Nome dato dagli antichi Romani al cofanetto, di forma quadrangolare o cilindrica, dove si conservava l’incenso da usare nei sacrifici; detto anche arca turaria (o turalis, gr. λιβανωτρίς). Nelle cerimonie, l’a. era portata da un giovane assistente (camillus), che la porgeva al sacerdote perché ne traesse i grani da gettare nel fuoco. L’uso perdurò nella liturgia cristiana nella pisside o scatoletta cilindrica (thymiaterium, incensarium). Nella Roma repubblicana, con il termine a. si indicava anche una piccola ara portatile per bruciare profumi dinanzi al letto del defunto.