Bonfantini, Accursio
, Frate francescano (Firenze, ultimo quarto del sec. XIII - ivi, ante 1338), inquisitore " hereticae pravitatis " di Toscana dal novembre 1326 all'ottobre 1329.
La sua opera di persecutore di eretici fu assai attiva, tanto da meritare gli elogi del papa avignonese Giovanni XXll, cui il B. restò fedele anche allorché (1328) il generale dell'ordine francescano, Michele da Cesena, prese posizione a favore dell'antipapa Nicolò v. I particolari della sua attività inquisitoria sono noti attraverso l'accurato registro, pervenuto sino a noi (Archivio Segreto Vaticano, Collectoriae 250), delle spese sostenute e delle somme riscosse (queste ultime ricavate dalle vendite dei beni confiscati agli eretici), redatto dall'esattore Manovello di Giacomo. In esso, accanto a quelli di personaggi di secondaria o minima importanza sottoposti a processo e variamente condannati, compaiono i nomi di Castruccio Castracani, processato in contumacia, scomunicato e inutilmente perseguito nel 1327, e di Francesco Stabili, cioè il poeta-astrologo Cecco d'Ascoli, autore dell'Acerba e di altre opere ‛ eretiche ', il quale, dopo aver subito una prima condanna a Bologna nel 1324, proprio dal B. fu nuovamente processato e condannato al rogo il 15 settembre 1327.
Secondo il Mehus, la signoria affidò al B., poco dopo la morte di D., l'incarico di leggere e commentare ogni domenica la Commedia in duomo. Non si conoscono né la data esatta in cui il B. avrebbe cominciato questa sua attività di chiosatore, né per quanto tempo l'abbia condotta innanzi; e la notizia stessa non ha del resto una sicura documentazione, non citando il Mehus la fonte cui attinse.
Accursio sarebbe dunque stato il primo ad avere l'incarico di onorare D. con una pubblica lettura della Commedia. Testimonianza di questa sua attività di commentatore è una chiosa ai versi 94 ss. del XIII dell'Inferno riportata, pare, soltanto da uno dei codici (il Magliabechiano Conventi Soppressi I V 8, c. 130), che tramandano il commento dell'Ottimo. Espressamente attribuita al B. (" Expositione sopra questo caso di Frate Accorso Bonfantini "), la chiosa verte sulla distinzione della doppia pena dei suicidi dopo che i loro corpi, col giudizio universale, saranno... appesi, / ciascuno al prun de l'ombra sua molesta (vv. 107-108): D. " pone due speçie di pene: l'una è positiva, l'altra è privativa. La positiva è le pene che sostennono l'anime di cotali in quella silvestre pianta o pruno nelle quali saranno etternalmente molestate da' demoni, che •ssi 'ntendono per l'Arpie... La pena privativa sarà di vedere i corpi loro allato a sé, li quali ànno tanto amato, e continamente naturalmente molto amano a riunirsi co •lloro: e questo loro grandissimo desiderio in etterno sarà fraudato... Questo tanto sia detto non perché per gli altri non sia bene detto, ma per maggiore diletto, e se bisogno è - che non è - ad excusatione dell'autore, dico de' sottili intenditori ".
In nessuno degli antichi commentatori si trova una così chiara formulazione del contrappasso riservato ai suicidi: neppure nel Boccaccio (" E la pena è questa, che essi... quivi diventano salvatiche piante... e in accrescimento della lor doglia mostra loro essere... privati della speranza di doversi di lor corpi rivestire al dì del giudicio, come tutte l'altre faranno "), che pure rileva la duplice punizione, ma non evidenzia tanto drammaticamente l'eterna e terribile condanna.
Non è possibile determinare quale estensione avesse il commento del B., unica testimonianza restandone questa chiosa. Né sappiamo se esso, qual che ne fosse la mole, circolasse scritto, o se l'Ottimo commentatore si sia valso di una ‛ lettura ' del B. ascoltata in S. Maria del Fiore e immediatamente fruita (o quanto meno ‛ appuntata ' e inserita poi ad locum) nel corso di uno dei tre rifacimenti del commento.
Bibl. - L. Mehus, Vita Ambrosii Traversarii, Firenze 1759, 137, 182, 340; Batines, Bibliografia I, p. 624; II n. 548; F. Roediger, recens. a L. Rocca, Di alcuni commenti alla D.C., in " Rivista Crit. Letter. Ital. " VII (1891) 108 n. 1; G. Fornaciari, Arte e vita mistica nella Firenze di D., Firenze 1926, 259; N. Papini Tartagni, Minoritae Conventuales lectores..., in " Miscellanea Francescana " XXXIII (1933) 242 ss.; E. Ragni, B.A., in Dizion. biogr. degli Ital. XII (1969) 10-11.