ACCORSO (Accursio; anche Accorsino) da Reggio
Figlio d'un Alberto d'Accorso (ma comunemente indicato col nome della patria, Reggio nell'Emilia, in contrapposto al più noto omonimo, ch'egli qualifica come antiquus chiamando sé stesso Acursius de Regio),si trova ricordato in documenti tra il 1263 e il 1279 come giureconsulto (civilista) e magistrato.
I due primi documenti della sua vita (da più d'uno ritenuti erroneamente gli ultimi due dell'altro A.) lo mostrano, già col titolo di "doctor legum", assessore del podestà suo conterraneo Manfredo Lupi di Cànolo, per la prima metà del 1263, in Firenze allora ghibellina. Due anni più tardi insegnava a Reggio, dove rimase fino almeno al 1277, passando in seguito a Padova. Sembra in relazione col suo trasferimento la vendita della sua casa per 700 lire bolognesi al Comune di Reggio, che la demolì per costruirvi il Palazzo del capitano del popolo. L'atto di vendita è dell'11 marzo 1279; dopo questa data viene perduta ogni traccia di A. Della sua personalità di giurista non si può dire gran che. Fu allievo d'Omobono Morisio, non si sa dove né quando: forse in Reggio, e in tal caso tra il 1245 e il '50. Scrisse varie opere. L'unica sicuramente sua che si conservi è una Summula de cessionibus actionum,rimasta inedita fino al 1936. Una raccolta tuttora inedita di Notabilia legum,compilata verosimilmente a Reggio da un allievo d'Omobono che può essere, con buone probabilità, A., è contenuta in un manoscritto reggiano coevo. Un'aggiunta con la sua sigla a un passo della glossa accursiana si legge in un manoscritto dell'Archivio di Stato di Roma. Accenni contenuti nella sua Summula già citata hanno fatto pensare all'esistenza di lezioni sul Corpus iuris e d'una Summa de iure iurando calumniae.
Certe quaestiones discusse nella sua scuola a Padova son rammentate nel De maleficis d'Alberto Gandino (rubr. De bannitis pro maleficio,n. 18 [20]). Di consilia da lui dati a Padova si hanno solo notizie non anteriori al sec. XVI; d'un altro dato a Bologna nel 1269 appare coautore nell'edizione fattane dal Sarti un A. che è stato ritenuto il reggiano, ma si tratta d'un errore di lettura.
Vari eruditi, da G. Panciroli in poi, supposero che A. da Reggio avesse avuto, esattamente come A. fiorentino, un figlio giureconsulto di nome Francesco; al quale si sarebbero dovute riferire la menzione fatta da Bartolo d'un Francesco d'Accorso suo collega d'insegnamento (ad Cod.,4,6,3, n. 4) e l'attribuzione a un Francesco d'A. di certi casus sulle Decretali,il Sesto e le Clementine:menzione e attribuzione che sarebbe assolutamente anacronistico riferire al figlio d'Accorso fiorentino. Ma il collega di Bartolo sarà Francesco Tigrini, che fu appunto professore a Perugia insieme con lui e che è citato a quello stesso proposito da Paolo di Castro (ad Dig.,19, 22, 25, 28, 1, n. 1); e i ???casus,che pur sono a stampa, non portano traccia del nome di Francesco, in cui già il Savigny riconobbe una mera aggiunta. L'ipotesi d'un figlio giureconsulto d'A. da Reggio viene quindi a cadere.
Fonti: G. Belvederi, Monastero di S. Stefano di Bologna,vol. III del Chartularium studii Bononiensis,Bologna 1916, pp. 241-242 (ediz. più corretta del consilium già pubblicato dal Sarti). Tutte le altre fonti sono indicate dagli autori citati qui di seguito.
Bibl.: G. Panciroli (Panzirolus), De claris legum interpretibus,Lipsiae 1721, pp. 121, 129-130; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,I, 1, Brescia 1753, p. 86; M. Sarti-M. Fattorini, De claris archigymnasii Bononiensis professoribus,I, 1, Bononiae 1769, p. 145; 2, ibid. 1772, pp. 96-97 (qui, edizione d'un Consilium D.ni Basacomatris de Basacomatribus Legum Doctoris, et mei Cervoti, et D.ni Acursii Leguni Doctoris:dove l'ultimo et è di troppo: cfr. sopra in Fonti); A. Crispi, Accorso Accorso Reggiano,in G. Tiraboschi, Biblioteca Modenese,I, Modena 1781, pp. 79-81; F. M. Colle, Storia scientifico-letteraria dello Studio di Padova,II, Padova 1824, pp. 45-48;F. C. von Savigny, Storia del diritto romano nel medio evo,trad. Bollati, I, Torino 1854, p. 698 n. b; II, ibid. 1857, pp. 397 n. h,398 n. q, 456; III, ibid. 1857, pp. 321-322 n. 6 (sul Francesco collega di Bartolo); G. Santini, Stipendio del Potestà e sua gente nella seconda metà del sec. XIII,nella Miscellanea fiorentina,I (1886), pp. 94-95 (su A. assessore a Firenze); I. M[alaguzzi] V[aleri], A. da Reggio,nella Riv. emiliana,II(1887), pp. 199-200 (su A. assessore a Firenze e professore a Reggio); R. Davidsohn, Geschichte von Florenz,IV, 1, Berlin 1922, p.275 n. 8 (su A. assessore a Firenze, scambiato con A. fiorentino); A. Cerlini, introd. a Consuetudini e statuti reggiani del sec. XIII,I, Milano 1933, pp. XLIX-L; J. L. J. van de Kamp, Bartolus de Saxoferrato,Amsterdam 1936, pp. 25 n. 4,26-27 n. 6 (sul Francesco collega di Bartolo); A. Rota, A. da Reggio e i suoi scritti,nella Riv. ital. per le scienze giuridiche,n. s., XI (1936), pp. 31-62 (studio complessivo sulla vita e le opere; pp. 52-62, edizione della Summula de cessionibus actionum);E. Genzmer, Zur Lebensgeschichte des Accursius,nella Festschrift für Leopold Wenger,II, München 1945, pp. 239-241 (sui documenti relativi ad A. da Reggio riferiti da altri ad A. fiorentino); U. Gualazzini, Un codice giuridico della Biblioteca municipale di Reggio Emilia,negli Atti del congresso internazionale di diritto romano e di storia del diritto (Verona 27-28-29-IX-1948),I, Milano 1953 (estr., 1951), pp. 373-393 (descrizione del codice segnato Mss. vari,G,55, e attribuzione ad A. da Reggio dei Notabilia legum ivi contenuti); Id., La scuola giuridica reggiana nel Medio Evo,Milano 1952, pp. 101-104 (biografia), 142, 150-152, 154 (documenti).