ACHEMENE (ant. pers. haxāmaniš, propriamente "dall'animo di amico"; gr. 'Αχαιμένης)
È nella tradizione iranica e nella greca il capostipite della dinastia degli Achemenidi (v.). Della sua realtà storica non si hanno prove, poiché, se da un lato l'iscrizione di Dario sulla roccia di Bīsutün ed Erodoto lo fanno padre di Teispe (e nonno di Ciro I, secondo Būsutūn), Ciro stesso nel suo proclama ai Babilonesi non lo menziona.
Presso i classici Achemene viene considerato come rappresentante dell'opulenza persiana (Orazio, Carm., III, 1, 44; Ovidio Metam., IV, 212), e per tale fatto è stato da taluno erroneamente identificato con il mitico re Yima Xšaēta dell'Avestā; a volte appare presso i poeti come sinonimo di "persiano".
Ebbe nome Achemene un fratello di Serse. Si sa di lui che fu nominato governatore dell'Egitto (Erodoto, III, 12; VII, 11), comandò la flotta persiana a Salamina, e cadde in battaglia contro Inaro nella seconda ribellione di Egitto.