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accorgimento

di Emilio Pasquini - Enciclopedia Dantesca (1970)
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accorgimento

Emilio Pasquini

. Due valori fondamentali si distinguono in D. e trovano del resto riscontro nell'uso coevo. Il primo, al singolare, più vicino al semantema originario (cfr. Accorgere), è quello di " capacità mentale ", " intelligenza ", come in Pd IV 70; più interessante l'esempio offerto in prosa: Cv IV V 1 Non è maraviglia se la divina provedenza, che del tutto l'angelico e lo umano accorgimento soperchia, occultamente a noi molte volte procede, da mettere in relazione con Pg VI 121-123 O è preparazion che ne l'abisso / del tuo consiglio fai per alcun bene / in tutto de l'accorger nostro scisso?

Il secondo, di cui soccorre soltanto un celebre esempio al plurale, Li accorgimenti e le coperte vie /io seppi tutte (If XXVII 76), è legato alla figura di Guido da Montefeltro e ne denota splendidamente il carattere volpino (" espedienti ", " manovre ", " astuzie "). Se ne trova un unico riscontro, ma per il singolare, nel Fiore CCXIII 8.

In posizione più o meno intermedia si colloca l'uso di Cv IV VII 7 per sua industria, cioè per accorgimento e per bontade d'ingegno, dove a. potrebbe rendersi con " accortezza ", " dote ", " virtù ", in ogni modo un termine bisognoso di complemento.

Vocabolario
accorgiménto
accorgimento accorgiménto s. m. [der. di accorgersi]. – 1. Capacità di prevedere e giudicare le cose, prontezza d’intuito: è dotato di grande a.; avere poco, scarso accorgimento. 2. Astuzia, accortezza, espediente: non ha avuto l’a. di...
accòrgersi
accorgersi accòrgersi v. intr. pron. [lat. *accorrĭgĕre, comp. di ad- e corrĭgĕre «correggere»] (io mi accòrgo, tu ti accòrgi, ecc.; pass. rem. m’accòrsi, t’accorgésti, ecc.; part. pass. accòrto). – 1. Scorgere con la mente, acquistare...
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