accorgimento
. Due valori fondamentali si distinguono in D. e trovano del resto riscontro nell'uso coevo. Il primo, al singolare, più vicino al semantema originario (cfr. Accorgere), è quello di " capacità mentale ", " intelligenza ", come in Pd IV 70; più interessante l'esempio offerto in prosa: Cv IV V 1 Non è maraviglia se la divina provedenza, che del tutto l'angelico e lo umano accorgimento soperchia, occultamente a noi molte volte procede, da mettere in relazione con Pg VI 121-123 O è preparazion che ne l'abisso / del tuo consiglio fai per alcun bene / in tutto de l'accorger nostro scisso?
Il secondo, di cui soccorre soltanto un celebre esempio al plurale, Li accorgimenti e le coperte vie /io seppi tutte (If XXVII 76), è legato alla figura di Guido da Montefeltro e ne denota splendidamente il carattere volpino (" espedienti ", " manovre ", " astuzie "). Se ne trova un unico riscontro, ma per il singolare, nel Fiore CCXIII 8.
In posizione più o meno intermedia si colloca l'uso di Cv IV VII 7 per sua industria, cioè per accorgimento e per bontade d'ingegno, dove a. potrebbe rendersi con " accortezza ", " dote ", " virtù ", in ogni modo un termine bisognoso di complemento.