, Washington 1890; G. Sarauw, le feu et son emploi dans le Nord d'Europe aux temps préhistoriques et protohistoriques, in Annales du XX Congrès d'archéol. et histoire de Belgique, I, pp. 196-226.