accordare
. Nel significato di " tendere le corde " di uno strumento musicale, sino a far loro prendere le giuste intonazioni, non è mai usato da D. ; valore affine ha però il verbo in Pg VII 112, dove appare in costruzione intransitiva pronominale (Quel che par sì membruto e che s'accorda, / cantando, con colui dal maschio naso : intona, cioè, il suo canto al canto del compagno), e in Pd XXVIII 8, anche qui in costruzione intransitiva pronominale : e sé rivolge per veder se 'l vetro / li dice il vero, e vede ch'el s'accorda / con esso come nota con suo metro (un'immagine riflessa in un vetro corrisponde al vero aspetto della cosa specchiata come un canto coincide perfettamente con la sua musica; v. METRO).
In altri luoghi, e sempre in costruzione intransitiva pronominale e seguito dalla preposizione ‛ in ' (o equivalente), ha il valore figurato di " mettersi d'accordo ", " trovare una comune intesa ": in Vn XIII 8 7 ha come soggetto i pensieri d'amore che sono tra di loro dissimili e sol s'accordano in cherer pietate (il primo emistichio è ripreso nel testo prosastico al § 10); analogamente in altri due luoghi dello stesso capitolo : io pensava di volere cercare una comune via di costoro, cioè là ove tutti s'accordassero (XIII 6); ne la terza [parte] dico in che tutti pare che s'accordino (XIII 10); v. anche Fiore CCXIX 13 e Detto 308 e 457. Da questa accezione deriva al participio passato il significato di " concorde ", " consenziente ": avvegna che tutti [i filosofi] siano accordati in questo (Cv II V 15).
Molto vicino al precedente è il valore di " concordare ", " convenire ", che il verbo, mantenendo la costruzione intransitiva pronominale, assume in tre passi del Convivio : E in ciò s'accorda Virgilio nel primo de lo Eneida (IV IV 11); E Tullio in ciò s'accorda in quello De Senectute (XXIV 8); XXIV 2. Vedi anche Fiore CXX 5, dove però il verbo è seguito dalla preposizione ‛ a ' e vale piuttosto " accondiscendere ", " aderire " (cfr. Giamboni Libro LXXVI 13 " Ecco l'uomo, che s'è accordato... d'esser vostro fedele "). In Pd I 127 Vero è che, come forma non s'accorda / molte fïate a l'intenzion de l'arte, acquista il senso di " rispondere ", " corrispondere ", come anche in Rime CXIV 14 sì che s'accordi i fatti a' dolci detti (il Contini nota il fatto, eccezionale ma non rarissimo nell'uso dantesco, del verbo singolare con soggetto plurale). In un caso, riferito alle virtù che presiedono alla generazione dell'anima, ha più propriamente l'accezione di " combinarsi armoniosamente insieme ": se tutte le precedenti vertudi s'accordassero sovra la produzione d'un'anima ne la loro ottima disposizione (Cv IV XXI 10).
Nell'unico luogo in cui è adoperato con costruzione transitiva (Pg XVII 61) vale " mettere d'accordo ", " far corrispondere ": Or accordiamo a tanto invito il piede, mettiamo il piede d'accordo con l'invito dell'angelo, andiamo cioè nella cornice superiore, là dove egli c'invita ad andare.