ANGELINI, Achille
Nato a Vicenza il 12 genn. 1812, da Luigi, dopo aver frequentato l'istituto militare di S. Luca a Milano, aveva iniziato nell'esercito austriaco la carriera di ufficiale di cavalleria. Nel gennaio del 1848 si dimise dal grado di capitano e, rientrato in Italia dall'Ungheria, passò nell'esercito, sardo come capitano del 7° reggimento di cavalleria (costituito nell'agosto, a Vercelli, dalla fusione dei "Dragoni lombardi" e dei "Cavalleggeri lombardi"), prendendo parte alle campagne del'1848-49. Nominato (novembre 1849) maestro alla scuola d'equitazione a Pinerolo, fu condannato nel novembre del 1850 - per aver ucciso in duello un avversario - alla destituzione e a cinque anni di carcere militare, condanna, però, commutata per grazia sovrana in sei mesi di arresti nella fortezza di Torino.
Prese parte alla guerra del 1859 come luogotenente colonnello dell'"Aosta cavalleria"; maggior generale nel 1862, poi aiutante di campo effettivo del re, partecipò anche alla guerra del 1866, nella quale ottenne la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.
Come luogotenente generale fu destinato a Cagliari (settembre 1869); qui per un alterco con un giovane, che rimase gravemente ferito, ebbe termine la camera dell'A.: arrestato, il 12 dic. 1870, fu immediatamente, collocato a riposo, anche se poi, il 16 nov. 1871, fu assolto dalla Corte d'assise di Genova. Morì il 14 Sett. 1889 a Firenze, dove si era stabilito dopo viaggi in Italia, Francia e Spagna.
Esperto d'equitazione, l'A. fu sostenitore di un addestramento in cui prevalessero agilità e celerità d'insegnamento senza indulgere a inutili eleganze; si vedano Riassunto del servizio di campagna ad uso della cavalleria, Milano 1860; Riforme per l'Esercito italiano proposte..., Firenze 1867; Corso magistrale d'equitazione..., Firenze 1881.
Come esperto di scherma, l'A. condivise l'índirizzo e la tecnica della scuola napoletana, che si imperniava sul metodo del maestro M. Parise, e si oppose alla scuola tradizionale, criticando il maestro G. Redaelli (si vedano Osservazioni sul maneggio della sciabola secondo il metodo Redaelli, Firenze 1877) e polemizzando col maestro F. Masiello (Ultime parole sulla risorta questione Angelini-Masiello, Roma 1888). Presidente della Commissione ministeriale costituita per unificare l'indirizzo schermistico dell'esercito, l'A. si adoperò per far nominare il Parise direttore della scuola di Roma.
Ottimo schermitore, autorevolissimo m questioni cavalleresche, l'A. elaborò il noto Codice cavalleresco italiano (Firenze 1883; 3 ediz. con nuove aggiunte e schiarimenti, Roma 1888), che, precisando strettamente diritti e doveri del gentiluomo, contribuiva a rendere meno futile e più raro il duello.
Bibl.: Necrologio in L'Illustrazione Italiana, 29 sett. 1889, p. 206; J. Gelli, Bibliografia generale della scherma, Firenze 1890, ad vocem; A. M.Adamoli Castiglione Branda, Cenni biografici del gen. A. A...., Firenze 1900; G. Sticca, Gli scrittori militari italiani, Torino 1912, pp. 307, 359.