accordo commerciale internazionale
Patto sottoscritto fra più Stati con l’intento di definire una serie di diritti e di obblighi reciproci in materia di politica doganale e commerciale. Scopo principale dell’a. c. i. è la liberalizzazione degli scambi di beni e di servizi, raggiunta attraverso l’eliminazione o la riduzione di barriere tariffarie e non tariffarie. La liberalizzazione può essere realizzata in ambito geograficamente limitato mediante l’adozione di un a. c. preferenziale, che spesso è il frutto di a. c. regionali (➔ Regional Trade Agreement), i quali vincolano esclusivamente i Paesi che hanno sottoscritto l’accordo. Esempi particolari di a. c. preferenziali sono le aree di libero scambio (➔) o il mercato comune (➔).
Oltre che degli a. c. i. stipulati fra due o più Stati, la liberalizzazione è anche il frutto di contrattazioni svolte all’interno del più importante organismo commerciale internazionale, l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC, ➔ WTO), che riunisce circa 150 Stati, i quali generano più del 95% dei flussi commerciali internazionali. L’OMC prosegue l’opera iniziata nel 1947 dal General Agreement on Tariffs and Trade (➔ GATT). Le attività dell’OMC mirano a liberalizzare gli scambi attraverso lo svolgimento di negoziati commerciali (round), generalmente di lunga durata, come quello avviato nel novembre 2001 a Doha (➔ Doha, round) e ancora in corso nel 2012. Tali negoziati sono caratterizzati dall’applicazione della clausola della nazione più favorita, per la quale le condizioni migliori praticate nei confronti di un partner commerciale sono automaticamente estese agli altri Paesi membri, secondo una tipica logica multilaterale. L’OMC, inoltre, si impegna a definire le procedure per risolvere eventuali dispute commerciali fra i suoi membri, oltre che a controllarne periodicamente pratiche e politiche commerciali.