ACCISA
. Imposta indiretta di consumo. In alcuni stati chiamansi "accise" quelle imposte che colpiscono merci destinate al consumo, prodotte nell'interno del paese. La parola accisa o assisa (basso latino accisia "taglia, imposta") indica qualche cosa di estratto (accisa da accidere, caedere); e l'imposta così chiamata può infatti considerarsi come una parte del ricavato del prezzo della merce pagato dal consumatore: se l'imposta non esistesse, il prezzo della merce sarebbe più basso. Le accise, che esistevano già in Olanda, furono introdotte in Inghilterra per la prima volta nel 1643 per raccogliere i fondi occorrenti per la guerra contro Carlo I. Colpirono dapprima la birra, il sidro, l'acquavite, e poi via via altri prodotti, come il tabacco, la cicoria, le carni, le stoffe, ecc. In Francia i diritti di accisa si riscuotevano sui vini e sull'acquavite, sulla birra, sugli aceti, sugli zuccheri. Notevole in questa materia la controversia dibattutasi in Germania e in Inghilterra verso la fine del Seicento e sino alla metà del Settecento, controversia riguardante la scelta tra le imposte dirette e le indirette, le contribuzioni e le accise, determinata dal crescere dei bisogni pubblici e dalla necessità di soddisfarli con mezzi che presentassero le minori difficoltà pratiche.
Bibl.: K. Th. von Inama-Sterneg, Der Accisenstreit deutscher Finanztheoretiker im 17. und 18. Jahrhundert, in Zeitschrift für die gesammte Staatswissenschaft, XXI (1865), pp. 516 segg.; G. Ricca-Salerno, Storia delle dottrine finanziarie in Italia, Palermo 1896, pp. 196 segg.