ACETANILIDE
. Sostanza che risulta dalla combinazione (molecola a molecola, con eliminazione di acqua), tra l'anilina e l'acido acetico, C6H5 NH2 + CH3 COOH − H2O − C8H5 NHCOCH3, si presenta cristallizzata in laminette o in tavole rombiche bianche e inodore. L'acetanilide fu introdotta nel 1887 in terapia col nome di antifebbrina e, sperimentata da Cahn e Hepp nella clinica di Kussmaul, si dimostrò un energico analgesico e antipiretico e venne prescritta nel tifo, nella pleurite, nella febbre puerperale, nel reumatismo articolare acuto e in altre malattie infettive acute, alla dose di gr. 0,25 - 0,50. La sua azione s'inizia a circa un'ora dall'introduzione nell'organismo, ed ha una durata di 3-4 ore.
L'acetanilide dev'essere però usata con cautela, perché è tossica e sovente dà spiccata cianosi delle mucose e fenomeni di collasso. L'assorbimento, quando venga somministrata, come comunemente si fa, per via orale, avviene rapidamente; l'eliminazione. secondo il Mörner, avverrebbe come acetilparaamidofenolo in seguito a un processo di ossidazione che l'acetanilide subirebbe nell'organismo (v. anilina).