ACCOMPAGNARE (accompagnamento, accompagnatore)
Si dice comunemente d'una voce strumentale che si associa ad un'altra voce principale in una forma armonica comunque espressa. Si può accompagnare una voce o un complesso di voci, umane o strumentali, con arpeggi, accordi tenuti, contrappunti o qualsiasi altra varietà di disegni ritmici. Accompagnatore è la persona o lo strumento che accompagna. Accompagnamento è l'atto dell'accompagnare e la realtà musicale di esso. L'accompagnamento può essere parte integrante e necessaria del tutto musicale (obbligato), oppure può ridursi ad elemento decorativo e ornamentale (ad libitum). Il significato della parola accompagnamento è variabile secondo i caratteri stilistici del periodo storico a cui si riferisce, sì che può radicalmente mutare d'aspetto e d'importanza. Gli antichi Greci conobbero l'accompagnamento precisamente nel senso d'una parte strumentale che si univa al canto d'una voce o alla melodia d'uno strumento. Si distingueva in accompagnamento omòfono ed eteròfono: il primo, quando la parte accompagnante raddoppiava la melodia all'unisono o all'ottava; il secondo, quando la medesima faceva sentire una differente successione di suoni. L'eterofonia all'ottava era preferita per le melodie vocali. In generale la parte accompagnante si svolgeva all'acuto del mélos.
L'accompagnamento della musica vocale nel Medioevo non ha un carattere stilistico ben determinato, ma è lecito argomentare che esso abbia avuto carattere di elemento accessorio. Così l'accompagnamento della lirica trovadorica, che probabilmente usava accordi arpeggiati di liuto; così l'accompagnamento strumentale dell'Ars nova e della polifonia vocale nei secoli XV e XVI, sul quale il Ludwig e il Leichtentritt svolsero acute argomentazioni; così, infine, l'accompagnamento di voci subordinate alla voce principale nelle forme polifoniche di carattere popolare, come la laude e la frottola. Ma l'accompagnamento strumentale comincia ad assumere una nuova e determinante importanza stilistica col sorgere della monodia accompagnata. Al principio del Cinquecento, era già in uso e assai gradito il cantare a voce sola con l'accompagnarsi d'uno strumento, sia l'organo, siano la viola e il liuto, ma il gusto dell'accompagnamento strumentale penetrò anche le forme tradizionali della polifonia vocale e, prima fra tutte, il madrigale. In tal modo venne a determinarsi un nuovo orientamento, da un lato, verso la polifonia concertante, dall'altro, verso lo stile detto arioso recitativo. Quest'ultimo, però, poté effettuarsi in pieno soltanto quando la nuova esperienza musicale consentì la formazione d'un accompagnamento armonico integrante la parte di canto, come sostegno e produttore dei suoni: il basso continuo. La finalità pratica dell'accompagnamento strumentale, nel sec. XVII, era quella di sostenere tonalmente la voce del cantante, ma, in seguito, essa realizzò anche intendimenti artistici e d'intrinseco carattere musicale. Al momento delle origini del nuovo accompagnamento strumentale sono strettamente congiunti i nomi di Ludovico Grossi da Viadana, autore di Cento concerti ecclesiastici a 1, 2, 3, e 4 voci con il basso continuo per sonare sull'organo, e di Agostino Agazzari (1578-1640), autore del trattato Del sonare sopra il basso con tutti li strumenti e del loro uso nel concerto (Siena 1607).
Bibl.: F. A. Gevaert e J. C. Vollgraff, Problémes musicaux d'Aristote, Gand 1899-1903; J. B. Beck, Die Melodien der Troubadours, Strasburgo 1908; H. Leichtentritt, Was lehren uns die bildl. Darstellungen des XIII-XVI Jahrh. und die Instrumentalmusik ihrer Zeit?, in Samm. der Internat. Musikgesch., Lipsia 1906; F. Gasparini, L'armonico pratico al cembalo, Venezia 1708; L. Torchi, L'accompagnamento strumentale nei melodrammi del sec. XVII, in Riv. mus. ital., I.