ACCETTO (Acceptus)
Scultore pugliese, attivo nella prima metà del sec. XI.
Il suo nome, scolpito sulla faccia laterale destra della cassa dell'ambone marmoreo della chiesa di San Sabino in Canosa - P(er) Iussionem D(omi)ni mei Guitberti ven(erabili)s p(res)b(ite)r(i) ego Acceptus peccator archidiac(o)n(us) feci hoc opus - fece pensare ad un artista vissuto negli ultimi anni del sec. XI, quando, cioè, lo stile romanico pugliese aveva già manifestato, in opere insigni, i suoi caratteri, così nell'architettura come nella scultura. E a quell'epoca, in mancanza di altri dati, fu unanimemente assegnato l'ambone, fino a quando M. Wackernagel mise in rilievo gli strettissimi rapporti esistenti fra questo ambone ed alcuni frammenti marmorei inseriti nelle fabbriche di S. Maria di Siponto ai piedi del Gargano e di S. Michele Arcangelo in cima allo stesso promontorio. Il Wackernagel ritrovò il nome di A. ([Sc]ulptor et Acceptus vulgo)in uno dei frammenti dell'ambone di Monte S. Angelo, recante inoltre, nella scritta della pagina aperta sul leggio, la data: An(o) D(omi)ni mil(e)s(imo) quadragesimo I Indic(ti)o Villi.Si trattava, dunque, di altri due amboni, identici a quello di Canosa, uno dei quali, quello di Monte S. Angelo, era stato eseguito dallo scultore A. in un anno ben precisato, il 1041, e più esattamente, stando alla indizione greca, non più tardi del mese d'agosto di quell'anno.
L'Angelillis, utilizzando alcune altre lettere incise su uno dei pilastrini della cassa dell'ambone di Monte S. Angelo (Virtu [...] sibi[...]tu[...]sic[...]no[...]),propose la seguente lettura dell'intera iscrizione: Sancte Michael meam scandere fac animam virtute doni votivi nullo sentiat ictu sibi tuum nomen adeptus poscit ut atrox factum ad cavendum hoc munus parvum conferat quo ego feci Archidiaconus sculptor et Acceptus vulgo.Ma si potrebbe anche pensare che la parola archidiaconus fosse preceduta dal nome proprio dell'artista, "detto volgarmente Accetto". Secondo lo stesso Angelillis, lo scultore A. sarebbe stato l'arcidiacono della chiesa di San Michele in Monte S. Angelo, e in tal caso sarebbe venuto subito dopo quell'arcidiacono Saxus, che resse il capitolo nei primissimi anni del vescovato di Leone II.
Per quanto concerne la patria dello scultore A., il nome rientra senz'altro nell'onomastica pugliese, com'è confermato, fra l'altro, dalla denominazione di una località a mezzo miglio dal vecchio abitato di S. Nicandro Garganico (rione Pozzi), detta appunto "la coppa dell'Accetto".Quanto all'età di A., abbiamo, come s'è visto, una data scolpita, 1041; ma c'è anche l'(E)sto Leoni che si legge in una delle lastre superstiti dell'ambone di Siponto, riferibile senz'altro allo stesso vescovo Leone, il quale tenne la sede dal 1034 al 1050,secondo il Sarnelli, dal 1022-23, secondo Gay e Klewitz. In questo periodo di tempo, evidentemente, oltre all'ambone, dovette essere costruita, ad opera dello stesso A., anche la cattedra marmorea di Siponto, di cui esiste ancora un frammento con le parole: ...Summo Archiepiscopo Cathedram...
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