accidentale
. Aggettivo (latino accidentalis) esclusivo del Convivio. Strettamente connesso col valore tecnico di ‛ accidente ' (v.), è detto di cosa " non necessaria o non inerente alla sostanza ", in I V 1 Poi che purgato è questo pane da le macule accidentali. Tali macule (cioè lo illicito e 'l non ragionevole di I II 2) sono qui impurità accessorie che, non connesse con l'essenza del pane (cioè la ‛ esposizione ' o ‛ prosa ' del Convivio), possono venirne separate senza alterarla. Con analogo significato di " aggiunto ", " accessorio ", è detto (I X 12) delle adornezze del volgare, quali rima, ri[tim]o e numero regolato (l'espressione ‛ a. adornamento ' della donna torna nel paragone del § 13). Qui il rapporto di sovrabbondanza tra ornamento a. ed essenza (o natura) del volgare (o della donna), è ricalcato sull'analogo intercorrente tra accidente e sostanza, alla quale - già pienamente attuata - esso inerisce come determinazione ulteriore ma non necessaria. Il corrispondente latino accidentalis compare, riferito a forma, in Mn III XI 5 (2 volte) e parimenti indica, in conformità col linguaggio scolastico, quella forma che determini ulteriormente un soggetto già attuato nel suo essere sostanziale (cfr. Tomm. Sum. theol. I 77 6c " subiectum enim eius [formae accidentalis] est ens in actu ").
In Cv III XII 8, a. è l'effetto del sole che, essendo col suo calore la cagione di vita alle cose, può corromperne alcuna solo per un effetto che è " casuale ", in quanto sottratto all'ordine di tale cagione (v. anche Accidente). Con lo stesso valore è riferito a infertade (IV XXIII 8), come ad evento che si verifica per una causa fortuita.