ACCIDENTE (fr. accident; sp. accidente; ted. Akzidenz; ingl. accident)
Dal lat. accidens usato dagli scolastici nello stesso senso del greco συμβεβηκός (Aristotele, Porfirio). Ciò che è in una cosa, ma che può mancare o esser diverso, senza che l'idea della cosa scompaia o muti. Si contrappone ai concetti di sostanza, essenza, necessario. La ragione, p. es., è costitutivo essenziale dell'uomo, perché senza di essa l'uomo non è concepibile; invece è per l'uomo accidentale l'essere italiano o francese, bruno o biondo, ecc. Cfr. Aristotele, Met. V, 30, 1025 a 14 segg.; Porfirio, Isagoge, 4 a 25 segg.
Musica (fr. altération; sp. alteraci6n; ted. Versetzungszeichen; ingl. accidental). - Gli accidenti sono segni musicali che indicano l'alterazione, momentanea o duratura, dei suoni della scala tonale. L'alterazione si compie facendo ascendere o discendere i suoni di uno o di due semitoni. Gli accidenti indicanti l'ascesa sono il diesis (♯) e il doppio diesis ; quelli indicanti la discesa sono il bemolle (♭) e il doppio bemolle (♭♭). Quando un suono viene alterato di un semitono, in ascesa o in discesa, l'alterazione è rispettivamente indicata dai segni del diesis o del bemolle. Se poi il suono, già diesato o bemollizzato, è spinto ancora di un semitono, in alto o in basso, la nuova alterazione viene indicata, rispettivamente, dal doppio diesis o dal doppio bemolle, che vengono sostituiti ai segni antecedenti. Il doppio diesis e il doppio bemolle trasportano, quindi, il suono della scala tonale di due semitoni in alto o in basso. In opposizione agli effetti del diesis e del bemolle, e anche, sebbene inesattamente, del doppio diesis e del doppio bemolle, agisce il bequadro (♮) che riconduce il suono alterato allo stato normale. L'annullamento dell'effetto del doppio diesis e del doppio bemolle sarebbe, però, meglio indicato dal doppio bequadro (♮♮). Se poi il suono doppiamente diesato o bemollizzato dev'esser ricondotto al semplice diesis o al bemolle, allora vengono usate le due figure ♮♯, ♮♭, per le quali il doppio diesis e il doppio bemolle, cedono il posto al semplice diesis e al semplice bemolle.
È ancora da notare che i semitoni prodotti dalle alterazioni indicate dai suddetti accidenti non corrispondono, in realtà, al semitono diatonico della scala naturale, e nemmeno coincidono fra di loro, sicché il semitono prodotto dal diesis è lievemente diverso dal semitono prodotto dal bemolle, e i due semitoni formati dal doppio diesis e dal doppio bemolle non formano un tono intero della scala naturale. Tali diversità sono state, però, livellate, nei tempi moderni, dall'uso della scala temperata, che fonde in uno solo due suoni contigui, alterati l'uno dal diesis, l'altro dal bemolle. Così sulla tastiera del moderno pianoforte do diesis e re bemolle, re diesis e mi bemolle, e via dicendo, si fondono l'uno nell'altro, formando, per ogni coppia, un solo suono.
Le prime forme e le prime origini degli accidenti musicali risalgono all'uso, nella musica medievale, della lettera b, rappresentante, nella scala fondamentale antica, del suono che vien chiamato, oggi, si. Quella lettera ora si presentava in forma rotonda (b molle, b rotundum); ora in forma quadrata (b quadratum, b durum); nel primo caso, essa rappresentava il detto suono abbassato di un semitono; nel secondo caso rappresentava il suono stesso allo stato normale. La significazione data al b quadratum si allargava poi progressivamente sì da esprimere due effetti diversi, cioè l'annullamento del bemolle e l'innalzamento, per semitono, di un suono; e già verso il sec. XIV dalla forma del b quadratum sorgeva il segno che vien detto, oggi, diesis, e che mescolava il suo significato con quello del b quadratum. I tre accidenti principali possedevano quindi, già prima del Trecento, press'a poco, il significato che ancor oggi è loro attribuito. L'uso di essi era però, limitatissimo in quell'epoca, che non ammetteva, per lo meno in teoria, se non il più stretto diatonicismo. Occorse, quindi, che passassero parecchi secoli prima che il significato di ognuno dei tre accidenti fosse nettamente definito. Si può dire che ciò non succedesse se non verso il sec. XVII. In quanto al doppio diesis e al doppio bemolle, essi vennero ancora più tardi nella pratica. La loro apparizione risale, infatti, al sec. XVIII.