accusare
. Vale " incolpare ", " muovere un'accusa ", " imputare altrui una colpa ": la falsa ch'accusò Gioseppo (If XXX 97); coloro che accusano la italica loquela (Cv I X 14); più volte in relazione col verbo ‛ scusare ': per scusarsi dal non dire o dal dire male accusano e incolpano [si noti la dittologia sinonimica] la materia (I XI 12); anche in costruzione riflessiva: Potrebbe dire alcuno: " tu scusi [e accusi] te insiememente " [l'integrazione è degli editori dell'edizione del '21]... A ciò si può brievemente rispondere che non m'accuso, ma iscuso veramente (III IV 5). Ancora in costruzione riflessiva, in Pd XIV 136, vale " dichiararsi colpevole ": escusar puommi di quel ch'io m'accuso / per escusarmi (mi può scusare del fallo di cui mi dichiaro colpevole proprio allo scopo di farmi scusare). Per " biasimare ", " rimproverare severamente ": Indi accusiam col marito Safira (Pg XX 112); Omai puoi giudicar di quei cotali / ch'io accusai di sopra (Pd VI 98: cfr. i vv. 31-33 dello stesso canto, dove D. denuncia quanto ingiustamente si adoperino contro il segno dell'Impero sia i guelfi che i ghibellini).
In costruzione riflessiva e nel senso di " palesare " o (con l'atteggiamento e le parole) la propria personalità, e quindi di " rivelarsi ", in If XXXI 76 Elli stessi s'accusa; / questi è Nembrotto per lo cui mal coto / pur un linguaggio nel mondo non s'usa.